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Baltimore e l’onere del successo

Per i campioni in carica di Baltimore non è stato un inizio di stagione semplice. A spiegare le troppe difficoltà incontrate non basta la sindrome della pancia piena, il fisiologico rilassamento agonistico che spesso coglie chi raggiunge il massimo traguardo possibile, ma anche una chiara componente tecnica. Innanzitutto è difficile non notare il crollo delle prestazioni di Joe Flacco dopo lo straordinario finale della scorsa stagione. Pesantemente messo in discussione già lo scorso anno, Flacco aveva zittito tutti sollevando il Vince Lombardi Trophy e guadagnado sul campo un ricchissimo rinnovo contrattuale. A distanza di pochi mesi però il tabellino parla di 7 intercetti già subiti, contro i 10 dell’intera annata passata, e di un misero 57% di passaggi completati. Le colpe non sono da attribuire al solo Qb, ma devono essere ricercate nel pericoloso indebolimento, che in offseason ha colpito reparti strategici come la linea offensiva e l’intero reparto difensivo.

La perdita di colonne portanti come Kruger, Ellerbe, Reed e Williams, non poteva non avere un impatto evidente nell’immediato, a fronte del lento inserimento di un rookie atteso come Arthur Brown. Pesanti anche gli infortuni che hanno falcidiato il ruolo di Te, che ha visto la contemporanea perdita di Pitta e Dickson. Infine prosegue la difficile convivenza di Rice e Pierce, che se sta evidenziando le doti del secondo, sta anche contribuendo alla peggior stagione in Nfl del primo. A nascondere in parte le difficoltà dei Ravens è stata la scarsa competitività degli avversari divisionali, ma per difendere con onore il titolo 2012, occorrerà al più presto una netta inversione di tendenza.

San Diego e il fascino dell’antico

Da troppe stagioni i Chargers sono una bella incompiuta. Una squadra in grado di regalare singole prestazioni eccellenti, ma quasi mai capace di mantenere alta la tensione per l’intera campionato. Curioso allora è il destino di chi, come Philip Rivers, è da anni croce e delizia dei tifosi di San Diego, oggetto delle speranze e dello scetticismo degli addetti ai lavori. Il Qb infatti, almeno per il momento, è tra le note più liete della stagione in corso, con ben 11 Td completati e solo 2 intercetti, riportando il gioco aereo delle saette tra i più spettacolari dell’Nfl. Di pari passo con quella di Rivers, va segnalata la rinascita di Antonio Gates. Dato da molti ormai a un passo dal ritiro, dopo due stagioni passate più in infermeria che in campo, Gates ha iniziato il 2013 con statistiche degne delle sue migliori stagioni in carriera, tornando primo riferimento assoluto del gioco aereo dei Chargers.

Si può invece parlare di vera e propria resurrezione nel caso di Eddy Royal, ricevitore dalla carriera mediocre, che al sole della California pare aver trovato la sua dimensione ideale. A sopperire alla costante carenza di un solido gioco di corse, ci ha pensato la versatilità di Danny Woodhead, rivelatosi immediatamente opzione preziosissima negli equilibri del team. All’appello manca forse la linea verde, con un Matthews fino ad ora più utile in ricezione che nelle corse, e Manti Teo ancora oggetto misterioso a causa degli acciacchi.

La buona e la cattiva notizia

E’ francamente difficile trovare motivi di speranza nel campionato degli Steeleers, ma anche dal basso dello 0-4 odierno, un barlume di speranza c’è e porta il nome di LeVeon Bell. Il rookie, appiedato fino a domenica scorsa da un fastidioso infortunio, ha esordito a Minnesota con una prova incoraggiante, bagnata anche da due segnature. Non si può ancora parlare della nascita di una stella, ma certamente per Pittsburgh è la scoperta di una vitale risorsa per il reparto avanzato, che mai come quest’anno appare povero, di talento ma forse ancora più di idee.

Chi rischia di dover ridimensionare le proprie ambizioni sono invece i Titans, che devono fare i conti con l’infortunio di Jake Locker. Il Qb era riuscito finalmente a trovare quella continuità che tanto gli era mancata in passato, mantenendo a zero il numero delle palle perse. Importante anche il suo contributo nelle yard corse, soprattutto in una stagione che sembra confermare le difficoltà di Chris Johnson. Fortunatamente pare sventato il rischio di uno stop troppo prolungato, ma mettere nelle mani di Fitzpatrick il destino di Tennessee nelle prossime settimane, rischia di compromettere gli obiettivi stagionali.