AFC Week 9 Review

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La nona settimana di campionato conferma le quattro regine dell’AFC, con Houston, Baltimore e Denver vincenti, e i Patriots, che seppure in bye, possono godersi le sconfitte delle rivali divisionali e mantenere la vetta della EAST. Questa passerà però alla storia come la giornata che consacra la stella di Andrew Luck, trascinando i Colts in piena corsa per i playoffs, in uno scenario che a inizio stagione sarebbe stato considerato dai più come fantasioso. L’impresa del giorno è invece quella di Pittsburgh, che decimata dagli infortuni, espugna il proibitivo campo dei Giants, e torna a far sentire il proprio fiato sul collo dei Ravens. In caduta libera sono invece le quotazioni dei Bengals, che da squadra rivelazione nella scorsa stagione, sono oggi forse la maggiore delusione della conference.

Indianapolis coglie un successo di platino al cospetto dei rognosissimi Dolphins, si porta 5-3 ed è l’unica vera alternativa al dominio di Houston nella SOUTH. La causa di una metamorfosi così repentina rispetto alle ultime deprimenti stagioni, ha le sembianze di Andrew Luck, un QB che nella scomoda posizione di predestinato, sta addirittura superando le previsioni più ottimistiche sul suo rendimento. Domenica non si è accontentato di guidare i compagni al successo, di ridicolizzare una difesa fino ad ora brutale con i QB avversari, ma si è permesso di stabilire il nuovo record NFL per yard completate su passaggio da un rookie in una singola partita. Le 433yd collezionate, condite da due TD e nessun turnovers, lo piazzano davanti al Cam Newton fenomenale dello scorso anno, e gli consentono di insidiare un altro record. Luck è infatti il secondo rookie nella storia ad aver lanciato oltre 300yd in quattro partite, affiancando un mostro sacro come Peyton Manning. Giusto sottolineare però la crescita dell’intera linea offensiva dei Colts, così come significativo è il contributo apportato da un altro rookie, il RB Vick Ballard, alla causa di un team che da troppo tempo non riesce a mettere in piedi un solido gioco di corse.

Denver inanella la terza vittoria consecutiva, e lo fa sullo scomodo campo di Cincinnati, difendendo la prima piazza nella WEST. Ad una prima parte di gara autoritaria, segue qualche balbettamento di troppo, ma il vantaggio di avere in squadra Peyton Manning è anche quello di poter contare sul miglior QB di sempre nei minuti finali. Manning infatti mette al sicuro il risultato con due drive pressoché perfetti, collezionando il record assoluto di 48 gare vinte nel finale, superando l’antico primato di Dan Marino. Manning si conferma anche la bestia nera dei Bengals, centrando l’ottavo successo in altrettante gare disputate contro la franchigia dell’Ohio. La giornata dei record non riguarda però solo il QB dei Broncos, ma anche gli special team, che con Trindon Holliday mettono a segno un ritorno in TD per 105yd per il nuovo primato del team. Pur persistendo qualche dubbio sulla tenuta della difesa, vanno comunque registrate le ottime prove di Wesley Woodyard e di Von Miller, quest’ultimo autore di 3 dei 5 sack di giornata per gli ospiti.

La trasferta degli Steelers al cospetto dei Giants non si può dire che fosse nata sotto una buona stella. Alle assenze dei vari Mendenhall, Dwyer, Polamalu, e a quella di Antonio Brown a inizio partita, si erano infatti aggiunti i problemi logistici dovuti all’uragano Sandy, che avevano costretto gli ospiti a sbarcare nella grande mela solo poche ore prima dell’incontro. Come se non bastasse il risultato pareva incanalarsi male dopo un dubbio fumble di Roethlisberger, ma è a questo punto che la reazione di Pittsburgh ha cambiato le sorti del match. Alle solite percentuali straordinarie di Big Ben, che conferma di veleggiare attorno al 50% nella conversione dei terzi down, va aggiunta la giornata magica di Isac Redman, RB di scorta che nonostante le caviglie doloranti corre per 147yd e un TD. Al resto ci pensa la solita selvaggia difesa degli acciaieri, che costringe Eli Manning alla peggior prestazione stagionale.

Tra gli altri spunti della giornata va ricordato l’amaro ritorno di Mario Williams a Houston. Il protagonista del più costoso trasferimento dell’offseason NFL, ha dovuto patire l’ennesima sconfitta dei suoi Bills, ma può consolarsi con la miglior prova personale dell’anno con 7 tackle e un sack. Altro pomeriggio da incubo per i Titans, che opposti alla terribile difesa dei Bears, pensano bene di collezionare 5 turnovers, tra i quali vanno contati 4 fumble, regali decisamente fuori stagione per chi vorrebbe rialzare la testa dopo una prima parte di campionato decisamente deludente. Infine da segnalare la curiosa inversione di tendenza in atto in casa Raiders, dove dopo molte stagioni caratterizzate da attacchi asfittici e difese efficaci, i numeri paiono ora raccontare di una squadra decisamente più frizzante nel reparto avanzato, ma pericolosamente smemorata nelle retrovie.