Draft 2012 recap

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Eccoci qui, due mesi e mezzo dopo la notte sognata e attesa da parte di ogni giovane cestista, a poco più di un mese e mezzo dall’inizio della regular season, nuovamente “piena” con le sue caratteristiche 82 partite.

Andiamo ad analizzare a freddo quello che è successo nella notte del draft 2012.

Con la prima scelta, già scontata da parecchio tempo, i New Orleans Hornets, chiamano Anthony Davis, il giocatore più pronto per il piano superiore e, a detta degli esperti, in grado di diventare una stella nel giro di qualche anno.

La scelta numero due è ricaduta su un compagno di quadra di Davis, ossia l’ala Michael Kidd-Gilchrist, dalla quale i Bobcats di Michael Jordan, si aspettano un buon contributo. Difficile che la squadra faccia peggio dello scorso anno, e Kidd-Gilchrist potrebbe far registrare buoni numeri fin da subito.

Con la scelta numero tre, i Washington Wizards, si assicurano la guardia tiratrice Bradley Beal, interessante giocatore che potrebbe formare una bella coppia con John Wall. Con gli arrivi di Ariza e Okafor, dopo aver già aggiunto Nené a stagione in corso, la squadra della capitale sembra poter contare su un buon quintetto.

I Cleveland Cavaliers continuano il loro processo di ristrutturazione e puntano su Dion Waiters, guardia tiratrice che potrebbe essere utile alla causa della franchigia dell’Ohio. Alcuni però storcono il naso visto che alla scelta numero 4 erano ancora disponibili altri giocatori considerati più interessanti. Sarà il campo (e il tempo) a dire chi aveva ragione. A dirla tutta, il vero obiettivo di Gilbert era Bradley Beal ma Washington non se l’è lasciato sfuggire e quindi Cleveland ha deciso di ripiegare su Waiters.

Al numero 5, i Sacramento Kings scelgono un giocatore che gli addetti ai lavori avrebbero affiancato ai Cavaliers, ossia l”ala grande Thomas Robinson, che “minaccia” di formare un duo potenzialmente pericolosissimo (per gli avversari) con Cousins.

Con la scelta numero 6, provano a pescare il nuovo play del futuro (ma anche del presente, visto che Felton è finito a New York) scegliendo Damien Lillard. Se sarà all’altezza, potrà trovare fin da subito un minutaggio importante. I numeri li ha, il campo dirà se e quanto potrà essere importante per i sogni di rinascita di una franchigia che negli ultimi anni non è stata proprio baciata dalla fortuna…

I Golden State Warriors scelgono con la 7 l’ala Harrison Barnes, molto quotata tra gli addetti ai lavori. Dategli il tempo di superare l’esperto ma incostante Richard Jefferson (e potrebbe bastare anche solo da qui all’esordio in regular season) e lo spot di ala piccola titolare in maglia gialloblu sarà suo. Un quintetto con Curry, Thompson, Barnes, Lee e Bogut si preannuncia interessante.

I Toronto Raptors le hanno provate tutte per convincere Steve Nash a firmare per loro e, tra le mosse della franchigia canadese, rientra la guardia tiratrice Terrence Ross. A Toronto ci sarà anche l’arrivo, con un anno di ritardo, del centro Jonas Valanciunas. I Raptors restano però una squadra ancora lontanissima da un posto ai playoff e quindi Nash ha preferito i Lakers che gli garantiscono la possibilità di raggiungere quell’anello che gli è eempre sfuggito per varie occasioni.

Con la scelta numero 9, i Detroit Pistons, formano una coppia di giovani lunghi molto molto interessante, affiancando Andre Drummond (giocatore un po’ “grezzo” ma con del potenziale) a Greg Monroe. Anche qui vale il discorso fatto per i Kings: quest’accoppiata potrebbe essere molto pericolosa per gli avversari.

Bisogna aspettare la scelta numero 10, la seconda di questo draft NBA per i New Orleans Hornets, per vedere approdare nella lega il figlio di Doc Rivers, coach dei Boston Celtics. Austin Rivers sarà infatti un giocatore che nei nuovi e giovani Hornets potrà dare un contributo interessante. Può giocare play-guardia e dalla panchina potrà trovare presto minuti importanti alle spalle dei titolari Grevis Vasquez ed Eric Gordon (rispettivamente play e guardia).

Alla scelta numero 11, i Portland Trail Blazers, scelgono Meyers Leonard, un centro con un enorme potenziale e che, sperano nella Rip City, riesca a concretizzarlo e a riempire il vuoto lasciato da Greg Oden, vittima di troppi infortuni negli ultimi anni.

Con la scelta numero 12, gli Houston Rockets, scelgono Jeremy Lamb, guardia tiratrice che all’inizio sarà un po’ chiusa da Kevin Martin ma, con il passare degli anni, se manterrà le attese, potrà prenderne il posto. I Rockets hanno provato ad inserirlo (insieme a diversi altri giocatori e scelte) per arrivare al centro Dwight Howard, ma tutto è andato in fumo e Lamb cercherà di costruirsi un buon futuro partendo da Houston.

I Phoenix Suns, perso Steve Nash (approdato ai Lakers), provano a pescare il suo sostituto scegliendo Kendall Marshall, un playmaker che potrebbe adattarsi allo stile di gioco dei Suns e che all’inizio partirà come cambio di Goran Dragic. In caso quest’ultimo non mantenga i buoni numeri messi insieme nel finale dello scorso anno, allora si potrebbe prospettare un ruolo importante per Marshall.

Alla numero 14, i Bucks sceglono John Henson, un’ala grande che potrebbe trovare spazi importanti fin da subito vista la composizione attuale del reparto lunghi di Milwaukee. Si segnala anche per le sue doti di stoppatore.

Con la scelta numero 15 i Philadelphia 76ers, scelgono Maurice Harkless. Preso come sostituto, in prospettiva, di Andre Iguodala. Alla fine, nella maxi trade che ha coinvolto Howard, se ne sono andati entrambi: Iggy a Denver e Harkless ai Magic. Proprio Orlando, franchigia in ricostruzione, potrebbe regalargli spazi importanti fin da subito, dipenderà da quanto si dimostrerà pronto a calcare i campi NBA.

Royce White va a rimpolpare il reparto lunghi dei Rockets. Anche lui inserito (almeno a detta dei giornali) nella trade che avrebbe dovuto portare Howard a Houston. Alla fine è rimasto e potrà dare il suo contributo in una franchigia giovane. Giocatore interessante perché in grado di fare un po’ di tutto.

I Cavaliers, fallito l’obiettivo Beal, hanno utilizzato le loro scelte di fine primo giro e inizio secondo, per arrivare alla 17 e assicurarsi il lungo Tyler Zeller. Visti anche i problemi fisici di Varejao (con il quale peraltro potrebbe convivere tranquillamente), potrà trovare subito spazio da lungo.

Altra selta per gli Houston Rockets che hanno letteralmente racimolato giocatori per tentare di strappare ai Magic il sì per Howard. Questa volta è il turno di un’ala che risponde al nome di Terrence Jones e arriva dalla stessa squadra delle prime due scelte di questo draft. Può (e deve se vuole dire la sua anche in NBA) migliorare nella fase offensiva.

Con la scelta 19 gli Orlando Magic si assicurano Andrew Nicholson. Scelta quantomai oculata visto che Ryan Anderson ha deciso di accettare l’offerta degli Hornets (e i Magic hanno deciso di non pareggiarla). Nicholson potrebbe proprio diventare un nuovo Anderson, per il momento parte dietro Al Harrington, ma il futuro è dalla sua. Dovrà solo dimostrarsi pronto quando verrà chiamato in causa.

Scelta a lungo termine per i Nuggets che si assicurano la guardia, classe ’92, Evan Fournier. Oltre a lui, segnaliamo nel secondo giro altre due scelte interessanti della franchigia del Colorado. La potenzial steal Quincy Miller e la scommessa Izzet Turkylmaz.

Con la 21 e la 22 è il turno dei Boston Celtics. Vista l’età (e gli infortuni) del loro reparto lunghi, i biancoverdi mettono le mani su due giocatori che potrebbero essere il futuro di questa franchigia quando si tratta di lottare sotto le plance. Con la 21 è il turno di Jared Sullinger, potenziale altissimo ma scivolato in basso per un brutto infortunio che lo ha colpito nella scorsa stagione. I segnali nella preseason sono però incoraggianti e a Boston sperano continui così.

Con la 22 è invece la volta del centro da Syracuse, Fab Melo, che potrebbe formare una bella coppia di lunghi con Sullinger.

Alla 23, gli Atlanta Hawks, scelgono John Jenkins. Perso Joe Johnson, finito ai Brooklyn Nets, si cerca di pescare un suo sostituto tra i giovani. Con Jenkins, gli Hawks si assicurano un buon tiratore, vedremo se saprà non far rimpiangere JJ.

Con la 24, entrano in scena i Dallas Mavericks, che si assicurano la guardia Jared Cunningham, apprezzato per le sue buone doti difensive.

I Memphis Grizzlies con la 25 pescano una delle potenziali steal del draft. Il play Tony Wroten è definito dagli addetti “un po’ grezzo” ma è un play per il quale si prospetta un ottimo futuro.

Con la scelta 26, gli Indiana Pacers scelgono Miles Plumlee, definito da molti un giocatore con la potenzialità per diventare il nuovo Jeff Foster. Con Roy Hibbert nel roster, se Plumlee confermerà le attese, i Pacers non avranno problemi nel reparto lunghi per parecchi anni.

Con la 27, i Sixers, si assicurano il lungo Arnett Moultrie.

Alla 28, gli Oklahoma City Thunder mettono a segno un potenziale colpaccio: la loro scelta va su Perry Jones III, che ha perso posizioni per via di un problema al ginocchio. A OKC, con Ibaka e Perkins, non hanno fretta e possono aspettare che sia pronto fisicamente e mentalmente per dire la sua nel mondo NBA.

Con la 29 i Chicago Bulls si assicurano il play Marquis Teague, fratello di Jeff (Atlanta Hawks). Più tiratore che regista, potrà approfittare dell’assenza di Derrick Rose, alle prese con il recupero dal brutto infortunio al ginocchio subito durante gli ultimi playoff.

Chiudono il primo giro i Golden State Warriors che chiamano il lungo nigeriano Festus Ezeli.

Nel secondo giro, si segnalano alcuni giocatori interessanti:

Come già anticipato più in alto, i Denver Nuggets si sono assicurati Quincy Miller (con la 38), giocatore interessante, scivolato così in basso per via di un infortunio.

Kyle O’Quinn (alla 49), grazie alla cessione di Howard, avrà spazio nel reparto lunghi di Orlando e potrà giocarsi le sue carte contro avversari non certo irresistibili come Vucevic e Ayon. Se avrà potenzialità, coach Vaughn non esiterà a metterlo in campo.

Con Tayshawn Taylor (alla 41) i Nets sperano di trovare un altro buon giocatore (dopo Brooks lo scorso anno).

Robbie Hummel (alla 58) potrebbe essere un investimento interessante per il futuro dei Wolves, specialmente se partirà Love.

Kim English (alla 44), guardia/ala, scelto dai Detroit Pistons, potrebbe trovare spazio in un reparto di esterni che non garantisce spesso affidabilità e continuità di rendimento.