New York Jets QB business

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Spesso un luogo comune utilizzato per descrivere il concetto di sport in America è la frase “non è importante vincere ma dare spettacolo”; in verità io credo che questa frase vada rivista con la più realistica “non è importante vincere ma fare business”. Tutte le leghe dei maggiori sport americani sono infatti leghe private, macchine da milioni di dollari che nell’ interesse generale cercano di vendere il proprio prodotto e di esportarlo nella maggior parte del Mondo. Quando per esempio al draft NBA del 2002 gli Houston Rockets con la prima scelta assoluta scelsero il cestista cinese Yáo Míng, i mercati asiatici, fino a quel momento poco interessati alle notizie relative alla palla a spicchi americana iniziarono a mostrare un crescente interesse per quel mondo e sponsor del calibro di Reebook, Coca-Cola, McDonald’s e Visa ad invadere il paese della grande muraglia.

Devono aver pensato una cosa del genere nei quartieri alti della NFL quando al draft del 2009 i New York Jets scelsero il quarterback Mark Sanchez. Con il suo arrivo nel ruolo più prestigioso e invidiato del gioco, la lega si assicurò una vetrina permanente nelle case di tutti i ragazzi che come Sanchez incarnavano un’ identità latino-americana. In verità lui quest’ indentità non l’ ha mai sposata del tutto. Californiano dalla nascita e con una carriera universitaria di alto livello nei Trojans lui ha sempre cercato di non assumere un ruolo da riscatto razziale, anzi ha più volte dichiarato di essere solamente se stesso e non il quarterback “latino” che molti avrebbero voluto.

La conquista del Mexico da parte della NFL tra l’ altro era già incominciata nel 2005 con una partita tra Arizona e San Francisco disputata il 2 Ottobre di quell’ anno all’ Estadio Azteca di Città del Mexico per un primo approccio commerciale, ma fu poca cosa. La faccia di Sanchez inserita in un contesto amplificato come quello della Grande Mela, sembrò essere un biglietto da visita più convincente. Il ragazzo tra l’ altro nella sua prima stagione non sfigurò per nulla riuscendo a portare i Jets alla finale di conference persa contro Indianapolis. L’ anno seguente furono i Pittsburgh Steelers a negare a Sanchez il primo Super Bowl della sua carriera fino a quel momento più che promettente.

Nel 2011 il primo passaggio a vuoto, i Jets mancano i playoff. Sanchez chiude con statistiche discrete 56.7 % di completi, 28 TDs e 18 Intercetti, diventa il capitano ed il motore di un attacco conservativo ed orientato verso il gioco di corsa voluto dall’ head coach Rex Ryan. In estate arriva il contratto giusto, 5 anni per 58.25 milioni di dollari e piena fiducia. Quest’ anno però le cose non vanno secondo le attese, i Jets partono subito male, Sanchez regala una prestazione disastrosa dietro l’altra e raggiunge il punto più basso il 17 dicembre quando nella sconfitta contro Tennesse lancia 4 intercetti. E’ rottura tra Ryan e il quarterback latino-americano. I piani da business dei New York Jets vanno in fumo. Tagliare il ragazzo adesso costerebbe 17.1 milioni di salary cap del 2013 e la sua immagine è in parte compromessa.

Per fortuna che i Jets in estate nel ruolo di quarterback firmano per 5 anni di contratto un degno sostituto di Sanchez a livello di immagine mediatica, Tim Tebow proveniente dai Denver Broncos, che in barba alle foto da copertina si affidano all’ esperienza di Manning. Tebow arriva da una stagione in cui ha trascinato in un isterismo contagioso tutto lo Stato del Colorado, non solo per un brillante finale di stagione culminato con la conquista dei playoff ma proprio per la sua determinazione e il suo  carattere.

Del resto la storia di Tebow e della sua brillante carriera nei Florida Gators aveva già fatto il giro di tutti i media locali scatenando una vera e propria mania collettiva, “la Tebowing”. Il rito di inginocchiarsi con il quale si concentra nel pre partita e i riferimenti di alcuni versetti della bibbia, scritti sulle strisce nere messe sotto gli occhi per ripararsi dai raggi solari, sono il motivo per il quale la Nazione è affascinata dal giocatore. Un esempio da seguire. Una faccia da sfruttare per un sano business pronto a rimpiazzare il flop di Sanchez. Come dire ? Tutto secondo i piani !

Ventiquattro ore dopo l’ accantonamento di Sanchez da parte di Ryan, come un fulmine a ciel sereno, arriva la dichiarazione con la quale Tebow avanza la richiesta di essere ceduto a qualche altro team. Il volto da un milioni di dollari di Tim non sarà in campo domenica contro San Diego. Il motivo è la scelta dell’ head coach di utilizzare come vice Sanchez il terzo quarterback della squadra, Greg McElroy. Nulla di esotico, nulla di magico, ma solamente numeri alla mano e prestazioni sul campo dall’ allenamento. Niente più copertine e facili guadagni, solo concretezza, quella che adesso si chiede al prodotto da Alabama, alla faccia dello sport da esportazione. Sanchez, Tebow, McElroy e persino Ryan, personaggi con destini che probabilmente dalla prossima stagione prenderanno strade differenti.

I New York Jets, ancora una volta, sono in pieno disfacimento. E’ dura vivere all’ ombra dei Giants campioni del Mondo, tornare a sorridere come ai tempi ormai sbiaditi di Joe Namath o perdere sempre e comunque in nome del business.