Bad Calls

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Adesso basta ! Sembra ormai definitivamente arrivata al capolinea la sopportazione di tifosi, giocatori, allenatori ed americani tutti nei confronti della situazione di “lock-out” successiva al disaccordo, per questioni contrattuali, tra la NFL e la NFL Referees Association (NFLRA). Che le cose non andassero troppo dal verso giusto lo si era capito fin da subito, anzi, ancora prima di scendere in campo per la verità. La scelta di avvalersi per le prime cinque settimane di arbitri sostituti provenienti da categorie minori, aveva destato più di qualche critica fin ad inizio giugno. Oggi, a distanza di un paio di mesi, con tre settimane di regular season alle spalle, il problema scoppia nelle mani di Roger Goodell e il criticato commissioner si ritrova, ancora una volta, alle strette, di fronte all’ opinione pubblica.

Colti dall’ euforia dell’ inizio della stagione tifosi e addetti ai lavori sembravano aver digerito l’ amaro boccone della decisione presa. Senza troppi patemi avevano minimizzato su errori fin da subito evidenti. Qualche chiamata sbagliata, lunghi conciliaboli dopo una flag lanciata, errori di valutazione, ma nulla più anzi il simpatico volto di Shannon Eastin, referee donna utilizzata alla causa, aveva fatto il giro del mondo su tabloid e giornali locali quasi ad annunciare una ventata di fresca modernizzazione.

Le cose però sono peggiorate domenica dopo domenica in un crescendo di errori e pessima gestione delle situazioni di gioco. Ogni lunedì l’ analisi di chiamate e penalità sospette, con tanto di ammissione di colpa da parte dei poveri sostituti, arrivava puntuale e cruda a rimarcare la verità dei fatti.

Il 23 settembre la NFLPA (associazione giocatori) si  decide a sensibilizzare, tramite una letttera aperta del presidente Domonique Foxworth, i trentadue proprietari di franchigia spingendoli verso una risoluzione quanto mai immediata. Il barile sembra ormai colmo e dietro l’ angolo ecco la goccia del travaso. Puntuale e in diretta nazionale l’ ennesimo scivolone. Lunedì notte Green Bay e Seattle arrivano in un tirato equilibrio alle battute finali . I sacks dei Seahawks si sono abbattuti sul quarterback dei Packers inesorabilmente per tutta la gara come i giudizi di Jon Gruden dall’ alto dei microfoni della ESPN ad ogni chiamata arbitrale “it was a bad call by the referee”. Nel drive decisivo a tempo scaduto un hail Mary pass intercettato dalla safety  M.D. Jennings finisce in un groviglio di mani tra le quali quelle di Golden Tate ricevitore di Seattle. Una chiamata evidente si trasforma in un controverso touchdown con tanto di sorpasso Seattle sul filo di lana. Tutti hanno la sensazione che questa volta i sostituti malcapitati referees abbiano “deciso” la partita.

L’ America si sveglia il giorno dopo sotto shock. Il giocattolo da miliardi di dollari più amato dagli sportivi americani rischia di incagliarsi in una palude grande come una pozza d’ acqua. Si squote la stampa nazionale e da ogni parte del Paese risuonano parole spese alla causa. “I’ve never seen anything like that in all my years in football.” le dichiarazioni del coach Mike McCarthy. Persino il Governatore del Wisconsin Scott Walker torna sul fattaccio e in serata arriva addirittura il monito di Barack Obama “I want to see the regular referees back on the field”.

Muto al momento Roger Goodell che non può far altro che intavolare nuove trattative con la parte in causa. Sul piano del salario sembra esserci ormai un accordo che prevede circa un 10% di maggiorazione. Gli scalini da superare restano per prima cosa il piano di previdenza pensionistico che la lega vorrebbe rendere meno garantito per chi possiede un’ attività parallela al lavoro di referee e in seconda battuta la proposta della NFL di aggiungere circa 21 nuove giacchette alle 121 unità attuali in un sistema di valutazioni settimanali del lavoro svolto con maggiore rotazione di personale, proposta al momento rifiutata dalla NFLRA.

Certo che la situazione ormai pare incandescente. Goodell da sempre a favore di una lega più sicura e di qualità maggiore ora sembra aver siglato un clamoroso autogol. La garanzia dell’ incolumità dei giocatori e il tentativo di evitare infortuni terminali passa anche attraverso un arbitraggio capace di gestire al meglio ogni situazione di gioco. Professionisti ad ogni livello, ma soprattutto in campo, è quello che chiedono ormai a gran voce tifosi e analisti di ogni testata. La speranza è che alla fine la macchina organizzativa riparta più efficiente di prima e che questo sciopero, come quello dei giocatori dello scorso anno, finisca senza lasciare ferite insanabili. Prepariamoci intanto con qualche cerotto a portata di mano, ancora per almeno due settimane, il rischio dell’ ennesima “bad call” è ancora vivo.