Sventolar Bandiera Gialla

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Si chiamava Mark Robinson e in questi giorni si è celebrato il suo funerale. Quello che ha fatto in vita (il Commissario di pista) si nutre della stessa passione dei protagonisti. Respirare la stessa aria, ascoltare lo stesso rumore, vedere le stesse curve. E avere lo stesso coraggio, perché per entrare in pista e lavorare a pochi metri dalle auto in transito, bisogna avere un cuore d’acciaio e attributi della stessa lega. Mark è morto purtroppo per un eccesso di confidenza nel banale spostamento di una vettura. Quando pensi che tutto è sotto controllo…

Una cosa è certa: il Commissario di Pista è un lavoro sporco che qualcuno deve pur fare, e non sempre riesce bene. In ogni momento può trasformarsi in tragedia, come successo qualche anno fa in Australia quando una ruota staccatasi in un incidente, piombò oltre il muretto.

Questo è un mestiere che varia anche a seconda dei tracciati. Sugli ovali ad esempio è richiesta una velocità di intervento pressochè immediata nell’esporre le bandiere gialle, mentre in una corsa come Montecarlo bisogna essere fulminei nella rimozione delle vetture ferme lungo la pista. Questione di organizzazione. Insomma, va bene la passione ma non ci si può improvvisare.
Mark non era certo uno sprovveduto, visto che militava presso il circuito di Montreal fin dal 2003, ma va detto che spesso si assiste a scene un po’ controverse.

In passato (come oggi) ci si è chiesti ad esempio, come mai la FIA non abbia mai voluto istituire un gruppo di Commissari Permanenti Specializzati, invece di affidarsi ai “locali”. In realtà la FIA ha colpe più gravi, prima fra tutte l’aver permesso alla Formula1 di fagocitare ogni cosa, ogni banconota, ogni risorsa. Per tutti gli altri il nulla, Commissari inclusi. Così si vedono scene come quella di Gara1 nel GT Open a Jerez, dove i detentori della Pole Position, Niccolò Schirò ed Archie Hamilton, vedono bruciare quasi completamente la loro vettura, perché nella zona di stop non era presente il servizio antincendio. Per contro gli Stewart (dal loro ufficio fresco di aria condizionata) aspetteranno ben 1 giro per decidere se immettere la Safety Car o interrompere la gara definitamente. Tutto questo dopo che la gara, in precedenza, era stata neutralizzata a causa di un banale testacoda di una Corvette, in una posizione che poteva essere gestita con le bandiere gialle.

Non è andata meglio nella Gara1 della GP3 a Valencia, dove nel primo giro si è assistito a un incidente che ha visto bloccate un paio di vetture. Bandiere gialle quasi invisibili, commissari in pista che fanno il loro lavoro, e piloti che vanno avanti a darsi battaglia come se nulla fosse. Una situazione di pericolo, che ha visto come epilogo un Drive Through di penalità ai diretti interessati quando mancavano 4 giri al termine, ma soprattutto quando il fattaccio era avvenuto ben 17 giri prima!
Facendo poi un salto di 1000 e passa km, si poteva anche assistere al campionato Mini Challenge sulla pista austriaca di proprietà della RedBull, conosciuta una volta come Zeltweg. Una gara ruspante, come se ne vedono solo nelle categorie a ruote coperte, ma dove, a causa di un contatto, gli unici 2 commissari presenti sul luogo del “delitto”, ci mettono una vita per rimuovere le 2 vetture ferme di traverso all’esterno della curva. Anche in questo caso le bandiere gialle sono una speranza vana, in quanto i saliscendi del circuito non permettono una visuale perfetta tra una postazione dei commissari e l’altra, a dimostrazione che dalla Direzione gara gli ordini via radio arrivano in tutto relax, e che i soldi per aumentare il pacchetto degli addetti vengono utilizzati per altri scopi, ammesso che agli organizzatori siano avanzati dei quattrini.

Insomma, ogni maledetta domenica può essere la stessa storia. Una storia fatta di uomini coraggiosi che vengono messi in pericolo da chi li dovrebbe proteggere, o che avrebbero bisogno di una mano in più per fare ancora meglio il loro sporco lavoro. Quello di angeli custodi dei piloti. Di temerari che si lanciano verso le auto incidentale per dare una mano ai loro beniamini, o anche solo per attaccare un gancio traino e far riprendere al più presto la gara, a tutto appannaggio del nostro e del loro divertimento.
Mark Robinson idealmente ora presterà il suo servizio lassù, dove Ayrton e Gilles corrono ancora e da dove, si spera, potrà allungare una mano per proteggere i suoi colleghi quaggiù, mentre noi aspettiamo che lo faccia chi di dovere.