Nessuno è perfetto

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“Motorsport is dangerous” capeggia non solo all’ingresso degli autodromi anglosassoni, e più in generale nelle piste più famose d’Europa, ma anche sul retro dei Pass che la FIA distribuisce con il contagocce. Ma i tempi cambiano… non che la pericolosità sia svanita nel nulla, ma la tecnologia e gli adeguamenti ai circuiti stessi, hanno reso un tantino più sicure le corse. Concettualmente sono state snaturate nella loro essenza, riducendo tutto ad uno spettacolo circense dai costi faraonici, ma certo nessuno vorrebbe tornare indietro al tempo in cui uscire di pista voleva dire trasformarsi in una palla infuocata.

E’ l’approccio a questi problemi che ha acuito lo strappo tra il “circus” e gli organizzatori d’oltreoceano. Da una parte la necessità di convogliare quanti più sponsor possibili verso la massima Formula, i quali mal digerivano l’idea che il loro marchio potesse capeggiare su una bara di legno, mentre dall’altra si lottava per rendere più sicure le auto fino ad un limite considerato accettabile, ma lasciando intatto quel senso di limbo tipico di chi calpesta la sottile linea rossa che sta tra la gioia e il dramma.

I due mondi hanno comunque qualcosa che li accomuna pur se agli antipodi! Sono le figuracce che li hanno contraddistinti negli anni, esponendoli a critiche più o meno feroci da parte del pubblico, e soprattutto dei media.

La carrellata di “papere” è lunga, e diversa è la tipologia degli eventi da cui sono scaturite, ma volendo stilare un elenco delle più note,  non ci si può dimenticare di queste:

–           Nel GP degli Stati Uniti 2002, Schumacher è davanti per tutta la gara ma vuole arrivare in parata con Barrichello; peccato che davanti alla fotocellula sul traguardo sarà il brasiliano a passare per primo!  Le polemiche saranno immediate e feroci, mettendo a dura prova il legame tra il GP USA e la Formula1. La FIA, imbarazzata, lascia gli states con la coda tra le gambe.

–          2004, GP Cina. Un tombino viene dimenticato aperto e in 3 ne fanno le spese.

–          Nel GP degli USA 2005, prima della partenza, la Michelin chiede ai team da lei forniti di rinunciare a disputare la gara per motivi di sicurezza. Correranno solo le 6 vetture equipaggiate Bridgestone.

La FIA prende due piccioni, costringendo la Michelin a ritirarsi dalla F1 e dando l’addio definitivo al GP USA che gli spettatori boicottano lasciando il circuito dopo soli 5 giri!

–          Nel 2006 il GP di Germania è teatro di un ridicolo braccio di ferro tra la FIA e… la FIA!

La Ferrari presenta reclamo contro la Renault per l’utilizzo del mass damper, inizialmente conforme al regolamento. Lo usano altre 3 squadre, ma la Federazione ci ripensa e lo boccia. I commissari non sono d’accordo e lo considerano regolare. La FIA non ci sta e fa ricorso contro i commissari! Alla fine il mass dumper verrà bandito.

–          Epico è il Gran Premio del Belgio 2008, dove Raikkonen subisce l’attacco di Hamilton alla chicane. Il finlandese lo costringe a tagliare la esse passando sulla via di fuga asfaltata. Hamilton, divenuto 1°, si lascia sfilare come previsto dal regolamento ma alla curva successiva lo infila. Lewis però allarga troppo una curva regalando la prima posizione a Raikkonen il quale sprecherà il tutto finendo a muro. Post gara, all’inglese vengono aggiunti 25 secondi sul tempo finale. Da 1° a 3°. La McLaren presenta ricorso alla FIA, che però lo respinge. Nel corso di quegli ultimi giri, la McLaren aveva chiesto per due volte al delegato C. Whiting se la manovra fosse regolare ottenendo risposta affermativa.  Hamilton aveva rispettato il regolamento. La penalità dunque è figlia della regola che prevede che dopo il taglio di chicane bisogna aspettare almeno una curva prima di sorpassare. Nessuno ne aveva mai sentito parlare prima!

–          Nel 2007 Mosley si scatena nei confronti dell’odiata McLaren e di Ron Dennis, multandola per 100 milioni di dollari. Diverrà famosa come la Spy-Story Ferrari-McLaren, ma i progetti delle due vetture sono del tutto incompatibili! Misteriosamente non viene mai menzionata la Bridgestone che invece ha favorito la Ferrari sui dati tecnici degli pneumatici.

–          Scoppierà anni dopo il Caso Mosley, dove il presidente della FIA viene pizzicato in un festino osè con l’amata uniforme nazista. Vendetta orchestrata? L’ex presidente sospetterà di Dennis, ma è tutta la Formula 1 a chiedere la sua testa!

–          Sul fronte americano c’è meno varietà, ma la gara Indycar di domenica a Detroit ha riproposto un problema di infrastrutture non indifferente. Durante il 38° giro infatti Hinchcliff decolla su una giuntura d’asfalto staccatasi all’improvviso. La vettura non ha modo di sterzare e finisce nelle barriere. Gara sospesa e dopo 30 minuti ecco arrivare la squadra di manovali che con cemento e cazzuola rattoppano i vari buchi lungo il circuito.

Era già successo nel 2010 a Daytona nella NASCAR, così come nel 2011 in quel di Darlington.

La somiglianza e la diversità stanno tutte  qui. Entrambe i mondi muovono milioni di dollari per autopromuoversi prestando il fianco a figuracce da dilettanti, ma mentre Ecclestone, patron della F1, cerca di mantenere al top il suo giocattolo portandolo nei paesi emergenti e distraendo così l’opinione pubblica, al contrario gli americani se ne fregano altamente di un pezzo di asfalto e fanno spallucce alle critiche europee. Per loro esiste solo lo show, e se per averlo devono correre con un solco di 10 cm. in mezzo alla pista, quello è il problema minore! D’altronde “Motorsport is dangerus” e se il pubblico apprezza…