Separati alla nascita

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Correva l’anno 2007. In Formula1 debuttava un ragazzino di colore che ben presto avrebbe reso il suo nome indimenticabile: Lewis Hamilton. Il nuovo fenomeno arriva da un dominio nella GP2, che convince definitivamente la McLaren a metterlo in vettura per l’anno successivo. Al debutto in Australia rischia di vincere. La gara la porta a casa invece Kimi Raikkonen con una vettura che si rivelerà, successivamente, irregolare. Lewis collezionerà una serie ininterrotta di podi, che già prima di metà anno diverranno vittorie.

Ultima gara in Brasile. Hamilton vi arriva ancora da capolista della classifica, ma il vantaggio accumulato durante l’anno si va sempre più assottigliando, a causa della rivalità con Alonso che sfocia in una guerra, dove anche la FIA pretende di dire la sua, e di una McLaren che colleziona una serie di sbagli che mettono in seria difficoltà il pilota inglese. Alla partenza del Gran Premio accade il fattaccio, che costringerà Lewis a dire addio ai sogni di gloria del titolo mondiale al debutto.

Corre l’anno 2013. Nella MotoGP debutta un ragazzino che ha appena vinto il titolo della Moto2. Il suo nome è Marc Marquez e la Honda sa di avere tra le mani una potenza esplosiva. Al debutto rischia di vincere, mentre già al secondo Gran Premio scala il gradino più alto del podio. Sembra non sbagliare mai, va sempre a podio, e diversamente dagli altri non cade. A metà campionato il suo vantaggio diviene talmente consistente da lasciare presagire la noia. Poi accade qualcosa. Marc vuole cambiare alcuni uomini del suo team, per portare con lui quelli che lo hanno cresciuto in Moto2. Il rendimento cala. Forse solo una coincidenza, ma Lorenzo torna alla ribalta, e anche a causa di alcuni errori della Honda, Marquez vede ridurre il suo vantaggio.

Ultima gara a Valencia. Il vantaggio è esiguo e tutto potrà succedere.

Tornerà l’incubo del passato, o questa volta sarà gloria?