Le domande del “Sig. Mario Rossi”

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Appena finito il Gran Premio della Cina, con il dominio incontrastato della Mercedes di Hamilton, un nostro affezionato lettore, noto come “Mario Rossi”, ci invia una serie di domande aperte a cui vogliamo dare una risposta. Domande che riguardano il GP di oggi e la Formula1 in generale.

D: Anche oggi ha vinto la Mercedes. Esiste la possibilità che perdano almeno una gara quest’anno?

R: Certo che si. Ma non prima di aver vinto il Mondiale Piloti e soprattutto il Costruttori, trofeo che alla casa di Stoccarda interessa in misura più che doppia.

D: E la Ferrari cosa potrà fare?

R: Nel 1988, nel pieno del dominio McLaren Honda, una gara sfuggì all’indistruttibile armata biancorossa: Monza. Volere divino del grande Enzo Ferrari scomparso un mese prima della gara? Può darsi. Parliamo di un mondo fatto di miti e leggende, quindi un qualcosa di ultraterreno potrebbe anche starci. Di quel GP d’Italia vissuto dal vero, rimasero indelebili, al sottoscritto, le immagini dei tifosi che dopo l’incidente di Ayrton con Schlesser estrassero le bandiere ferrariste dalle tasche, fino a quel momento opportunamente riposte. A seguire i tifosi tedeschi dormire sui rami degli alberi, ed infine il rumore nettamente diverso del motore di Berger, vincitore, da quello di Alboreto che arrivò secondo. Mistero… Quindi cosa potrà fare la Ferrari? Lavorare il doppio degli altri e smettere di comprare tecnici a casaccio (cosa ben lontana dall’avverarsi visto il loro interessamento ai tecnici informatici della Mercedes…). E poi pregare. Molto…

D: L’avvicendamento tra Domenicali e Mattiacci ha un senso?

R: Bella domanda! In teoria no, ma è opportuno fare un passo indietro perché in parte ci ricollega alla domanda precedente: Domenicali è stato il capro espiatorio e la vittima sacrificale di un sistema che non dovrebbe più esistere nella Formula1 odierna. Oggi come ieri in scuderie come la Williams o la McLaren, e ancora più indietro nel tempo Lotus o Brabham, il responsabile è sempre il capo. Le prime 2 provarono ad aprirsi al sistema Ferrari, ma alla fine hanno deciso di tornare alle origini. Alonso ha giustamente rimarcato un fatto: “non andremo più forte di un secondo!”. Mattiacci non farà guadagnare alla Rossa quel secondo necessario, e come se non bastasse ha la stessa simpatia di un criceto nei pantaloni, ma forse (per volontà divina?) è un pelo più fortunato, visto il risultato di domenica. Un terzo posto viziato però anche dall’indecisione del muretto RedBull, nel tentativo di rimettere a proprio agio Vettel a scapito di Ricciardo.

D: Cosa sta succedendo a Vettel?

R: Appunto… Non è che Sebastian si sia dimenticato di come si guida una Formula1, soprattutto una RedBull che telaisticamente è ancora al top ma, semplicemente e paradossalmente, ha trovato sulla sua strada un compagno che non sa come si guidava la RedBull degli ultimi 2 anni, ovvero quella con gli scarichi soffiati. Il guaio di Vettel infatti è quello di aver imparato uno stile di guida unico, che gli ha permesso di fare una gran differenza tra lui e il suo ex compagno Mark Webber, ma tornando ad uno stile più convenzionale dovuto per regolamento all’assenza degli scarichi soffiati, ecco che il divario col compagno di scuderia 2014, Ricciardo, si annulla totalmente e cosa per lui peggiore, pende a favore dell’australiano che ha sempre guidato vetture senza scarichi ad effetto “coanda”. Il bello sarà vedere fino a quando Seb sarà in grado di reggere questa situazione. Non difetta di intelligenza, ma la pressione che impone a se stesso può portarlo ad implodere.

D: Da questo primo scorcio di stagione, si può già parlare di mercato?

R: Tutto è possibile, e qualcuno si è già mosso in avanti. Il Banco Santander, main sponsor Ferrari, proprio la scorsa settimana ha ufficializzato il prossimo triennale con la Rossa. La stessa cosa ha fatto il presidente Montezemolo. Uno più uno fa tre, nel senso che questi 2 tasselli bloccano Alonso in squadra anche per i prossimi anni. Non è un mistero che la Honda abbia chiesto alla McLaren di sondare il pilota asturiano, ma la verità è che alla “Mecca” Fernando lo riprenderebbero solo se obbligati o lautamente pagati. In alternativa i cancelli di Woking per Alonso rimangono off limits. Dal canto suo Santander ha chiarito che la sponsorizzazione sulla McLaren era vincolata alla presenza di Hamilton. Quindi a meno di litigi clamorosi, le coppie dovrebbero restare le attuali anche nel 2015.

D: Come si possono cambiare i valori in campo considerato il congelamento dei motori?

R: Purtroppo nel solo modo conosciuto alla Formula1 degli ultimi 20 anni. Con l’elettronica. Appurato che l’anno prossimo tutte le macchine assomiglieranno alla Mercedes odierna, i team spenderanno tutto quello che hanno per rubare i tecnici alla casa di Stoccarda, e soprattutto per studiare software in grado di far lavorare tra loro al meglio il motore termico con quelli elettrici.

D: Perché si è arrivati a partorire un regolamento così “asociale” nei confronti del pubblico, e soprattutto così diverso tecnicamente dal passato?

R: Il motivo è molto più semplice di quanto si pensi, ma si deve fare riferimento a due periodi ben lontani tra loro. Gli anni ’80 e l’ultimo quinquennio. All’inizio di quello splendido periodo successe che l’interesse dei media per la Formula1, la ricerca tecnica sempre più elevata e gli sponsor, hanno prodotto un’ impennata dei costi pari all’ego smisurato di Ecclestone. Pochi anni dopo le cose sarebbero andate per sempre a braccetto. Fu così che quello che era considerato ancora il vero Mondiale marche, ovvero le gare di Endurance (LeMans, Nurburgring, ecc.), fu spolpato in modo tale da non poter più nuocere alla Formula1 in visibilità ed interesse tecnico. Arriviamo così a fine anni ’90, con il colosso AUDI che si impegna nel progetto LeMans vincendo a mani basse. L’interesse di Ecclestone si fa incalzante, ma da Ingolstad arriva perentorio il no! Troppo costosa e povera di contenuti tecnici. Alla casa degli anelli fa soprattutto comodo il poter usare le classiche di durata come banco prova, per le tecnologie da applicare alle auto di serie. Poca spesa e tanta resa. La pensa così anche Toyota, mentre Porsche, forte del suo status, si cimenta a piacimento tra le varie classi a seconda delle richieste dei clienti. Ecclestone non ci sta. Max Mosley prima e Jean Todt poi, non ci stanno neppure loro. Ed eccoci al quinquennio attuale. Per la Formula1 del futuro viene partorito un regolamento motoristico che sembra (con le dovute differenze…) la copia del regolamento tecnico Endurance. Motore termico abbinato alle unità elettriche. Audi e Peugeot, Toyota e Porsche, oggi sono talmente avanti in queste motorizzazioni corsaiole dette “Power Unit”, da poter decidere in ogni momento l’entrata in Formula1. Il fatto che i motori resteranno congelati per 5 anni potrebbe ingolosire non poco i 4 marchi sopra citati, che i progetti li hanno già belli che fatti. Quello che gioca contro la massima Formula è la necessità di fagocitare tutto per poter regnare indisturbata. I 4 sopra elencati invece hanno investito tutta la loro immagine nel rilancio del Mondiale Endurance, e l’affossarlo appena dopo averlo partorito e voluto potrebbe giocare contro di loro in quanto ad immagine. Soprattutto se non si vince o peggio, non si lotta nemmeno per la vittoria.

D: Ultima domanda… Ma adesso Hamilton le vince davvero tutte?

R: Egregio Sig. Rossi, non sappiamo se questa è una domanda o una “gufata” nei confronti di Luigino, ma nel dubbio le risponderemo dopo la prima sconfitta. Mentre aspetta quel giorno, si prepari altre domande. Saluti.