Midseason Awards

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Best team: Indianapolis Colts

 

I Colts meritano di essere considerati la migliore franchigia della NFL per la loro fama di ammazza grandi che si sono guadagnati sul campo: San Franscisco, Seattle e Denver. Tutte squadre accreditate di andare al Superbowl che sono cadute sotto i colpi di Luck and co.

Non è, però, tutto oro quello che luccica, i Colts spesso sono i peggiori nemici di loro stessi. La squadra, com’è anche successo domenica contro Houston, si prende spesso delle lunghe pause nel corso delle partite per poi vincere in finale. Questo giochetto, però, non può durare in eterno.

Sicuramente in parte responsabile di questi blackout è l’OC Pep Hamilton che ogni tanto pensa di essere ancora a Stanford e che basti un attacco equilibrato e conservativo per vincere le partite.

Questa franchigia è Luck dipendente ed ogni volta che Hamilton se n’è dimenticato la squadra ha rischiato di perdere.

 

Worst team: Tampa Bay Buccaneers

 

Come si spiega che una franchigia che potrebbe legittimamente pensare in grande sia in realtà la barzelletta della NFL?

Raramente le responsabilità nello sport sono così chiare e univoche come in questo caso. Il colpevole ha un nome ed un cognome: Greg Schiano. A mani basse il peggiore HC che si sia visto nella NFL dai tempi di Rick Kotite.

Molti si chiedevano, già al momento della sua nomina, che cosa avesse fatto questo HC, per molti semi sconosciuto, per meritare una chiamata nella NFL?

Nulla di così notevole, aveva portato alla rispettabilità un programma perennemente perdente come quello di Rutgers, senza però incantare nessuno.

Doveva essere il sergente di ferro che avrebbe messo disciplina nello spogliatoio di Tampa ed invece è riuscito nell’impresa di farsi odiare da tutti. La squadra rema in maniera evidente contro di lui, a dimostrazione che la disciplina se non è accompagnata da idee e da un progetto non serve a nulla.

Matt Millen, Mike Singletary e Greg Schiano. Se tre indizi fanno una prova, allora si può affermare che i LB una volta finita la carriera è meglio che non abbiano ambizioni da GM o da HC.

 

Biggest surprise: Kansas City

 

Quando una franchigia passa in una sola stagione da 2-14 a 9-0 si può certamente dire di essere di fronte ad una grande sorpresa. Anche in questo caso però bisogna ribadire quello che abbiamo detto per Tampa poco prima. KC l’anno scorso non era affatto la peggiore franchigia della lega, anzi tutt’altro.

Il loro record altamente negativo del 2012 era il riflesso di una crisi di rigetto nei confronti di un allenatore poco capace come Romeo Crennel.

Considerare però Kansas City, che ha il miglior record della lega, come la più forte squadra della NFL sarebbe in ogni caso fuorviante.

I Chiefs stanno attraversando una stagione di grazia, quelle in cui ti va tutto bene, tutto gira a mille e si hanno pochissimi infortuni. E’ poco credibile che questa squadra sia in grado di esprimersi su questi livelli anche l’anno prossimo.

Ma allora quanto valgono questi Chiefs?

Lo scopriremo il 17 novembre nel big match dell’AFC contro i favoriti Broncos.

 

MVP: Peyton Manning

 

Anche Philips Rivers che sta avendo un anno incredibile a San Diego avrebbe meritato questo award, tuttavia la stagione di Manning pare quella di un marziano. Se Manning dovesse mantenere questa media, rischierebbe di sfondare il muro delle 6000 yards e di arrivare a 58 TD!!!!

C’è chi afferma che le statistiche interessano solo i perdenti e l’unica che conta è il numero di partite vinte. Per quanto sia un pensiero condivisibile, non si può non rimanere impressionati dalla sua stagione. La cosa che rende questi numeri ancora più eclatanti è che sono prodotti da un QB che ha non più la forza del braccio di un tempo. Chi ha osservato Manning per tutta la carriera non può non accorgersi come il suo braccio non è più tornato lo stesso dall’ultima operazione al collo.

Questi numeri sono il prodotto di un QB che è sempre un passo avanti per quanto riguarda la precisione nei passaggi e la lettura della difesa.

Anche un Manning così debordante potrebbe non bastare per coronare le ambizioni di Superbowl dei Broncos. Tuttavia se sapranno supportarlo con un gioco di corsa più concreto, Manning potrebbe concludere questa incredibile stagione con un po’ di argenteria.

 

Comeback Player: Knowshon Moreno e Ted Ginn jr

 

C’è un detto che afferma che lo sport ti fa tacere e parlare mille volte. E’ certamente il caso di questi due giocatori dalle storie molto simili. Entrambi con una carriera NCAA ai massimi livelli, scelti molto alti al draft e definiti bust fino all’inizio di questa stagione.

Certamente nessuno dei due ha fatto quest’anno ancora abbastanza per giustificare l’hype avuto all’uscita del college, ma stanno mostrando che nel giusto contesto sono in grado di dare un contributo significativo ai rispettivi attacchi.

Ginn ha approfittato della pochezza del reparto dei WR dei Panthers per ritagliarsi un proprio spazio e la sua velocità è stata ben impiegata dall’OC Mike Shula ed innescata dal braccione di Cam Newton.

Moreno a Denver con l’arrivo di Ball era seppellito in fondo alla depth chart e non ci si aspettava molto da lui. Tuttavia in un sistema offensivo che impiega spesso la no huddle, lui è un RB “perfetto”, perché è bravo a correre dalla shogun formation (formazione poco gradita ai RB per correre), riceve molto bene fuori dal backfield ed inoltre protegge molto bene Manning con i suoi blocchi durante le azioni di passaggio.

 

 Best rookie: Eddie Lacy, Giovanni Bernard e Sheldon Richardson

 

Eddie Lacy ha finalmente riportato un gioco di corsa credibile ai Packers che non avevano più un RB da 1000 yards dai tempi di Ryan Grant. Lacy non è certamente “una scoperta”, i dubbi su di lui erano/sono sulla sua capacità di rimanere sano, ma vedendo il suo modo di correre alla beast mode sembra essere lui l’erede di Marshawn Lynch.

A livello di talento puro però pochi rookie ne possiedono tanto quanto Giovanni Bernard, RB dei Bengals. Il suo TD contro l’ottima difesa di Miami sarà una delle mete più belle di questa stagione. Nelle movenze, nell’elusività ricorda tantissimo l’immenso Marshall Faulk.

Se c’è una cosa che Rex Ryan conosce è la difesa e con Richardson è andato sul sicuro. Missouri è una fucina di giocatori difensivi, basti pensare ad illustri precedenti come Justin Smith ed Aldon Smith. Le sue statistiche non sono sensazionali, come tutte quelle di un DL che gioca in una difesa 3-4, ma è lui l’ancora di quella linea.