Sandy corre da sola.

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Dal 1970, anno in cui la New York Road Runners ne organizzò la sua prima edizione, la maratona di New York non è solo una corsa lunga poco più di 42 chilometri, è soprattutto un giorno di festa sportiva per tutta la comunità dei cinque distretti che formano New York City. Una vetrina di gente festante, sparpagliata sul percorso più caratteristico e famoso del mondo, passando da Staten Island a Brooklyn fino al Bronx e Manhattan. Circa 50’000 il numero di partecipanti da ogni parte del globo. Tutti con un solo obiettivo, portare a termine la gara. Consapevoli di vivere un’ esperienza unica nel suo genere, comunque andrà a finire. Il tributo del pubblico cittadino ti trascina durante la fatica e può essere determinante a volte per chi esaurisce le batterie prima di arrivare a Central Park per il giro finale, un’ esperienza unica, che ti resta per sempre dentro ai ricordi più belli, se lo hai vissuto in prima persona sul campo.

Ogni prima domenica di novembre la città si prepara a questo serpentone di corridori. Ogni anno, nel segno di una sportività contagiosa, la gente si ferma per rendere omaggio a tutti gli atleti. Attraverso New York e all’ impeccabile organizzazione della sua maratona, gli Stati Uniti hanno sempre mostrato una piena efficienza e la voglia di far festa. E’ stato così anche nel 2001, nonostante una ferita aperta e pulsante a solo due mesi di distanza dagli attentati terroristici delle Twins Towers. In quell’ occasione il sindaco Rudolph Giuliani aveva deciso infatti di non cancellare l’ evento, consapevole che la cittadinanza della Grande Mela sarebbe ripartita più forte e unita di prima. Sempre e comunque guardare oltre, non piangersi mai addosso il motto scolpito nello spirito della comunità newyorchese.

Fino ad oggi, fino a Sandy.

Nella notte di lunedì 29 ottobre Sandy, come è stato chiamato l’ uragano abbattutosi sulla costa orientale degli Stati Uniti, ha messo la Nazione in ginocchio. Il New Jersey e la città di New York le zone più colpite. Le strade spazzate da venti a 170 Km all’ ora, allagamenti e danni per 50 miliardi di dollari, circa 90 le vittime lasciate sul campo. La situazione nella City è apparsa subito difficile da gestire, le zone colpite necessitano di aiuti costanti, mancano generi di prima necessità, manca l’ energia elettrica in interi quartieri della città e i servizi pubblici non hanno ancora ripreso a funzionare in modo regolare.

Oggi, la notizia che ha fatto il giro del mondo, il sindaco Michael Bloomberg cancella l’ edizione 2012 della maratona di New York. Gli organizzatori ci avevano creduto, stavano allestendo un circuito di generatori di corrente per garantire i collegamenti necessari. Ancora una volta l’ efficienza made in USA avrebbe prevalso sull’ imprevisto. Si stava allestendo lo striscione dell’ arrivo in Central Park, quando la conferenza di Bloomberg ha riportato tutti alla realtà. Una decisione difficile da prendere, ma quantomai sensata. Troppa la gente ancora sfollata o bisognosa di aiuto per distogliere tempo e forze all’ emergenza. Troppe anche le controversie politiche sulla decisione di voler correre ugualmente. Troppi i newyorchesi ancora in condizioni disperate. Purtroppo domani non sarà un giorno di festa.

Questa volta ha vinto Sandy.