150 punti, gli ultimi oramai

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Così vai via, non scherzare no…

Iniziava con queste parole “Amore Bello” di Claudio Baglioni. Cantava la fine di una storia d’amore che si interrompeva con una scelta unilaterale, senza possibilità di replica.

Deve essere ciò che hanno pensato anche Ron Dennis e soci, chiusi nella sala conferenze al McLaren Technology Center, a proposito della notizia bomba di un Lewis Hamilton in procinto di abbandonare la scuderia di Woking. Non è stato facile per il pilota, non sarà stato facile per il team, ma ad un certo punto bisogna digerirla. Sono mesi che si susseguono voci incontrollate sul mercato piloti, ma la conferma di Hamilton in McLaren sembrava una formalità. A tenere banco era il presunto (quanto improbabile ormai…) appiedamento di Felipe Massa, e di nomi in questa direzione se ne sono fatti tanti.

Già in primavera, dopo poche gare, il più quotato era Perez. Pilota velocissimo, si era distinto in particolare per la gara in Malesia in cui andò ad attaccare con la sua Sauber un Alonso al comando del GP. Ci pensò Montezemolo a smorzare gli entusiasmi bollando il messicano come “non ancora pronto per la Ferrari”, e questo a dispetto del fatto che Sergio Perez è un pilota del Ferrari Drive Academy, ovvero un loro dipendente. In estate altri due nomi probabili per il cavallino: Webber prima e Button poi. Nessuno dei due vuole saperne. Normale che sia così. La Ferrari ha nel mirino Vettel che sarà libero solo dal 2014, perciò serve un pilota per un solo anno, in affiancamento ad Alonso. Presunzione e ignoranza, perché reputare Webber e Button come due tappabuchi denota poca lungimiranza. Non per nulla entrambi hanno rifirmato contratti pluriennali con i loro rispettivi team.

Ma Hamilton ancora non firma… e il suo management inizia un valzer di consultazioni che include persino la Ferrari stessa. A Maranello rispondono “No grazie”, ma sanno che è un bluff atto solo a spuntare le migliori condizioni con la sua squadra. Tuttavia c’è chi è interessato all’anglo-caraibico, ponendosi una semplice domanda: come mai la McLaren non ha messo sotto chiave il contratto di Lewis con un anno di anticipo? Ergo, c’è qualcosa che non va tra le parti, meglio metterci il naso. E così la Mercedes decide di tastare il terreno. La coincidenza del contratto in scadenza di Schumacher, mette in moto un processo che da semplice sondaggio diventa un pre-accordo nel qual caso nonno Schumi decida di appendere il casco al chiodo per la seconda volta.

Non sembra comunque possibile l’accordo, perché Lewis è un uomo McLaren nel DNA. Sta solo giocando al rialzo? La Mercedes, che della carriera di Hamilton è una costante, non si da per vinta dalle apparenze e mette sul piatto tutto quello che può. Vogliono Hamilton, e sono disposti a tutto per averlo! In McLaren tentano l’ultima strenua difesa, alzando le cifre sul contratto. Lewis è un uomo squadra, accetterà anche se i soldi non sono quelli che chiede il suo manager, ma intanto da Woking partono tre telefonate. La prima è per Perez: se Lewis non firma saresti disponibile? La seconda è per il megamiliardario messicano Carlos Slim: se prendiamo Perez sarebbe interessato a continuare nella sponsorizzazione al pilota ed eventualmente anche al team? La terza chiamata va dritta alla Mercedes: se ci chiamiamo fuori dalla trattativa, sareste disposti a continuare la fornitura dei motori a titolo gratuito anche per i prossimi anni?

Perché è così… no non è giusto se è così… se te ne vai, se te ne vai… Perché è così… perché finisce tutto qui,  tra poco andrai…

E’ un fulmine a ciel sereno quello che colpisce i tifosi della McLaren e quelli di Hamilton. Nessuno aveva mai creduto realmente ad una sua fuga. “Ingrato” è stato l’aggettivo più delicato per definirlo, in alcuni casi diventando “traditore”, come per Alonso, anche se le situazioni sono diametralmente opposte. Ma il contraccolpo è ancora più roboante, perché il consiglio di amministrazione di Mercedes, nello stesso istante in cui annuncia Lewis, licenzia Schumacher. L’uomo che doveva riportare la casa della stella a tre punte al top della Formula1, ha fallito!

Cosa abbia convinto Lewis rimarrà un mistero fino ai test di gennaio, quando le nuove vetture per il 2013 metteranno le ruote in pista. A quel punto si potrà valutare se il binomio Hamilton-Mercedes porterà frutti. Quanto ai soldi le cifre si sprecano. Approssimativamente non dovrebbero essere comunque meno di 22 milioni di dollari di ingaggio a stagione, con sponsor personali che porterebbero la somma a circa 27 milioni.

Hamilton resterà comunque in casa. Non va dimenticato infatti che quando Ron Dennis lo prese con se, Lewis correva in Kart nel team  di Dino Chiesa, interamente voluto dalla Mercedes attraverso la consociata AMG. E ritroverà il suo compagno di squadra e amico di allora, quel Rosberg che in questi anni ha fatto venire molti più capelli bianchi a Schumacher.

Vai via così… finisce allora tutto qui, fra poco andrai… 150 punti, gli ultimi oramai…

Quanto a Perez, Montezemolo ha ribadito dopo Monza che Sergio non è pronto per la Ferrari. E la McLaren ringrazia…