I segreti della Pistol Offense

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Gli anni 2000 sono stati certamente influenzati dalla shotgun spread offense utilizzata massicciamente nella NFL dai Patriots di Bill Belichick e da moltissimi allenatori a livello di college.

La diffusione di questo schema a livello pro è stato sicuramente aiutato dal cambio delle regole, che c’ è stato in questi anni, che ha penalizzato sempre di più i contatti dei DB rendendo più agevole il gioco aereo.

Poco oltre la metà degli anni 2000 in un college non di primissimo piano come Nevada un allenatore, Chris Ault, ha un’ intuizione geniale: creare un attacco che metta assieme i punti di forza della shtogun spread offense con quelli del tradizionale e potente gioco di corsa della I Formation. Uno infatti dei maggiori problemi della shotgun è che è non è molto facile correre da quella formazione.

E’ così che nascela Pistol Offense dove il QB non è a 7/8 yards dal centro ma a 4, pertanto in grado di vedere sempre bene la difesa, ed il RB è a circa 3 yards dietro di lui, in grado di ricevere l’handoff in modo similare a quando il QB gioca attaccato al centro.

Quali sono i vantaggi pratici di questo tipo di attacco. I vantaggi più immediati sono sul gioco di corsa dove il QB, non essendo così profondo nel backfield come nella shotgun, è una credibile minaccia nel portare lui stesso la palla esattamente come un RB. Pertanto prima difficoltà della difesa individuare il portatore di palla.

La scelta del QB di correre o meno è data dalla reazione del DE avversario.

Come si vede nella foto qua sotto (partita tra Washington e Baltimora giocata quest’anno) i Redskins sono schierati con 2 WR, un TE e due RB ma con Morris e Griffin allineati nella pistol formation.

Il DE (cerchiato di rosso) viene deliberatamente ignorato dalla linea offensiva e deve scegliere se buttarsi direttamente dentro il backfield nel tentativo di distruggere l’azione oppure stare al suo posto e “leggere” la situazione.

La decisione del DE determinerà se Griffin farà un handoff a Morris o correrà lui stesso protetto dal proprio FB (alla sua destra)

In questo caso il DE è esitante e non si butta dentro per cui, essendo l’esterno coperto da lui stesso e dalla safety abbassata non caso dei Ravens, il QB di Washingotn decide di dare la palla al RB Morris.

La corsa di Morris che si tradurrà in una guadagno di 21 yards ha anche altro vantaggio. Il fatto che Griffin faccia l’handoff al RB  girandosi alla propria sinistra e che  il #10 di Washington finterà lui stesso di aver la palla in mano e di correre in quella direzione, fa sì che il movimento della difesa di Baltimora sia istintivamente da quella parte. Pertanto Morris facendo un taglio verso destra riuscirà a cogliere tutta la difesa fuori bilanciamento.

Situazione opposta invece si ha quando il DE si butta deciso dentro il backfield spianando la strada a Griffin per la corsa verso l’esterno.

Il gioco in questione è uno unico anche se prevede due possibili soluzioni (corsa del RB o del QB) si chiama Zone Bluff. In effetti si tratta di proprio di un bluff perchè si scommette sulla decisione del DE . C’è infine un ulteriore dettaglio in questa chiamata: il comportamento del FB.

In questo specifico gioco il FB non blocca il DE che rimane “intoccato” ma lo aggira descrivendo un arco per andare a colpire l’OLB. Le ragioni sono due.

In primo luogo il fatto che il FB passi vicino al DE lo confonde  perché quest’ultimo potrebbe pensare ad un passaggio nel flat e quindi essere tentato di seguirlo, in secondo luogo il blocco del FB serve a prevenire che l’OLB possa “scendere” andando a prendere la posizione del DE tappando il buco lasciato in linea dal suo movimento verso il backfied.

Queste sono le implicazioni più evidenti che la pistol offense ha sul gioco di corsa e di conseguenza sulle difese che devono difendere questo tipo di formazione, ma i vantaggi sono evidenti anche nel gioco aereo.

Innanzi tutto la finta di handoff che il QB fa sul RB è più  efficace, secondo molti HC della NFL, della classica play-action, perché questo tipo di formazione porta LB e Safety a pensare di trovarsi quasi con certezza di essere di fronte  ad un gioco di corsae  pertanto sono portati ad abboccare alla finta con un movimento verso la linea di scrimmage.

E’ quello che è successo alla safety di Dallas Danny McCray (nella foto qui in basso) che reagendo alla fine di handoff di Griffin nei confronti di Morris ha fatto un passo in avanti consentendo al WR Aldrick Robisnson di bruciarlo sul profondo con deep post sul quale la Safety non è stata in grado di recuperare. Risultato del gioco: un TD da 68 yards.

In conclusione cosa rende davvero speciale un  sistema offensivo e le relative chiamate dell’OC?

Tante cose ma sicuramente tra le più importanti c’è quella di mandare in conflitto una difesa, facendogli credere una cosa e poi facendo tutt’altro. Alla luce di quello che abbiamo visto quest’anno possiamo dire che il sistema inventato da Chris Ault è in grado di confondere e quindi di funzionare non solo al college ma anche tra i pro.