La Perla Nera è tornata!

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Con una gara tutta d’attacco, Lewis Hamilton ha colto un favoloso quanto insperato successo. Verrebbe da dire “finalmente”, considerato che i top driver avevano già lasciato il segno nelle gare precedenti, con l’inserimento inaspettato della Williams di Pastor Maldonado nel Gran Premio di Spagna. 7 vincitori diversi in altrettanti Gran Premi. Non era mai successo nella storia della Formula 1,  di sicuro la cabala si è insinuata nella testa di tutti i piloti se alla vigilia della gara il loro toto-nome indicava Schumacher, uno dei top ancora all’asciutto, tra i papabili alla vittoria.

Le qualifiche invece hanno stabilito gerarchie diverse, con la Red Bull che, ingoiato il rospo del dover modificare la vettura ritenuta fuori regolamento, è tornata comunque in pole position con il campione in carica Sebastian Vettel. Hamilton dal canto suo ha spremuto tutto quello che poteva, fino a sfiorare nell’ultimo giro di qualifica, il famoso “muro dei campioni”, ma tanto è bastato per mettere dietro di se almeno la Ferrari di Fernando Alonso.

La gara invece ha messo in evidenza nuovamente l’importanza del fattore gomme. E stavolta chi le ha fatte lavorare meglio è stato il team McLaren, o meglio, la vettura di Hamilton, considerando che Jenson Button per la 2^ volta consecutiva si è trovato a dover lottare nelle retrovie e fuori dalla zona punti. Un tentativo di fuga immediata di Vettel, poi il recupero del pilota inglese che giro dopo giro rosicchia decimi preziosi alla Red Bull e tiene Alonso ad una distanza di sicurezza che gli permetta di non dover guardare costantemente gli specchietti. Nel valzer dei pit stop va in testa Alonso che però si piega subito al ritmo forsennato di Hamilton. Da qui in avanti la situazione è congelata, con il pilota McLaren che gioca all’elastico con gli inseguitori i quali invece sono costretti a dar fondo ad ogni risorsa.

Ma il GP del Canada ha abituato i suoi spettatori a gare di un certo livello, ed ecco presentarsi il colpo di scena. Hamilton rientra ai box per il cambio gomme, e tanto per cambiare i meccanici pasticciano con la gomma posteriore… Non sa che gli stanno facendo un favore! Questi secondi persi convincono i muretti di Ferrari e Red Bull a lasciare in pista i loro piloti, convinti che il distacco accumulato da Hamilton nella sosta e solo 20 giri da percorrere, possano dare ai loro piloti la tranquillità di restare davanti. Ma le Pirelli non sono gomme che garantiscono regolarità di prestazione, e sia Alonso che Vettel non riescono a spingere ulteriormente. Lewis invece con gomme nuove, inizia una sequenza di giri veloci come fosse in qualifica, recuperando sulla coppia di testa 1 secondo e 2 decimi ad ogni giro! E in soli 14 giri è di nuovo in testa.

Impietosa la regia internazionale passa un team radio Ferrari in cui Andrea Stella dice ad Alonso che Hamilton è a 10 secondi, quasi ad invitarlo alla calma. Ma la comunicazione è di qualche giro prima, mentre le immagini danno in mondovisione uno Stella che si abbandona sconsolato sul suo sgabello, sbigottito dal ritmo di gara di Hamilton e dall’impossibilità dello spagnolo di potersi difendere.

Ma col senno di poi, si può affermare che il tecnico italiano è andato letteralmente nel pallone. Non si è voluto coprire la strategia di Hamilton, tentando l’azzardo della sosta unica, e non si è nemmeno voluto copiare Vettel che, a gara ormai persa, ha montato gomme fresche e in soli 5 giri ha ripreso e passato in tromba la Ferrari dello spagnolo, ormai con i suoi pneumatici alla frutta.

Completano lo spettacolo Romain Grosjean e Sergio Perez, entrambi scatenati sebbene con la stessa strategia della Ferrari, ovvero correre su una sosta singola. Eppure sia la Renault che la Sauber hanno dato il meglio proprio sul finire di gara. Mistero di queste gomme che restano un enigma per tutti quanti. Ma intanto i due ragazzi si godono il podio ai lati di Lewis Hamilton, la Perla Nera, che ancora mancava dal gradino più alto di questo 2012, e che in soli 14 giri si è preso non solo la vittoria ma anche la testa del mondiale.