Divisional Play Off Review

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Alla resa dei conti, tre delle quattro finaliste dei championship dell’AFC e della NFC sono le stesse dello scorso anno. New England e Baltimore si rincontreranno al Foxborough dopo l’avvelenata vittoria dei Ravens in RS e il Championship dello scorso anno in cui i Ravens persero l’occasione di andare al SB a causa del field goal sbagliato da Cundiff, il kicker poi tagliato. I Patriots si sono sbarazzati agevolmente degli Houston Texans, pallida fotocopia dello squadrone che solo un mese fa pareva destinato a involarsi verso il SB. Privi di Gronkowski, che salterà causa infortunio Championship ed eventuale SB, hanno trovato un nuovo protagonista nel “poco utilizzato” RB Shane Vereen, autore di tre TD (due su ricezione e uno di RG), 124 Yds di total offense, 41 su Corsa e 83 in ricezione. Brady, 25/40, 344 yds di lancio e tre TD pass lanciati, ha guidato l’attacco senza commettere errori supportato da un gioco di corse che appare, con Ridley e Vereen, aver assunto in questa stagione un ruolo inaspettato.

Da parte loro i Ravens hanno disputato in un clima “glaciale”, con temperature oscillanti tra i meno dieci e i meno venti, una partita di rara intensità concedendo relativamente poco all’attacco dei Broncos ma pagando “caro” due big play degli ST avversari e più precisamente di Holliday, due volte a segno con un punt e un kick off return. La partita alla fine l’ha portata a casa l’attacco con Joe Flacco (3 TD pass per lui) che, in complicità con i suoi ricevitori, favorito dagli svarioni difensivi delle secondarie dei Broncos, a soli 40 secondi, senza Time Out, ha lanciato un clamoroso passaggio da 70 yds a Jacoby Jones, molto bravo a rubare (per l’ennesima volta) il tempo alla safety, agguantando in extremis il pareggio e l’OT. Il resto l’ha fatto Peyton Manning, il veterano, il comeback player dell’anno, che commettendo un clamoroso errore nella propria metà campo si è fatto intercettare dai Ravens, favorendo così il field goal decisivo di Tucker, ricordando nella sorte quanto capitato nel championship del 2009 a Brett Favre in maglia Vikings contro i Saints.

Nella NFC le prime due squadre del seeding si affronteranno al Georgia Dome di Atlanta. Gli Atlanta Falcons, in virtù del loro record in stagione regolare e del “fattore campo” dovrebbero avere i favori del pronostico ma, per quanto visto in campo nei divisional P.O. è difficile affermare che tutto ciò corrisponda a verità.

I Falcons, che affrontavano i Seahawks in casa, dovevano confermare l’ottima stagione fin qui disputata, dimostrando di poter essere vincenti anche nei P.O. dopo che nelle precedenti tre occasioni (2008, 2010 e 2011) l’accoppiata Ryan (QB) e Smith (HC) aveva ampiamente deluso le attese. Nel primo tempo la squadra di Atlanta ha giocato un’ottima partita lasciando a zero Wilson & co. e mettendo a referto 20 punti. Partita finita? Macché, nel secondo Seattle ha chiuso la saracinesca e Wilson ha cominciato a danzare dietro la linea alla ricerca del big play chiudendo con 385 yds di passaggio, due TD Pass, 60 Yds di corsa e un TD. Dopo aver messo a segno solo 7 punti nel secondo tempo, Atlanta ha avuto paura di vincere, e con poco più di venti secondi sul cronometro si è ritrovata sotto 27-28. Tutti i fantasmi delle precedenti disfatte sembravano concretizzarsi quando “Matt Ice” ritrovava la freddezza dimostrata in tutto il resto della stagione pescando con due lanci profondi Douglas e Gonzalez, permettendo così al kicker Bryant di calciare dalle 47 per il field goal della vittoria.

Saranno i 49ers di CK7 ad affrontarli. Dopo un primo tempo equilibrato in cui i Packers reggevano il campo dimostrando equilibrio nella selezione dei giochi offensivi, nel secondo mentre il Running Game di Green Bay scompariva, Kaepernick prendeva le misure della difesa gialloverde ergendosi non solo nel passing game con 263 yds di lancio e due TD a fronte dell’intercetto iniziale ma soprattutto nelle corse chiudendo come miglior RB dei 49ers con 181 YDS a tabellino e due TD segnati, di cui il secondo da 56 Yds, vero spartiacque dell’incontro. Kaepernick, QB molto mobile sembra in grado di mettere in difficoltà la difesa di Nolan, non a suo agio con giocatori come Newton, Wilson e Kaepernick stesso. Atlanta, del resto potrebbe, dopo la paura con Seattle, essersi rafforzata. E’difficile dirlo dopo un secondo tempo in cui è sembrata una squadra con scarso carattere, non in grado di affrontare il “ciclone Kaepernick”.

La stagione regolare dice che la finale dovrebbe essere tra Atlanta e New England ma il “momentum” e il “pathos” potrebbero favorire S.Francisco e Baltimore, regalandoci un’inedita finale tra due HC rivali ma soprattutto fratelli, trasformando il Superbowl ne l”Harbaughbowl”!