NFC Week 7 Review

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Con Atlanta (6-0) a riposo, i New York Giants (5-2) resistevano ai Washington Redskins del QB più eccitante di tutta la NFL in questo momento. Il rookie RGIII sfiorava l’impresa ma Eli Manning in combinazione con il solito Victor Cruz ne spezzava i sogni di gloria. Così i Giants sono riusciti a consolidare la loro posizione in cima alla classifica della NFC East, nella quale con i Philadelphia Eagles in bye, i Dallas Cowboys facevano visita ai Carolina Panthers.

I due più discussi QB del momento Newton e Romo erano attesi alla “prova del nove”. Entrambi, nell’ambito di una gara poco spettacolare, hanno disputato una buona gara che ha visto prevalere alla fine la più organizzata franchigia di Dallas. Se i problemi per Dallas non sembrano finire mai e, dopo l’infortunio di Murray anche il meritevole Felix Jones a fine partita riportava un recuperabile infortunio al ginocchio, per Carolina i processi sono appena iniziati. I Panthers, privi di un gioco di corse e con Jonathan Stewart e DeAngelo Williams, pavide fotocopie dei giocatori che tra il 2007 e il 2009 dominavano le statistiche del Running game, hanno ceduto alla maggiore robustezza della difesa texana, dimostrando una volta di più che, nel bene e nel male, l’attacco non può prescindere solo dalle giocate di Cam Newton. Per ora la nuova sconfitta è costata il posto al GM della squadra ma potrebbe non essere finita.

Se l’inizio del campionato era stato caratterizzato dalla crisi delle due franchigie con gli attacchi più esplosivi di tutta la NFC, se non dell’intera NFL nella scorsa stagione, le ultime due giornate hanno segnato un risveglio sia di Green Bay sia di New Orleans. Se però le prestazioni eccezionali dei soliti Brees & co. sono state favorite dall’evanescenza della difesa di Tampa, la squadra del Wisconsin ha dovuto non faticare ma ridiventare esplosiva come non le capitava da tempo. Favorito da una linea che sembra aver iniziato a carburare, Rodgers ha ritrovato non solo l’esplosività di Jordi Nelson, 122 yds rec., 1 TD, ma ha scoperto la capacità di Cobb di rendersi utile non solo come Ricevitore e ritornatore ma anche nel backfield, permettendo così ai “formaggiari” di sorprendere la difesa di S.Louis in più di un’ occasione.

Se la franchigia del Wisconsin sembra aver ritrovato la sicurezza dei giorni migliori, i Vikings si ritrovano 5-2 dopo una partita che li ha visti nuovamente portare a casa una vittoria grazie ad una prova difensiva maiuscola da parte della difesa e in particolare di Harrison Smith, che con il suo intercetto, ha messo in sicurezza il punteggio (21-7). Plauso particolare al solito A.Peterson, capace di correre per 153 yds e un TD. Sconcertante prova del QB Christian Ponder, non tanto per i due intercetti ma per la sequela d’incompleti lanciati e la miseria di yds (58) accumulate a fine gara.

Chi domina la NFC North sono i Chicago Bears (5-1) che grazie alla difesa hanno sconfitto nel MN i Detroit Lions(2-4). L’importantissimo fumble ricoperto da Brian Urlacher sulla goal line e l’intercetto di Moore su un decisivo quarto e tre, a fine partita, ai danni di Stafford hanno sigillato il risultato finale. Nell’incontro si è infortunato il WR Nate Burleson dei Lions, fuori per il resto della stagione mentre “Megatron” ha messo a referto sole tre ricezioni per un totale di 34 yds(!). Senza il vitale apporto di C.Johnson, l’unica nota positiva per la franchigia del Michigan è stato il primo TD del WR Broyles, ex Oklahoma Sooners. Per i tifosi Bears, vi sono stati alcuni attimi di panico dopo il sack durissimo inferto da Dominic Suh al QB Jay Cutler. Cutler è rientrato e ha proseguito l’incontro senza entusiasmare né commettere errori cruciali.

I 49ers (5-2) nella NFC West si sono imposti sui Seahawks (4-3) nonostante una prova imbarazzante del proprio attacco che, fatta eccezione per il RB Frank Gore, ha prodotto poco o nulla alimentando i soliti dubbi sulle capacità di leader di Alex Smith. Per Harbaugh, il non facile lavoro di ricostruire un clima di fiducia intorno al proprio QB.

Una giornata quindi interlocutoria che ha premiato innanzitutto le giocate difensive di difese quali quelle di Chicago, S.Francisco e Dallas mentre al contrario attacchi esplosivi come Carolina e Detroit sembrano smarriti.