Eastern Conference review 21.05.2012 – 27.05.2012

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Ci siamo: la serie che decreterà la rappresentante della Eastern Conference nelle Finals che scatteranno a giugno sta per avere inizio. Le sfidanti saranno i Miami Heat e i Boston Celtics. La squadra di Lebron James, Dwayne Wade e Chris Bosh, i “nuovi big three”, contro la squadra di Ray Allen, Paul Pierce e Kevin Garnett (oltre ad un certo Rajon Rondo), i “vecchi  big three”. La franchigia della Florida arriva a questa finale della Eastern Conference dopo aver eliminato agevolmente (4-1) i New York Knicks e dopo aver eliminato, stavolta non senza difficoltà, gli Indiana Pacers.

Miami ha dovuto fare a meno di Chris Bosh da gara 1 della serie contro Indiana per uno stiramento agli addominali e il rientro del terzo violino degli Heat è ancora incerto. Miami è stata sotto 2-1 ma ha saputo reagire guidata dalle due superstar rimaste, Lebron James e Dwayne Wade. James, nominato per la terza volta in carriera MVP della regular season, si è caricato sulle spalle la squadra e Wade, dopo aver steccato in gara 3 e dopo aver avuto alcuni screzi con coach Spoelstra, ha contribuito alla grande nelle successive tre partite. Miami ha così chiuso la serie in casa dei Pacers in gara 6 e si appresta ora ad affrontare i Boston Celtics, ultimo ostacolo per tornare alle Finals e provare a prendersi quel titolo che lo scorso anno è sfuggito a causa dei Dallas Maverick del sig. Dirk Nowitzki.

I Boston Celtics, hanno affrontato molte difficoltà in più rispetto ai loro rivali. Hanno eliminato a fatica Atlanta nel primo turno (4-2) e sono stati costretti a gara 7 dai giovani Sixers. Dopo aver perso gara4 aPhiladelphia, i Celtics hanno vinto gara 5 al Garden grazie ad una super prestazione di Brandon Bass che nel terzo quarto ha scavato il solco decisivo. In gara6, aPhiladelphia, è sceso in campo ad inizio partita (indossando la maglia numero 23 di Louis Williams) capitano onorario, l’idolo locale Allen Iverson accolto da tanti applausi ma anche da qualche fischio dal pubblico presente al Wells Fargo Center. Il numero 3 che nel 2001 aveva portato i Sixers alle Finals (e alla vittoria in gara 1, salvo poi cedere ai più forti Lakers per 4-1), ha avuto la sua importanza a livello psicologico. La squadra di casa, trascinata dal suo pubblico ha portato la serie in parità (nonostante abbia tirato con brutte percentuali e perso la lotta a rimbalzo, anche se i punti nel pitturato sono stati nettamente a favore dei Sixers).

E così la serie è arrivata a gara 7 dove i Sixers erano già stati protagonisti in passato proprio sul campo dei Celtics (dopo questa serie bilancio 18-4 ingara 7, un delle sconfitte subite proprio per mano della squadra di Philadelphia). E’ qui che è uscito fuori Rajon Rondo che ha guidato i suoi alla vittoria e li ha portati ad affrontare gli Heat nella rivincita della sfida dello scorso anno (al secondo turno, 4-1 per Miami il finale). Boston arriva a questa serie senza Avery Bradley (fuori per il resto della stagione) e con un Ray Allen non in ottime condizioni.

Le condizioni fisiche saranno proprio il cruccio principale dei Celtics. Se riusciranno a stare sani, potrebbero davvero impensierire gli Heat (come confermato anche dal 3-1 instagione regolare). Boston proverà a sfruttare un rigenerato Garnett in posizione di centro. Senza Bosh, sarà dura trovare qualcuno in grado di marcarlo. I problemi principali per i biancoverdi riguardano Ray Allen, non al top e con percentuali da tre e ai liberi molto più basse delle sue medie stagionali e in carriera (così come i punti realizzati). L’assenza di Bradley costringerà Rivers ha rimettere il numero 20 tra i titolari. Anche Paul Pierce non è al meglio e, nella serie contro Philadelphia ha sofferto spesso la difesa di Iguodala.

Per Miami, in attesa del rientro del loro terzo miglior realizzatore, ci sarà la possibilità di avere il fattore campo a favore e di avere un numero minore di partite alle spalle. Sarà importante che anche il resto della squadra dia il suo contributo e non lasci fare a tutto a James e Wade. Dando uno sguardo al resto dell’NBA, gli Orlando Magic hanno deciso di fare a meno di Stan Van Gundy e di Otis Smith, rispettivamente head coach e GM della franchigia della Florida. Il nodo principale per la proprietà dei Magic, sarà sempre rappresentato dal loro centro Dwight Howard, la cui telenovela sembra essere pronta a continuare.

Sempre a livello di allenatori, da sottolineare che New York ha prolungato con Mike Woodson, che era subentrato a D’Antoni nel corso di questa stagione.