“Come on Aussie”

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Come sempre le vicende del Masters di Augusta ci regalano momenti indimenticabili, così come nell’ edizione appena conclusa, che passerà alla storia per essere stata la prima vinta da un giocatore australiano. Adam Scott riscatta in pieno e con merito il crollo che nove mesi fa lo aveva visto sconfitto in un altro Major e ritrova la determinazione che al Royal Lytham & St. Annes, all’ Open Championship dello scorso anno, aveva smarrito. E’ il primo trionfo per Adam Scott, dopo 48 tentativi, in uno dei quattro Major Championship e così come Baker-Finch, Greg Norman o Geoff Ogilvy hanno fatto prima di lui, sale tra i grandi australiani di sempre.

Un giro finale in crescendo sulle seconde nove buche di Augusta, terminato imbucando un lungo putt da circa 8 metri, alla difficile buca 18, per uno score totale di 9 colpi sotto il par (69-72-69-69), sufficiente a guadagnare l’ accesso al decisivo playoff, vinto poi, alla seconda buca di spareggio (la buca 10) ai danni dell’ argentino Angel Cabrera.

Come on Aussie“, perchè è stata un’ edizione dominata dagli australiani fin dalla prima giornata quando nelle posizioni di testa erano saliti l’ outsider Marc Leishman e il connazionale più quotato Jason Day, già secondo nell’ edizione 2011, ritrovatosi al comando alla buca 15 del suo ultimo giro e finito terzo dietro Scott e Cabrera. Il destino però questa volta ha scelto Adam Scott, bravissimo ad imbucare tutti i putt decisivi al momento giusto. Con questa vittoria Scott sale al terzo posto dell’ Official World Golf Ranking e intasca una prima moneta di 1.105.ooo euro circa.

Non ha mai mollato Angel Cabrera, quarantatrenne nativo di Córdoba e vincitore nel 2009. Un golf di rara bellezza il suo e dal sapore di tempi passati. Nel giro finale, al par 4 della 18, mette in bandiera uno straordinario ferro e sigla un birdie che costringe Scott al playoff. La resa dei conti arriva quando il suo putt si ferma a tre centimetri dalla seconda buca di spareggio. Stretta di mano al vincitore, rammarico ma certezza di aver dato il massimo, un gran signore, per lui un consolante assegno di 663.000 euro per il secondo posto.

E’ stato anche il Masters della penalizzazione a Tiger Woods per un droppaggio sbagliato. L’ americano ha dimostrato di essere tornato ad alti livelli finendo quarto a ridosso di Day, anche se fuori dai giochi per la vittoria finale. Qualche errore di troppo e un pochino di sfortuna per Tiger, soprattutto sull’ episodio che ha portato la commissione di gara a infliggergli i due colpi di penalità. Resta il migliore degli americani.

Sicuramente da citare il crollo nella giornata di domenica di Brandt Snedeker, numero due in classifica nella Fedex Cup americana. Il rientrante trentaduenne americano (infortunio ad inizio stagione) era al comando insieme a Cabrera all’ inizio delle ultime 18 buche con uno score di 7 sotto il par prima di segnare un brutto 75 nel giro finale. Una non perfetta forma fisica e il fastidio dovuto alla pioggia, caduta copiosa durante tutta la giornata di domenica, sono forse le principali cause.

Non è stato di sicuro il Masters degli europei, come ormai accade dal lontano 1999 a cui risale l’ ultima vittoria dello spagnolo Jose Maria Olazabal. Anche in questa edizione nessuno dei giocatori europei è mai stato in lizza per vincere il torneo. Il migliore alla fine risulta essere il danese Thorbjorn Olesen, alla sua prima esperienza ad Augusta, risalito ad un ottimo quinto posto finale grazie a due giri (sabato e domenica) chiusi in 68. Buoni anche i piazzamenti di Garcia e Westwood, dai quali però tutti aspettano un ben altro spessore di gioco. Male infine Molinari e Manassero, eliminati dopo le prime 36 buche.

Nota conclusiva sul quattordicienne cinese Guan Tianlang che, nonostante una penalizzazione per gioco lento, è riuscito nell’ impresa di passare il taglio e di soffiare al nostro Matteo Manassero il record come giocatore più giovane di sempre a riuscirci.

 

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