Monza: Montoya Style

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La vigilia del GP d’Italia a Monza porta sempre con sé ricordi più o meno lontani. Da Clark a Senna, da Fangio ad Alonso, passando per Surtees, Lauda, Peterson, Piquet. Tutti i grandi hanno vinto a Monza. L’albo d’oro del GP non mente.

Tra questi c’è Juan Pablo Montoya. Il pilota colombiano ha vinto 2 volte sul tracciato brianzolo, nel 2001 e nel 2005, rispettivamente su Williams al debutto in Formula1 e su McLaren poi. La prima delle due in particolare sembrò un segno del destino. Lui, l’eroe delle corse americane, conquistò a Monza la sua prima vittoria in Formula1, pochi giorni dopo l’attentato alle torri gemelle di New York. Il ponte di congiunzione tra l’Europa che lo stava adottando e l’America che lo aveva cresciuto.

Fin dalla prima gara mise in chiaro a tutti chi era. Veloce, determinato, imprevedibile, scanzonato e scostante. Nella prima intervista rilasciata al magazine F1 Racing, durante i test pre campionato, dichiarò senza mezzi termini “Sono qui per far piangere gli Schumacher!”.

Per i suoi detrattori non riuscì nell’impresa, o quantomeno non con lo Schumacher più blasonato.

La verità è soggettiva, ma certo la differenza prestazionale tra una Ferrari al top e una Williams o McLaren altalenanti, non hanno aiutato a farsi un’idea precisa sulla scala dei valori in campo. Certo è che anche Michael ricorda bene i segni delle loro battaglie.

Fino all’epilogo finale, con un Montoya che a metà stagione 2006 decide che il gioco non gli piace più e di rimando la McLaren lo lascia libero di tornarsene in America. Negli anni si racconteranno peste e corna sul rapporto troncato a metà anno, tuttavia ancora oggi sia il colombiano, sia il boss della McLaren Ron Dennis, vengono visti insieme saltuariamente negli Stati Uniti. Evidentemente i rancori non hanno strascichi in Formula1.

Con Monza Juan Pablo ha un’altro legame. Il record sul giro in 1’19″525 e quello di velocità massima che una vettura di F1 ha mai stabilito. Nel 2005 raggiunse i 369 km/h!

In queste ultime 2 settimane, “One” Pablo è tornato alle cronache per la dichiarazione del team Ganassi di non voler continuare il rapporto con il colombiano nel 2014. Nella Nascar ha vinto troppo poco in rapporto agli investimenti degli sponsor. Una categoria molto complessa e difficile che mal si è prestata ad un formulista che fino ad allora aveva vinto un campionato di F.3000, uno di F.Cart al debutto, una 500 miglia di Indianapolis sempre al debutto, i Classic Grand Prix di Formula1 come Montecarlo, Monza, Gran Bretagna e Germania, la 24ore di Daytona, e le classicissime stradali della Nascar, come Sonoma e Watkins Glen. Sono pochissimi i piloti che hanno vinto ovunque e nei campionati più disparati, ma il mondiale di Formula1 quello gli è sfuggito.

Con ogni probabilità Montoya nel 2014 sarà in pista nella Indycar. A 37 anni suonati, il colombiano si rimette in gioco in una nuova avventura. Per divertirsi. Lasciò la Cart perché i problemi di motore gli avevano reso l’anno un calvario. Lasciò la Formula1 perché, ufficialmente, si era “rotto le balle”. Nella Nascar aveva trovato la sua dimensione ideale. Viaggiare solo in America, correre ogni settimana, far parte di una tribù più che di un Circus, sentirsi in famiglia. Una sola cosa nessuno ha mai capito di Juan Pablo Montoya, ed era unicamente questa ossessione per il sentirsi appagato dalla sfida. Durante i test (sempre a Monza!) nel 2002, al suo secondo anno di Formula1, ad un giornalista inglese che gli chiese cosa servisse per vincere il Mondiale rispose “Non mi frega nulla del mondiale. Se lo vincerò ok, ma non è la mia priorità personale. Io voglio vincere le gare e battere i miei avversari. Niente di più!”.

Da noi queste dichiarazioni sono tutt’ora improbabili da accettare, ma nel caso del colombiano è certo che ci si trovi di fronte ad un personaggio decisamente atipico, e che per fortuna farà parlare ancora di sé nel bene e nel male.

Ma anche un grande pilota, che ha firmato un pezzo di storia del tracciato di Monza, lasciando impresso un numero che ben difficilmente potrà essere cancellato.

369 km/h!