Quando Tiger era Tiger.

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Da qualche giorno è stata pubblicata dalla rivista Forbes la classifica mondiale degli sportivi che hanno guadagnato di più nel 2011.

Tiger Woods, che questa classifica l’ha sempre dominata negli ultimi dieci anni oggi è solo terzo dopo i pugili Mayweather e Pacquiao, con un guadagno stimato in 59,4 milioni di dollari. Per Woods, che insieme a Barack Obama è l’americano più conosciuto del mondo, quei 59,4 milioni di guadagno hanno il sapore di una mezza delusione. Sono altre le cifre a cui il golfista è sempre stato abituato, lui che è diventato il primo sportivo al mondo a raggiungere il miliardo di dollari guadagnati in carriera, cifra mai sfiorata nemmeno dai Michael Jordan o dai Michael Schumacher di ogni tempo. Ma cosa è stato nell’ ultimo decennio il fenomeno Tiger Woods ?

Nato e cresciuto in California è il prodotto multiculturale di un padre americano, veterano del Vietnam, e una madre thailandese. A due anni intraprende, per volontà paterna, la sua carriera di golfista e colpo dopo colpo lavora per arrivare al vertice a passi da gigante. Dopo aver frequentato il college a Stanford, Tiger passa professionista nel 1996 con una carriera da amateur già da incorniciare e con in tasca parecchie sponsorizzazioni, contratti a sei zeri, come quello siglato con la Nike.

Serve però una conferma sui campi del PGA tour, e già dal primo anno la sensazione è quella di una nuova era golfistica.Woods introduce in un golf fatto di tecnica e sensibilità il concetto di potenza. I campi sembrano improvvisamente più corti sotto i colpi delle rasoiate che Woods riesce a sparare con il drive.

Un uomo solo al comando, per 4361 giorni (12 anni) in testa alla classifica mondiale. Il più grosso dominio assoluto in uno sport individuale, roba mai vista prima nel golf, più di Federer nel tennis o Bubka nel salto con l’asta che vincono per manifesta assenza di rivali. Per Tiger invece, in questi dodici anni di dominio, ci sono orde di avversari da battere, ai quali lui lascia le briciole, riducendoli ad essere fugaci meteore o eterni secondi.

Troppo forte, troppo grande, con un segreto nella sacca o forse non proprio nella sacca.

La capacità di ripartire dopo ogni vittoria con la determinazione da “berretto verde”ereditata dal padre e la testa capace di controllare l’enorme  pressione. Trova sempre la giocata nel momento necessario e porta all’errore gli avversari, diventa il più amato dal pubblico e il più seguito sul campo, diventa il fenomeno “Tiger”. Un mito che va oltre al campo da gioco, diventa una macchina da soldi capace di trasformare un cappellino o una pallina da golf in qualcosa di indispensabile. Contratti a pioggia, dai noti marchi sportivi alle bevande super energetiche fino ai rasoi da barba, il volto di Tiger vale oro. In bacheca un museo di trofei, i 14 majors prima di tutto, i 16 WGC, le 71 vittorie sul PGA  e un’ altra 60ina di tornei in giro per il mondo. Tutti vogliono Tiger e dall’Australia a Dubai gli ingaggi sono sempre più alti per inserirlo nel field.

Fino ad una sera di novembre del 2009, quando una notizia rimbalza tra i gli appunti dei vari rotocalchi sportivi. In Florida Tiger è ricoverato per un incidente automobilistico, nulla di grave, ma quello che suona strano è che a causare questo incidente sia stata la moglie Elin Nordegren dopo un raptus di gelosia.

Di colpo la sua vita privata messa sotto i riflettori, lui che domina in campo tutto e tutti ora non riesce a fermare le notizie che gli piovono addosso. Piano piano vengono alla luce amanti in ogni parte del mondo, una dopo l’altra come birdies, fino a costringerlo al ritiro.

Torna ad Augusta, al Masters del 2010, ma non è più lo stesso. Zero vittorie tra il 2010 e il 2011 gli fanno perdere la testa della classifica mondiale e insieme alla corona da re, valanghe di milioni di dollari. Il pubblico lo ha sempre amato, anche adesso, e spera sempre che prima o poi possa battere il record di Jack Nicklaus dei 18 majors vinti in carriera. Il resto è storia di oggi, due acuti quest’ anno sul PGA, due vittorie (la numero 72  e 73) che dimostrano che la macchina si è rimessa in moto, che comunque Tiger può vincere ancora e molto, anche se per certi versi, la sensazione è quella che un’ epoca sia tramontata per sempre sotto le lenzuola delle sue amanti.