New England: Fine di un ciclo?

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Si sa nella NFL le dinastie non sono destinate a durare in eterno soprattutto da quando il salary cap ha un po’ spolpato i roster di tutte le franchigie. Certamente è molto più facile passare da una dinastia che finisce ad una che comincia quando c’è un filo conduttore che le tiene assieme.

E’ questo per esempio il caso di Pittsburgh che è traghettata in maniera quasi indolore dall’era Cowher a quella Tomlin, ma lì il filo conduttore si chiamava Ben Roethlisberger.

Lo stesso dicasi per i Packers che dopo i fasti dell’era Favre hanno trovato in Rodgers un sostituto forse persino superiore al vecchio guerriero con la jersey n 4.

A New England invece di tutto questo per adesso non c’è traccia. A dire il vero probabilmente i Patriots fino a pochi mesi erano più che altro concentrati su come tornare al Superbowl sfruttando le ultime annate di Brady piuttosto che pianificare una ricostruzione.

La NFL si sa è un mondo volubile e quelli che paiono equilibri consolidati possono rompersi nel giro di pochissimo. E’ quello che è successo a New England che è passata nel giro di pochi mesi dall’essere una perenne contender al domandarsi che ruolo reciterà nel 2013.

L’offseason orribilis di New England comincia con i continui problemi fisici di Gronkowski che ha un braccio che fa i capricci e non vuole andare a posto, nonostante vari interventi chirurgici. Tuttavia i Patriots sono fiduciosi, il ragazzo ha solo 24 anni, nessuno si è mai ritirato per un infortunio del genere e come se non bastasse c’è il gemello di reparto di Gronko, Aaron Hernandez, a tranquillizzare i sogni di Belichick and co.

Forse è questo eccesso di sicurezza che porta la franchigia a sottostimare il valore di un giocatore come Welker che non viene rifirmato e che passa ad una diretta concorrente: i Denver Broncos. Colpo durissimo al quale i Pats cercano di rispondere con l’acquisizione di Amendola. Caratteristiche tecniche simili ma nel cambio è inutile nascondersi dietro un dito, i Pats ci rimettono.

Tranquilli, probabilmente pensa Belichick, abbiamo cmq sempre le nostre stelle, i due TE delle meraviglie. Peccato che Gronkowski non ne voglia di sapere di guarire del tutto e dopo i problemi al braccio subentrano quelli alla schiena. Quelli sì decisamente più preoccupanti che si pensa all’impatto che potrebbero avere sulla carriera.

Se a New England qualcuno ha pensato che ormai il peggio era arrivato, si sbagliava perché a giugno il mondo della NFL deve fare i conti con una delle pagine più nere della sua storia. Aaron Hernandez viene arrestato con l’accusa di omicidio di suo amico: Olin Lloyd.

All’inizio la storia sembra non avere senso poi lentamente emergono le probabili motivazioni di quel folle gesto. Lloyd sapeva e forse ricattava Hernandez per il suo probabile coinvolgimento in duplice omicidio avvenuto fuori da un night un anno prima, nel luglio del 2012.

Per New England è un altro colpo durissimo. Le prove a suo carico sono così stringenti che il proprietario Kraft decide di tagliare il giocatore poco dopo il suo arresto e la relativa incriminazione.

Sono passati pochi mesi da quando New England è stata sconfitta al championship contro i Ravens, la squadra di Boston ha perso due delle sue stelle ed una terza ha subito così tanti interventi da domandarsi legittimamente quando tornerà e soprattutto in che condizioni di forma.

Molti addetti ai lavori hanno cercato di minimizzare l’impatto di questi infortuni. L’argomentazione più usata e per certi versi corretta è quella di far notare che la grandezza di un QB come Brady è stata proprio quella di rendere bravi anche dei poveri mestieranti del football.

E’ vero se c’è un QB in grado di elevare le prestazioni del proprio parco ricevitori quello è senza ombra dubbio il passatore di New England ma, questa pur valida argomentazione non tiene conto di due elementi.

La prima è banalmente una questione di carattere anagrafico. Da pochi giorni Brady ha compiuto 36 anni ed è legittimo pensare che gli anni migliori ormai siamo dietro di lui. Solitamente quando un grande QB invecchia, si tenta di supportarlo con più talento intorno a lui talento per mascherare l’inevitabile calo al quale inevitabilmente va incontro. Vedi quello che stanno facendo i Denver Broncos con Peyton Manning.

C’è inoltre una ragione tattica che pochi hanno sottolineato. Se è vero che in più di 10 anni di carriera con i Patriots, Brady ha giocato anche con dei ricevitori di basso profilo, una costante dell’attacco di Belichick è di avere sempre dei buoni o in certi casi ottimi TE a roster.

Oltre al due delle meraviglie Gronkowski & Hernandez, ci sono stati Graham, Fauria e Watson ma soprattutto non è mai capitato a Brady di avere contemporaneamente reparto di WR e TE di così basso profilo.

Tuttavia al di là di questa stagione, quello che spaventa di più i tifosi dei Patriots è la sensazione di essere arrivati alla fine di un ciclo senza che si siano messe basi sufficientemente solide per costruirne uno successivo.

Le carriere di Brady e Belichick sembrano legate in maniera indissolubile e sono molti a pensare che i due si ritireranno assieme.

Al momento non s’intravede nessuno all’interno dell’organizzazione che possa colmare completamente questo vuoto. Si parla dell’eventuale coppia Nick Caserio, il responsabile del personale, e di Josh McDaniels, attuale OC, come possibili successori Belichick. Tuttavia mentre il primo è un nome intrigante, il secondo ha dato dimostrazione a Denver di essere, da un punto di vista caratteriale e relazionale, del tutto inadatto per un ruolo del genere.

Inoltre a roster non c’è nessun passatore dietro a Brady che possa far sperare nella nascita di un nuovo ciclo. Non sono molti all’’interno dell’organizzazione a credere in Ryan Mallet.

Per la prima volta in oltre 10 anni il futuro sembra un po’ meno radioso per New England, ma forse potrebbe essere proprio il draft del 2014 (così ricco di QB) l’occasione per Belichick di mettere un tassello fondamentale per la continuazione di questa dinastia.