Adrian “comeback” Peterson.

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Mancano tre secondi alla fine della stagione dei Minnesota Vikings, almeno quella regolare. Blair Walsh sta per calciare dalle 29 yards il field goal che vale un biglietto di sola andata con destinazione Green Bay per i playoffs. Nessun esperto del gioco avrebbe potuto pronosticare ad agosto un finale di stagione così brillante per la squadra del Minnesota che al momento vanta un record di tutto rispetto. Un calcio importante e decisivo, ma che forse ha meno importanza di quello che sembra. I Vikings l’ obiettivo più importante della stagione infatti lo hanno già raggiunto ed hanno già un motivo per cui essere felici ed euforici da almeno diciassette settimane, la loro stella brilla ancora alta nel cielo della NFL, Adrian Peterson è tornato.

In America li chiamano “comeback“. Sportivi che tornano in campo attraverso una lenta riabilitazione dopo infortuni o situazioni più o meno gravi che li hanno allontanati dalle competizioni. Dietro ad ogni singolo ritorno quasi sempre si nasconde una storia di volontà e tenacia fuori dal normale. Umane speranze di poter continuare a fare quello per cui si è pagati o strapagati ma sempre attraverso una volontà a non arrendersi. Superare la cattiva sorte per ripartire come prima, almeno nelle più rosee aspettative. Nel football americano in cui gli infortuni non mancano stagione dopo stagione questi ritorni sono addirittura ufficialmente premiati perchè non è facile tornare a buoni livelli quando hai toccato il fondo.

Il 24 dicembre del 2011 Adrian Peterson esce zoppicando dal campo. Nella partita contro i Washington Redskins si infortuna rompendosi il legamento crociato anteriore e quello mediale collaterale del ginocchio sinistro. L’ anima di un’ intera squadra si spegne dopo una stagione 2011 di magre consolazioni. Peterson non è solamente il miglior giocatore della squadra è soprattutto la stella per cui ogni compagno è motivato a dare il massimo, è il cuore pulsante di un’ intera tifoseria ed il volto dei Minnesota Vikings.

Lo è stato da subito, dalla sua prima partita da rookie, il 9 settembre del 2007, quando il primo touchdown della sua carriera è determinante nella vittoria contro gli Atlanta Falcons. Qualche domenica dopo dimostra di sapersi caricare tutti i compagni sulle spalle vincendo, quasi da solo a suon di yards, sul campo dei Chicago Bears. Dopo sette settimane tra i professionisti, scrive il suo nome sul libro dei records correndo 296 yards contro San Diego. E’ paragonato ai più grandi running backs di sempre, leggende del passato come Jim Brown, Walter Payton e Barry Sanders, come loro Peterson colleziona, prestazione dopo prestazione, statistiche importanti. Riesce a trascinare i compagni nel 2009 alla finale di Conference persa contro New Orleans. Diventa a detta di molti il miglior running back della National Football League. Strappa ad inzio 2011 un contratto da 96 milioni di dollari diventando il giocatore più pagato della storia nel ruolo, si lega a vita con la franchigia dei Minnesota Vikings. Costruisce un mito soprannominato “All Day”.

Dopo quell’ infortunio i dubbi su di un suo ritorno sono molti. In estate si opera al ginocchio. Lavora duro per poter tornare a correre sui campi da gioco. I tempi però sono lunghi e accorciarli dipende dalla volontà dello stesso Peterson. Quando a settembre manca poco all’ inizio di una nuova stagione resta ancora qualche interrogativo da chiarire sul suo pieno recupero. Tornerà di certo, ma molti pensano che il periodo migliore per Peterson stia per tramontare. Per essere determinante come prima dell’ infortunio serve dimostrarlo sul campo. Quando alla prima partita contro i Jaguars Adrian Peterson è in campo, tutti tirano un sospiro di sollievo. La prestazione non è poi così male e le mosse del numero 28 sembrano quelle di sempre. La stagione gira nel verso giusto. Dopo tre partite sotto le 100 yards corse, Peterson inizia ad inanellare prestazioni da 5.8 yards di media a portata. Nelle ultime otto partite diventa il nemico dichiarato di ogni difesa che affronta. Pare impossibile fermarlo e trascina la squadra verso un imprevisto finale. Porta i Vikings a 29 yards dai playoff. Si ferma a 2097 yards corse in stagione. Si ferma a 9 yards dal record di tutti i tempi stabilito da Eric Dickerson nel lontano 1984. Si ferma contento ed appagato.

Quando il pallone calciato da Walsh passa tra i pali, le telecamere sono tutte per Peterson che oggi è tornato più forte di prima. La sua stagione forse sarà premiata con l’ NFL Comeback Player of the Year o persino col prestigioso Most Valuable Player Award (MVP), ma non e’ importante, intanto è contento di aver contribuito con tutta la squadra al raggiungimento dei playoff.

E le 9 yards per il record ? (chiede la giornalista Pam Oliver) “Nine yards what ?” (risponde Peterson). Per quelle c’è tempo, ci saranno altre stagioni fatte dalle corse di All Day.