Carolina: Cam, Shula & una Signora Difesa

American Sport ma non solo ! Registrazione necessaria prima di poter dire la vostra.

Dopo il draft dello scorso aprile, parecchi osservatori avevano espresso più di una perplessità sulle reali possibilità dei Carolina Panthers di poter essere protagonisti di un buon campionato in una division in cui i Saints sarebbero tornati sotto la guida di Sean Payton, al ritorno dopo la squalifica a causa del “Bounty affair” e gli Atlanta Falcons erano attesi a una conferma dopo la splendida scorsa stagione in cui furono fermati dai S.Francisco 49ers nel championship dell’NFC.

Se la linea difensiva con Lotululei e Short pareva rafforzata, le maggiori perplessità venivano dall’attacco. A chi avrebbe lanciato la palla Cam Newton? Avrebbe continuato il 34enne Steve Smith a fare reparto quasi da solo coadiuvato unicamente dal solo TE Greg Olsen?  Il draft, in questo senso, aveva lasciato più dubbi di certezze. Le uniche facce nuove, per così dire, tra i WR a disposizione di Newton erano due Journeyman come Ted Ginn JR, ex Dolphins ed ex 49ers, e Dominic Hixon, ex Broncos ed ex Giants.

Le sfide principali dei Panthers erano però altre. Rob Chudzinski, l’OC che aveva contribuito a trasformare uno dei più poveri attacchi della lega nel 2010 in uno dei più prolifici sotto la guida di un rookie QB come Newton, nel 2011, si è accasato come HC a Cleveland. In sua vece Mike Shula, che non ricopre il ruolo di OC dal 1999 quando lo era a Tampa Bay. Eppure non solo il gioco di corse ha ritrovato il Running game di Johnathan Stewart e DeAngelo Williams, con il preziosissimo aiuto del FB Mike Tolbert, efficacissimo soprattutto in EZ ma il passing game sta beneficiando dei WR La Fell e soprattutto di quel Ginn JR, destinato dopo le negativissime esperienze di Miami e San Francisco a un ruolo marginale di KR ma che sembra invece al 7°anno di esperienza NFL letteralmente rinato a Charlotte.

Il miglior successo però di Shula è Cam Newton. Se è vero che fin dal suo esordio in NFL Mike Shula, come QB Coach è stato un faro nella carriera dell’ex stella di Auburn, è altrettanto vero che mai come quest’anno Newton sembra aver imparato a “stare” nella tasca limitando le corse solitarie in campo aperto.

Se l’attacco dopo un balbettante inizio di stagione ha subito un vero e proprio upgrade, il vero salto di qualità, i Panthers l’hanno fatto in difesa. Se con Lotululei la prima linea difensiva ha serrato la saracinesca, soprattutto sulle corse (la terza della nazione), in Free Agency, la squadra di Mike Rivera ha rafforzato le secondarie. I Carolina Panthers hanno acquisito in FA elementi esperti come il CB Florence dai Lions, o la SS Mikell da S.Louis o il giovane Mitchell da Oakland e messo sottocontratto gli UDF Lester, SS autrice nel MN dell’intercetto che ha chiuso la partita contro NE e White, ex Louisiana Lafayette. E’arrivato anche un esperto WLB come Blackburn dai Giants. Con tutti questi aggiustamenti la difesa di Carolina è divenuta statisticamente la n.2 della nazione preceduta solamente, per yds concesse dalla difesa di Houston.

Chi ancora nutriva dei dubbi sulla consistenza dei Panthers in questa stagione si è dovuto arrendere di fronte alle importantissime vittorie prima contro i San Francisco 49ers, in cui la difesa ha abusato dell’attacco californiano e poi contro i Patriots, in cui Cam Newton è stato autore di ben tre TD pass.

Sembrano molto lontani i ricordi del MN dello scorso anno contro i Giants in cui Newton era stato autore di una prova miserevole, culminata con tre intercetti, la sostituzione con Anderson e critiche piovutegli addosso sia dalla Stampa sia dal suo WR preferito, il veterano Steve Smith.

Oggi i Panthers sono una squadra diversa, coesa, lontana anni luce non solo da quella dell’anno scorso ma anche da quella d’inizio stagione in cui i Panthers erano stati capaci di perdere tre partite su quattro. Quelle prestazioni fecero guadagnare a Rivera il primo posto tra gli HC papabili per una sostituzione. Ora, invece, i Panthers sono a tutti gli effetti dei “contender” dei Saints, in primo luogo e poi negli eventuali Play offs potrebbero se la fortuna e la forma fisica li sosterranno, diventare delle vere e proprie mine vaganti.

Le prove che attendono i Panthers non saranno semplici a cominciare da domenica contro gli imprevedibili e discontinui Dolphins ma il proseguio della stagione sarà determinato con ogni probabilità dalla doppia sfida con i New Orleans Saints, squadra più solida e meno “allegra” in difesa, di quella cui eravamo abituati negli ultimi anni.