AFC Week 4 Review

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Settimana di restaurazione in AFC, dove le grandi deluse, come Patriots e Broncos, rialzano la testa, mentre tornano pesantemente a deludere Jets e Bills. Non mancano le conferme, incarnate nel bene da Texans e Bengals, nel male da Chiefs e Raiders.

La prima pagina della quarta settimana di campionato è dedicata ai tigrotti di Cincinnati, non tanto per la vittoria esterna sui Jaguars, quanto per la capacità di confermarsi una realtà ormai influente negli equilibri di conference. Che fermare lo sterile attacco di Jacksonville non fosse un’impresa impossibile, non è un mistero per nessuno, ma farlo sembrare semplice, chiudendo i conti prima dell’intervallo, da comunque la misura della forza mentale e tecnica della squadra. Dalton emerge come uno dei migliori QB della lega, facendo valere l’intesa ormai brevettata con AJ Green, ma mettendoci anche del suo con una segnatura su corsa. Il resto lo ha fatto la difesa, quanto mai solida, arricchita per l’occasione dalla buona prova del rookie Vontaze Burfict, passato in poche settimane dalla condizione di bidone a quella di fulgida promessa.

Risorgono a Buffalo gli acciaccati Patriots. Dopo due sconfitte consecutive e sotto 21-7 a inizio terzo quarto, New England ritrova le certezze offensive, potendo contare sul miglior Brady e sulle ricezioni di Gronkowski e Welker. A spezzare gli equilibri però sono le corse di Ridley e dell’eroe di giornata Bolden, che in due collezionano oltre 200yd e tre TD. L’impressione è che i vicecampioni NFL non abbiano ancora risolto i balbettii delle precedenti settimane, e che molto aiuto in questo frangente sia arrivato dal blackout tecnico e mentale dei Bills, autori a fine giornata di sette turnovers. La larga vittoria restituisce in ogni caso entusiasmo ad un ambiente preoccupato e teso, forte anche di una divisione che non pare poter nascondere insidie degne di questo nome.

Perdere col sorriso sulle labbra, questa pare la filosofia 2012 dei Dolphins. Per l’ennesima volta in stagione Miami cede allo scadere, dopo aver dato l’impressione di poter disporre dei quotati Cardinals per buona parte dell’incontro. La difesa domina gli avversari per tre quarti, collezionando la bellezza di otto sack, con Cameron Wake protagonista assoluto degli incubi notturni del povero Kolb. A tradire alla fine è l’attacco, che nonostante la bella prova di Tannehill, deve inchinarsi sull’altare dei turnovers e della cattiva giornata del reparto corse. Nonostante il record negativo, i delfini sembrano aver imboccato la strada giusta, confidando nella crescita di un QB con buone doti di leadership, sebbene ancora troppo facile all’errore, e in una difesa che si conferma tra le migliori. La prospettiva di conquistare la seconda piazza della EAST non è poi così lontana dall’avverarsi.

Preziose boccate d’ossigeno sono le vittorie di Broncos e Chargers, entrambe impegnate contro avversarie della WEST. I valori tecnici indicano che la prima piazza divisionale, e il conseguente lasciapassare per i playoffs, sarà una questione a due, ma Denver e San Diego non sono ancora le protagoniste che gli addetti ai lavori avevano pronosticato. Peyton Manning torna a sfoderare una prestazione eccellente, aiutato da un McGahee ancora una volta vero leader dell’attacco dei puledri. Convincente al cospetto dei modesti Raiders è stata anche la prova della difesa, reparto però ancora in debito con le attese, e probabilmente la vera chiave di volta della stagione. I Chargers non esaltano, ma passano sui Chiefs senza troppi affanni. Le buone notizie sono i recuperi di Gates e Matthews, mentre un ruolo inaspettato sembra profilarsi per Jackie Battle. Il RB dal pedigree modesto, ha fatto tornare alla mente le doti di un altro folletto, il mai dimenticato Darren Sproles.

Una riflessione a parte meritano i QB sulla graticola, il cui ruolo di partente è messo pesantemente in discussione. I più vicini a perdere il posto sono Sanchez e Cassel. Il primo è travolto dalla sfiducia mai sopita di stampa e tifosi, che oggi chiedono a gran voce la promozione di Tebow, nonostante gli enormi dubbi che questa scelta comporterebbe. Il secondo si conferma il peggior investimento dei Chiefs nell’ultimo decennio, tanto che l’esordio da starter di Brady Quinn potrebbe avverarsi già la prossima settimana. Non se la passano meglio Palmer e Fitzpatrick, sebbene il loro destino potrebbe essere diverso. Palmer non è riuscito a cambiare l’inerzia offensiva dei derelitti Raiders, e alle sue spalle si staglia la sagoma dell’eterna promessa Leinart, senza escludere che anche il giovane Terrele Pryor, positivo in preseason, potrebbe avere la sua possibilità. Fitzpatrick resta invece ancora piuttosto saldo al suo posto, ma il sospetto che dipenda più dalla mancanza di alternative che dalla fiducia che nutre l’ambiente nei suoi confronti è piuttosto verosimile.