20.000 seghe: I NOSTRI MALI.

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Lo ammetto: volevo prendermi un anno sabbatico (o meglio, un’era sabbatica) ma i miei buoni propositi sono andati a meretrici per colpa del capo-mega-direttore-redattore-generale che mi ha riportato all’ordine. Scrivente dunque, ancora per voi, con una voglia che è una uscita di autostrada tra lo lo zero assoluto ed il nulla cosmico. Armato di whiskey and soda (CAUSTICA, ovvio).

Ciò che mi dispiace è farvi il “non-resoconto” di questo anno pugilistico fatto appunto di 20.000…….seghe mentali, illazioni, supposizioni, scuse, bugie, per non salire sul ring. O meglio, per volerci salire “solo come dico io, altrimenti nulla”.

La reazione cutanea che si manifestava ogniqualvolta dovevo leggere di GGG (al secolo Gennady Golovkin), di Canelo “gallina spaventata”, delle scuse dei vari promoters e managers, è diventata vera e propria intolleranza da shock anafilattico.

PREMESSA: un paio di assiomi fondamentali per capire il pugilato, ora e per sempre:

  1. Si combatte principalmente per soldi. Nessuno ha mai combattuto gratis o si è ridotto la borsa per inseguire “gloria”, come invece credono ancora molti allocchi attempati che al grido di “AI MIEI TEMPI…..” infestano forums e commenti ad articoli.
  2. I promoters sono sempre stati un “male necessario”, ora neanche più quello. Il promoter deve VENDERE l’incontro che egli stesso ha deciso a discapito della volontà o meno del pugile. Quest’ultimo ha firmato un contratto VINCOLANTE col suddetto promoter, dunque gli deve le prestazioni (leggi: numero di incontri) stabiliti nel contratto.

CASO PRATICO: GGG ha vinto le sue cinture contro Milton Nunez, Nilson Julio Tapia, Lajuan Simon, Marco Antonio Rubio, David Lemieux. Resumè solido, direte voi.

No, proprio no. Passi per il livello non proprio eccelso dei pesi medi, però c’è da dire che quando Sergio Martinez (l’ultimo VERO campione dei pesi medi) batteva Pavlik, Williams, Macklin….GGG se ne stava in Europa o a Panama a boxare pugili di quint’ordine, prendendo le cinture come ovvio fosse.

E’ arrivato il titolo WBC in un incontro molto controverso dove Rubio , capita l’impossibilità di vincere in qualsiasi modo, fa la vittima sacrificale andando giù platealmente, salvo poi sorridere a fine incontro e venire mortificato dal suo stesso promoter per aver reso la vita “troppo facile” al collega kazaco.

La farsa di Lemieux poi è stata davvero comica. Il giovane David, ex promettente peso medio, fu battuto diverse lune fa dallo stesso Rubio, che ne mise in risalto i pesanti limiti tecnici e difensivi. Joachim Alcine aveva messo la pietra tombale sulle ambizioni da titolo del giovane toro canadese.

Ed invece guardacaso il buon Lemieux (taglio di capelli a parte) poi è stato catapultato dalla completa oscurità ad un incontro contro il pugile Hassam N’Dam, sulla via del tramonto, per la cintura IBF “piovuta dal cielo”.

Chissà se qualcuno aveva detto a Lemieux che il turno dopo, la parte della vittima sacrificale avrebbe dovuto farla lui…..e così è avvenuto. La repulsione mia riguarda la sfrontatezza dei media che cercavano di vendere Lemieux come uno sfidante “degno ed altamente pericoloso per l’ormai semi-dio GGG”.

Il gioco è chiaro: Golovkin continua a combattere contro pugili di secondo-terz’ordine, chiamando a grande voce i grandi nomi. Solo che GGG ha un contratto con la HBO, emittente televisiva alla canna del gas in quanto a budget per il pugilato, che non può permettersi di garantire borse adeguate. Dunque Golovkin propone l’incontro, detta tutte le condizioni compreso il 75% a lui e 25% allo sfidante (QUANDO VA BENE) su borse medio-basse. Quando gente con un minimo di amor-proprio e di senso del business come Canelo non abbocca, allora “CANELO CODARDO! INFAME! AI TEMPI NOSTI……bla bla bla“. Con seguente innalzamento di Golovkin come bestia mitologica che nessuno vuole incontrare.

Se c’è una cosa che non sopporto è l’ipocrisia. E nel pugilato ce n’è tanta. Ergo, non mi piace più il pugilato, QUESTO NUOVO PUGILATO, dove si combatte coi microfoni e non coi pugni, consapevoli che “il modo migliore per ammazzare un incontro sul nascere è il parlarne alla stampa” (Paul Magno). Perchè gli incontri si organizzano attorno ad un tavolo, con buona volontà e serietà.

Qualcuno si ricorda Mayweather vs Pacquiao? Chi è che faceva l’eroe sui giornali, parlando dell’incontro, delle condizioni, di tutto e di più?

Non chi l’ha vinto quell’incontro (Mayweather). Che debba essere così anche per GGG vs Canelo?

Tendo a pensare che i mezzucci li usa più chi ha scheletri nell’armadio rispetto ad altri.

Torno nel mio eremo mediatico, lontano dalle chiacchiere di promoters, pugili, allenatori, managers.

Svegliatemi quando si sale sul ring, non sono interessato a mettere alla gogna chi sale sul ring in base a dichiarazioni mezzo stampa. L’unico verdetto, inappellabile, si ha quando suona l’ultima campana. Sul ring.

Ecco, questa è la boxe che mi piace. E che quest’anno ci ha dato fin’ora ZERO incontri di livello, in tutte le categorie.