Marc Trestman: right man for the job?

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Al termine della selezione che ha designato Marc Trestman come nuovo HC dei Bears, uno dei candidati intervistati (purtroppo non si sa chi) ha dichiarato di non aver mai condotto un’intervista con un GM così preparato e competente come Phil Emery.

Quest’ultimo non ha tradito le attese facendo una scelta sorprendente.

Ma chi è Marc Trestman e soprattutto perché Chicago ha scelto un allenatore che diventa HC nella NFL all’età di 57 anni e che è fuori dalla lega da 9 anni ed ha passato gli ultimi 5 anni nella Canadian Football League?

Non che Trestman manchi di estimatori da parte del gotha della NFL. Bill Walsh lo definì il suo pupillo più intelligente mentre Jim Harbaugh ha dichiarato che ha imparato tutto da lui. Per non parlare dei sinceri attestati di stima di Steve Young e Mike Shanahan.

Nonostante la sua meritata credibilità come guru di QB e come esperto della West Coast Offense, la sua carriera è ricca di grandi successi come di momenti bui, come quando ad inizio anni ‘90 nessuno sembrava più interessato a questo giovane assistente tanto da fargli cambiare mestiere. Per tre anni, infatti, ha fatto l’agente di borsa.

La sua carriera comincia nel modo più convenzionale: QB lui stesso all’università di Minnesota a fine anni 70. E’, però, nei primi anni ‘80 in qualità di QB coach all’università di Miami che inizia a far parlare di se con l’ottimo lavoro che svolge con Bernie Kosar e Vinnie Testaverde.

Nel 1989 all’età di 33 anni diventa il più giovane OC della lega con i Browns ed il suo QB è di nuovo Kosar. Il passatore di Cleveland lancerà per 3,533 yards e 18 TD raggiungendo la finale di conference poi persa contro Denver. Sarà poi licenziato a causa della sua relazione difficile con l’HC Bud Carson.

Dopo la parentesi da agente di borsa, la sua carriera sembra avere una svolta quando nel 1995 viene chiamato da San Francisco per rivestire il ruolo di QB coach ed OC. Quelli che però lui allena sono dei 49ers ormai alla fine di un ciclo. Con Young e Rice ormai ben oltre i 30 anni, un gioco di corsa inesistente (Ricky Watters ha appena firmato per Philadelphia) ed una linea offensiva anziana, rattoppata e davvero molto porosa.

Nonostante tutti questi problemi Trestman fa un buon lavoro, nel ‘95 l’attacco è il migliore della lega per punti segnati e secondo per yards guadagnate, mentre in quello successivo scende rispettivamente al terzo ed al sesto posto.

Famosa rimarrà la sua dipartita da San Francisco al termine della stagione ‘96. L’allora proprietario Eddie DeBartolo, poco soddisfatto del latitante gioco di corsa, lo licenzierà in diretta ed in maniera plateale nel corso della conferenza stampa di fine stagione con la celebre frase: he’s gone.

Dopo essere stato Detroit ed Arizona ed aver contribuito a migliorare le prestazioni di Scott Mitchell e Jake Plummer, finisce ai Raiders dal 2001 al 2003 dove la sua carriera da OC tocca il punto più alto.

Nel 2002 il QB Rich Gannon diventa l’MVP della lega ed il suo attacco macina 390 yards a partita di cui 280 di passaggio. La stagione si concluderà con il Superbowl perso contro Tampa Bay, tuttavia l’attacco dei Raiders fa segnare un nuovo record.

E’ il migliore della lega per 16 settimane consecutive. Nessuno ci era mai riuscito prima.

Nonostante tutti questi successi la carriera di Trestman non decolla e la grande chance di diventare allenatore capo non arriva. Il motivo è fin troppo semplice: un carattere troppo tranquillo con un approccio da studioso del football piuttosto che da trascinatore in grado di gestire le turbolenze di uno spogliatoio NFL.

Nonostante tutti questi dubbi la scelta di Emery è intrigante ed è dettata da un imperativo categorico: risolvere l’affaire Cutler.

Come ha anche notato l’analista Ron Jaworsky, Cutler si è come stabilizzato non raggiungendo quel potenziale che il suo talento avevano fatto intravedere.

Colpevoli di questa situazione sono certamente anche i continui cambi di OC ed una linea offensiva vergognosa che solo da quest’anno sembra presentare un discreto livello di affidabilità.

Cutler è al suo ultimo anno di contratto ed al termine del quale Emery vuole e deve capire cosa fare di questo giocatore: lasciarlo andare o rifirmarlo ed eventualmente a quali cifre.

Dal punto di vista tecnico la cura Trestman potrebbe davvero aiutare Cutler ad esprimere tutto il suo potenziale. L’HC dei Bears è un grande sviluppatore di QB, bravissimo nel curare i fondamentali, attento ai dettagli ed in grado di supportare il suo passatore con un attacco sicuramente complesso ma allo stesso tempo strutturato e molto organizzato.

A Cutler verrà richiesto di essere meno ribelle nelle letture, di essere accurato e soprattutto di liberarsi del pallone con grande rapidità.

Tuttavia la vera chiave della stagione di Chicago sarà la relazione tra i due.

Sarà in grado Trestman di farsi ascoltare dal suo QB per tutta la stagione? Riuscirà ad essere credibile e a motivare Cutler anche durante le inevitabili difficoltà che un sistema offensivo così complesso necessariamente comporta?

Infine può un uomo cerebrale e poco “empatico” come Trestman riuscire a coinvolgere un reparto come la difesa, che ha prima di tutto bisogno di un leader emotivo in cui credere e che secondo molti è rimasta “fedele” a Lovie Smith.

Questi sono i grandi interrogativi ai quali Chicago dovrà rispondere quest’anno. Emery ha fatto la sua scelta, bisognerà vedere se è quella giusta.