Perchè la tua squadra non vincerà il Superbowl: NFC East edition

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DISCLAIMER: questo pezzo è stato scritto con ironia da un tifoso che non vede i playoffs da anni. Il lettore è pregato dunque di non prendersela col sottoscritto, quanto di gustarsi le digressioni “tra il serio ed il faceto”. Le squadre verranno trattate in ordine rigorosamente alfabetico.

Detto questo, passiamo alla puntata n.1

NFC EAST

Dallas Cowboys: Un nome, una garanzia: Tony Romo. Come “fidejussione” aggiuntiva? Jerry Jones.

OK, I Cowboys sono primi nella semi-deserta NFC East, avendo appena battuto i “temibili a corrente alternata” Philadelphia Eagles. Ma con un attacco che fatica a metter punti con una delle peggiori difese sui passaggi della lega (sorry Philly, still love ya), non è un buon segno.

Difesa: alti e bassi. Sicuramente il passaggio da una 3-4 alla 4-3 richiede almeno due-tre anni. E sia il nuovo Difensive Coordinator Monte Kiffin (ti devo un anello) che l’allenatore di linea difensiva Rod Marinelli stanno lasciando la loro impronta positiva sulla difesa. Tuttavia le secondarie non stanno performando ai livelli attesi, la crew di linebackers tolto Lee e Ware a volte traballa. Come scusa hanno gli infortuni. Però dubito che almeno quest’anno possano trovare la solidità necessaria per arrivare al Grande Ballo.

Attacco: Tony Romo….è sempre Tony Romo. Grandi statistiche, migliorato tecnicamente e come scelta di giochi, però è sempre soggetto a momenti bui (o meglio, “brain farts”) semplicemente inspiegabili. La squadra non può fare a meno di lui, ma a volte i tifosi si chiedono il perchè di tanta sofferenza.

Aggiungiamo gli ultimi drafts per lo più disastrosi del padre-padrone Jerry Jones (Jerry, l’ultimo ciclo vincente l’hai avuto quando Jimmy Johnson faceva il GM, ricordatelo!!!)….e avremo una squadra con meno profondità, diverse stelle, ma strutturalmente un pò traballante.

New York Giants: (inserire scherzo sul loro QB _____________)

Sarei tentato di inserire scherzi a ripetizione su Eli Manning, ma cercherò di astenermi per quanto possibile. Perchè “quello che ha l’espressione di un ritardato” (mi scuso con tutti i ritardati che leggono questo pezzo per averli paragonati ad Eli Manning), ha vinto 2 anelli, di cui uno da protagonista. Due indizi che mi fanno pensare che l’ex-pippone di Ole Miss sia effettivamente uno che al grande ballo a) ti ci porta; e che b) sappia fare il suo dovere più che egregiamente.

Aldilà del record, ai Giganti quest’anno mancano tante cose. I linebackers, per esempio. Il running-game. Ma soprattutto una identità.

Finiti i fasti della D-line spaccaossa, sono rimasti solo i contratti pesanti, ma sembrano scendere in campo i fratelli spaventati dei giocatori che portarono metà delle Grande Mela sul tetto del mondo neanche tre anni or sono.

Se devo puntare il dito, gli imputati sono l’OC Kevin Gilbride ed il GM Jerry Reese. Il primo continua ad operare con un playbook in pietra. Mr Reese invece, con la sua tattica di scegliere al draft il migliore prospetto disponibile a prescindere dai bisogni della squadra, ha fatto sì che la squadra abbondasse di talento in alcune aree mentre altre come le secondarie ed i LBs rimanessero piuttosto sguarnite. Ed ora si pagano i conti.

By the way….bella “non sconfitta” contro i Vikings, ragazzi.

Philadelphia Eagles: Philadephia, ragazzi. Phi-La-Del-Phia. La Cleveland della NFC. DESTINATI a non vincere. Se gli “Dei del Football” hanno recapitato un anello a Tampa prima che a Phila….non ho altro da aggiungere, Vostro Onore.

Squadra col coaching-staff nuovo di pacca. Girandola di QBs, più che un “injury list” sembra un bollettino di guerra. Difesa che ha cambiato nuovamente schemi e principi….insomma, una squadra in parziale ricostruzione. Potrebbero arrivare ai playoffs? E’ dura, ma nella NFC di quest’anno, tutto può succedere. Vincere al SB? Beh, ci scommetterei 10 euro. Perchè qualora dovesse succedere, diventerei milionario.

Devo, nonostante lo scetticismo che mi pervade, ammettere che la linea d’attacco di Philadelphia è molto più che solida, avendola testata di persona due settimane fa. In più, non mancano di certo i playmakers. Insomma: non abbastanza per vincere il SB, ma abbastanza per divertirsi ogni maledetta domenica.

Washington Redskins

Molti tifosi, in periodo di off-season, erano convinti che il più grande problema di Washington era il ginocchio di RGIII. Per quanto una parte sostanziale della stagione dipende dalle sorti di Griffin, è innegabile che la squadra ha bisogno di crescere e non poco. La difesa concede troppo spesso molte yards e punti. Hall e FLetcher probabilmente lasceranno la Capitale a fine anno, da free agents. La linea di difesa è troppo Orakpo-dipendente.

L’attacco manca, salvo RGIII ed Alfred Morris, di playmakers che possano rendere credibile il gioco aereo.

Tra tutte le squadre mi sembra quella più da “ricostruzione totale”, anche se i Giants non sono molto distanti. La differenza tra la versione attuale dei Redskins e quella dell’anno scorso è che le squadre hanno avuto un anno in più per prepararsi a contrastare la read-option, una vera e propria opera d’arte della squadra capitolina nel 2012.

Dunque in questo raro caso non sparo sulla “croce (pelle-)rossa”.

E’ tutto per questa edizione. Per osservazioni, discussioni, premi fedeltà e biglietti della lotteria, fate riferimento al sottoscritto.

Per insulti, minacce, bollette e cartelle esattoriali, fate riferimento a Massimiliano Zanone. Soprattutto le ultime.

Alla prossima!