Che la forza (di Volontà) sia con te

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Si dice che l’unica cosa certa e incontrovertibile è il passato, perché è già stato scritto e vissuto. Chissà cosa ne pensa Will Power. “Forza di Volontà” (questo il significato spiccio del suo nome tradotto…) con il passato non ha un buon rapporto, o quantomeno ha un conto in sospeso. Anche due, come gli ultimi due campionati quasi agguantati e poi svaniti come neve sciolta al sole. Ad onor del vero, il titolo perso nel 2011 trova spiegazione nella drammaticità dell’ultimo appuntamento a Las Vegas, dove la gara venne interrotta per il tragico incidente di Wheldon.

I punti di vantaggio che Franchitti aveva in quel momento gli consegnarono un meritato titolo, ma va riconosciuto che Power dominò la stagione, se non altro a livello prestazionale. Più o meno quello che aveva fatto l’anno precedente, quando dovette inchinarsi sempre a Franchitti per soli 5 punti!

Il tallone d’Achille di Will sembrano essere purtroppo gli ovali. Non che il signor “Volontà” li detesti, anzi, ma i risultati su questo tipo di tracciato sono decisamente ed inversamente proporzionali alle prestazioni che esprime sugli stradali. Lì non ce n’è per nessuno. La sua guida aggressiva e generosa, con pelo e contropelo ai muretti di contenimento, non ha eguali nella Indycar. Pochi giri ed il vuoto è fatto. Purtroppo per lui in America esistono le “caution”, ovvero le innumerevoli bandiere gialle che neutralizzano la gara, e rendono inutili le fughe dei battistrada. Se poi per qualche giro si mette anche a piovere…

E’ successo tutto questo domenica a Baltimora, penultima gara del campionato Indycar nonché ultima pista stradale. Power che va in fuga, Bourdais che lo insegue ma rompe, piloti che si schiantano al saltino del rettilineo di partenza (nel quale è stata posizionata una chicane mobile perché Pagenaud nelle prove aveva rischiato di prendere il decollo come fosse un Boeing 747 !), la pioggia su metà circuito, le ripartenze di nuovo annullate per continui incidenti… Non era facile per nessuno ma Power aveva la gara in pugno. Poi il suo muretto si inventa la più stupida delle strategie e tutto va a farsi friggere. Nella girandola delle ripartenze Ryan Hunter-Reay si ritrova al posto giusto nel momento giusto, controlla la furia di Pagenaud e si invola fino al traguardo. Ma non prima di aver ridicolizzato un Briscoe che nell’ultimo restart si è praticamente addormentato, facendosi passare da ben 4 piloti nell’arco di 100 metri. Oscar per la peggior coincidenza a Mike Conway, che si schianta nelle gomme all’ultimo restart e poi resta sollevato sopra la vettura di Wilson che nel tamponarlo si infila sotto la sua auto, il tutto in… Conway street!

Finisce in un’inutile polemica, con Power che si lamenta dei commissari per non aver penalizzato Hunter-Reay nella suddetta ripartenza, reo di non aver aspettato il punto preciso di ripartenza, ma la faccia del team owner Roger Penske la diceva lunga sulla sciocchezza commessa da Briscoe (compagno di Power) che è costata una vittoria ormai sicura.

La prossima ed ultima corsa sarà a Fontana, ovvero un ovale. Su piste così, Power ha vinto solo una volta, nel 2011 in Texas. Ryan Hunter-Reay invece 4 volte, di cui 2 quest’anno. E proprio Hunter-Reay contenderà il successo finale a Power, dopo che la vittoria a Baltimora gli ha permesso di portarsi a sole 17 lunghezze di distacco.

Non ci sarà più Franchitti a soffiargli il titolo all’ultima corsa quest’anno, troppo arretrato in termini di punti. Ma questa è l’unica quanto inutile certezza di Will Power. Il suo futuro lo conoscerà solo il 15 settebre, quando dovrà metterci tutto quello che ha, oltre alla “Forza di Volontà”.