Shock the world

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Storicamente New York non si è mai ripetuta dopo aver vinto un Superbowl. La prima giornata del campionato NFL sembra voler confermare questa tradizione negativa. I Giants giudicati da molti analisti una delle squadre con il roster più profondo, hanno palesato dei limiti notevoli nei DB dove l’assenza della prima scelta dello scorso anno, finora un po’ deludente, Prince Amukamara si è fatta parecchio sentire.

Le secondarie di New York sono state vittimizzate per tutta la partita dal semisconosciuto Ogletree. A parte un Manning già ispirato i campioni in carica non sono sembrati pungere in attacco dove l’eroe dello scorso anno Victor Cruz ha droppato diversi palloni. Il running game è stato brillante solo a tratti ed il talentuoso rookie Wilson è sembrato ancora acerbo per dare un contributo. Si è fatta parecchio sentire la perdita di un back di potenza come Jacobs, in grado di guadagnare yards “difficili” contro una difesa molto fisica.

Per quanto riguarda Dallas, se questi sono i Cowboys versione 2012 vanno ascritti di diritto tra i possibili contendenti per il grande ballo. La squadra allenata da Jason Garrett si è presentata con una coppia di CB nuova di zecca che ha ben figurato, ma è nell’atteggiamento che si sono visti i progressi più ampi. Non più spreconi e poco concentrati come lo scorso anno, con rimonte subite nell’ultimo quarto al limite del paradossale ma finalmente una squadra cinica e concreta.

Grande merito va al QB Tony Romo che ha giocato finalmente “dentro se stesso” ossia cercando di non strafare come troppo spesso ha fatto in passato. Bravo nel leggere i missmatch sul campo, ha sfruttato il giovane Ogletree, una spina nel fianco della difesa dei campioni del mondo. Per sognare davvero in grande Dallas dovrà però registrare la propria linea d’attacco,  ciascuno dei cinque partenti, l’anno scorso, giocava in una posizione differente o non era titolare.

L’ultima volta che i 49ers avevano battuto i Packers al Lambeu Field era il 1990 quando il presidente degli Usa era ancora George Bush senior. Il QB di San Francisco era un certo Joe Montana, quello dei Packers era Magic Man, al secolo come Don Majkowski e l’allenatore dei formaggiari era Lindy Infante. Proprio quest’ultimo qualche stagione dopo, come OC dei Colts, virò di 180° la carriera fino ad allora mediocre di Jim Harbaugh, attuale HC dei 49ers. Corsi e ricorsi storici si dirà…

A fare notizia non è solo la vittoria ma soprattutto il fatto che San Francisco non ha dovuto far affidamento solo sulla solita grande difesa. Alex Smith è sembrato in pieno controllo di un attacco che è stato capace di muovere la catena per tutto l’incontro e che ha messo in confusione la difesa avversaria con una rotazione quasi ossessiva degli skills players in campo.

Per Green Bay una sconfitta che certamente non compromette la stagione ma che mostra i limiti di una squadra forse un po’ troppo “di finesse” cui manca un running game credibile oltre ad una linea di qualità per proteggere un attacco che pesa quasi per intero sul talento del #12 verde-giallo.

Altro shocker della prima giornata è stata la sconfitta di New Orleans ad opera della miglioratissima Washington, risultato ancora più sorprendente se si considera che i Saints, targati Brees, in questi anni sono stati praticamente imbattibili sul turf di casa loro. Difficile pensare che questa sia la vera New Orleans, una squadra con una difesa porosa sia sulle corse che sui passaggi ed incapace di stabilizzare il proprio running game.

Dal canto proprio RG3 conferma la tradizione positiva dei QB afro-americani che debuttano tra i pro. A causa della loro mobilità e del fatto che sono ancora poco conosciuti dai DC avversari, questi giocatori sono sempre dei pessimi clienti per le difese avversarie. A questo punto la NFC East diventa di diritto la divisione più tosta di tutta la NFL con i Redskins che, già lo scorso anno, avevano dato l’impressione di essere ad un QB dall’essere un brutto cliente per tutti.

Tra gli altri risultati sorprendenti NFC, spicca la nettissma vittoria di Atlanta del nuovo OC di Dirk Koetter in un campo difficile e rumoroso come l’Arrowhead Stadium. Chissà che l’inizio con il botto di Matt Ryan e l’opaca prestazione di Brees e compagni non sia il segnale di un cambio al vertice della NFC South. Incoraggiante anche l’inizio dei Bucs di coach Schiano che hanno riportato sulla terra un debordante, almeno nel 2011, Cam Newton.