Vince Webber alla roulette del Grand Prix de Monaco

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Quando si fa riferimento a Montecarlo, inteso come Gran Premio di F1, i ricordi corrono alle sfide epiche che si sono consumate sulle stradine del principato con risvolti spesso anche tragici. Memorabile la vittoria di Gilles Villeneuve, del quale proprio in questi giorni si ricorda la sua scomparsa avvenuta 30 anni orsono. Forse l’impresa più leggendaria scolpita nella memoria è però quella che vede Ayrton Senna al debutto sulla Toleman, guidare da funambolo in un diluvio universale nel tentativo di agguantare Alan Prost, con il direttore di gara Jacky Ickx che per proteggere il francese decide qualche secondo prima del sorpasso, di interrompere anzitempo la gara con punteggio dimezzato. Era il 1984 e, ironia della sorte, Prost perderà il mondiale contro Lauda per mezzo punto! Ma quei tempi sono passati, e da troppi anni a questa parte il Grand Prix de Monaco, non offre più quel patos che esaltava le folle.

Certo, non mancano le sorprese dovute al meteo, ma ormai nemmeno quelle servono più a rimescolare le carte in tavola, e ogni volta che le vetture si avvicinano tra loro, ecco che compare la sagoma di un lungo trenino che si snoda per svariate curve. Nessuno attacca nessuno, pena lo schianto sul rail, o la penalizzazione tanto di moda tra i commisari di gara, o peggio ancora, le gomme rovinate che pregiudicano l’intera pianificazione dei super computer, che fanno calcoli su calcoli tutti rigorosamente uguali a quelli degli altri team.

Questa puntata alla roulette l’ha azzeccata Webber. Rien ne va plus! Partito dalla pole position ereditata da “nonno” Schumacher che scontava una penalità, l’australiano ha comandato dall’inizio alla fine, dapprima prendendo il largo, poi rintuzzando gli attacchi di Rosberg. Niente di particolarmente difficile per il pilota della Red Bull Racing, considerata l’efficienza del suo box nei cambi gomme.

Ci ha pensato il suo compagno di squadra e campione in carica, Sebastian Vettel, a tentare il colpaccio con una strategia di gomme azzardata che però alla fine gli ha regalato solo un 4° posto finale alle spalle del ferrarista Alonso. E proprio lo spagnolo alla fine è parso il più contento dei tre premiati dal Principe Alberto. Con il 3° posto infatti, il pilota di Oviedo ha raggiunto la testa della classifica in solitaria, e può guardare al resto della stagione con maggior ottimismo. Montecarlo non è certo il tipo di pista che decreta il predominio di una vettura sulle altre, ma è innegabile che il passo delle rosse di Maranello abbia raggiunto un alto grado di affidabilità e che il lavoro svolto nei recenti test e al simulatore stia dando ottimi frutti.

La delusione più grande viene invece dalla McLaren, dove i due sudditi di sua Maestà hanno per l’ennesima volta dovuto combattere con un bilanciamento non ottimale. Con Button addirittura nelle retrovie a battagliare con macchine normalmente più lente di 3 secondi al giro, tutte le aspettative erano depositate sulle spalle di Hamilton. La strategia era fin troppo semplice: arrivare davanti ad Alonso e Vettel, indipendentemente da una vittoria finale. Ma come accade da troppe gare a questa parte, il team ci mette lo zampino, rispedendo in pista l’anglo-caraibico giusto quel mezzo secondo in ritardo per vedersi passare da Alonso e perdere poi il vantaggio anche su Vettel.

Un 5° posto finale che porta buoni punti ma che comincia a stare stretto ad Hamilton. Il quale è bene ricordarlo, è in scadenza di contratto e potrebbe rinunciare ai 150 milioni di dollari del prossimo ingaggio, se il team inglese non metterà sul piatto anche precise garanzie tecniche e, soprattutto, smetterà di mettere il bastone tra le ruote dei suoi piloti con errori banali ai box e scelte strategiche incomprensibili.

Battuta a vuoto con insufficienza anche per la favorita della vigilia, la Renault. L’incidente alla prima curva mette fuori gioco Grosjean, mentre Raikkonen incappa nel weekend più storto dal suo rientro in F1. Ma la prestazione pura non c’era…

Alla fine, malgrado le prime sei vetture arrivino racchiuse in 6 secondi, la sensazione è quella descritta prima. Una gara noiosa e scontata, dove la supremazia tecnica sparisce sotto l’impossibilità di superare e la necessità di gestire le gomme per non rovinare le strategie iniziali.

Non c’è dubbio che il fascino del Gran Premio di Montecarlo mal si sposi con le vetture della F1 moderna, ma quel che è peggio è che questo trend del risparmio gomme, stia mortificando i piloti più talentuosi.