Le vittorie degli Orioles mettono in crisi il run differential

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I Baltimore Orioles continuano a vincere, anche domenica sera ad Oakland. La loro vittoria per 9-5 nei confronti degli Oakland Athletics tiene la squadra di Baltimore ad una partita di svantaggio dal primo posto e nella posizione di wild card con tre partite di vantaggio sugli altri team. Non solo questa vittoria mette gli Orioles in una situazione ottimale con sole 16 partite da giocare, ma sfida anche il nuovo convenzionale modo di valutare la differenza di run subite e segnate dei vari team.

Il concetto di esaminare il run differential è un interessante e informativa statistica. Se un team segna più corse di quante ne subisca nel corso della stagione, allora ci sono buone possibilità che sia una buona squadra. E un grande run differential potrebbe essere un valido supplemento alle vittorie e sconfitte totali nella valutazione della qualità di un team. Per esempio quest’anno, le squadre con il miglior run differential sono i Texas Rangers nell’American league e i Washington Nationals nella National League; queste sono anche le due squadre con il miglior record.

Il problema non è la statistica in se, la quale rappresenta uno strumento molto utile, ma è assurdo quando analisti, fans ed esperti la vogliono far diventare l’unico metodo per valutare la qualità di un team. Con i Baltimore Orioles in seconda posizione per la maggior parte della stagione si è parlato più del loro pessimo run differential che di altri fattori positivi.

In molti pensano che la stagione vincente di Baltimore sia solo dovuta ad una buona dose di fortuna, e che un team come i Red Sox sia molto più forte di loro, nonostante una stagione negativa, solo perchè il team di Boston ha un run differentiale migliore. Ora come si può pensare che una squadra sia fortunata per 146 partite? Dire che un team che si trova ai vertici della classifica sia inferiore ad un team che si avvicina alle 90 sconfitte e con un orribile pitching staff è il chiaro esempio di come le persone possano fare un po’ troppo affidamento ad una nuova statistica.

Gli Orioles trovano il modo di vincere, che è il vero obiettivo del gioco; così come gli Arizona Diamndbacks del 2007, i quali avevano il miglior record del campionato e arrivarono alla finale di conference nonostante un run differential negativo.

Ci sono volte in cui un reliever rimane nella partita per prendersi la cosiddetta pallottola per il team. Forse un pitcher viene bombardato e subisce numerose corse, ma questo permette al team di tenere fresco il resto del bullpen per i giorni successivi. In una serie contro Chicago quest’anno, gli Orioles hanno vinto un paio di partite combattute ma ne hanno persa una per 8-1. Pessimo per il run differential ma gli Orioles hanno vinto la serie.

Forse quest’enfasi sul run differential viene da molte persone che giocano al fantasy baseball. In questo caso non conta molto quando una corsa viene segnata. Nel fantasy, una grande slam da parte di un giocatore in una squadra che perde per 10-4 conta di più di qualcuno che segna un home run vittorioso nel decimo inning.

Ma gli Orioles non giocano nel fantasy baseball. Loro giocano nella realtà. Loro hanno giocato il 90% della stagione in maniera tale da vincere le partite più combattute e concedere qualche sconfitta pesante durante il percorso.

Sono rimaste appena 16 partite da giocare, una piccola porzione di spazio nella quale davvero fortuna e casualità possono fare la differenza. Se gli Orioles saranno due partite davanti gli Yankees alla fine della corsa chissà se ci sarà ancora qualcuno che parli di fortuna. Gli Orioles nel frattempo avranno ancora più vittorie, che alla fine è quello che conta per determinare i campioni.

E non preoccupatevi. Una nuova statistica verrà inventata prestoche renderà il run differential del tutto irrelevante.