Ponder o non Ponder ?

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Era il sorvegliato numero uno. Dopo un 2011 da rookie speso all’ ombra del veterano Donovan McNabb nelle prime sei settimane e sul campo da partente nelle restanti a farsi le ossa, il quarterback Christian Ponder avrebbe dovuto convincere tutti quest’ anno che la dodicesima scelta assoluta spesa al draft del 2011 dai Minnesota Vikings, fosse quella giusta.  Sul ragazzo proveniente da Florida State anche un ottimo general manager come Rick Spielman si era sbilanciato in un commento oltre misura fiducioso, definendo Ponder, “most NFL ready quarterback” dell’ intero draft.

Sull’ onda dell’ entusiasmo quindi, la piena fiducia del capo allenatore Leslie Frazier e quella dell’ offensive coordinator Bill Musgrave parevano ben riposte. Nelle prime settimane di regular season i progressi dimostrati da Ponder attraverso prestazioni di ottimo livello avevano ingannato molti persino sulle reali ambizioni di una squadra con evidenti limiti di personale nel reparto. Nelle prime quattro settimane senza lanciare intercetti e con una media di completi vicina al 70%, Ponder sembrava in grado di pilotare l’ attacco dei Vikings verso una stagione ricca di soddisfazioni. Le vittorie contro San Francisco e Detroit e un record di 3-1 iniziale avevano alimentato i sogni della tifoseria giallo-viola. Con comprimari del calibro di Adrian Peterson e Percy Harvin in grande spolvero, Ponder sembrava il giusto tassello mancante per ambiziosi piani futuri.

Persino quando le cose sono inziate ad andare nel verso sbagliato e gli errori del quarterback hanno cominciato a condizionare alcuni risultati le dichiarazioni di rinnovata fiducia di Frazier hanno comunque stemperato i toni delle obiezioni sempre più incalzanti dei giornalisti. Ponder non è mai stato in discussione. Con l’ infortunio di Parcy Harvin i problemi però sono aumentati e la mancanza di un terminale con mani sicure sul profondo ha inziato ad inceppare l’ attacco mosso da Musgrave. Jerome Simpson il ricevitore firmato per 2 milioni di dollari proveniente dai Bengals, ma mai sbarcato in Minnesota, pare già arrivato al capolinea e persino il dominante tight end Kyle Rudolph ha cominciato ad evidenziare problemi fisici che ne limitano l’ utilizzo. Da qualche domenica l’ espressione più ricorrente per descrivere il reparto offensivo dei Vikings è “monodimensionale”, Peterson, Peterson e ancora Peterson, e quando a Ponder si chiede di lanciare gli automatismi delle chiamate sembrano mancare.

Adesso il clima di fiducia riposta nel ragazzo da Florida State pare cominci a vacillare. Frazier ha chiesto chiari segnali di miglioramento a partire da domenica prossima contro i Rams. La stagione di Ponder si decide in queste ultime tre settimane. Il suo futuro passa da tre prestazioni, si spera convincenti. Ma forse c’è molto di più. In discussione c’è persino lo stesso Musgrave. La causa della scarsa precisione di Ponder sul profondo sarebbe frutto di una errata posizione dei piedi che il quarterback dovrebbe correggere, avrebbe dichiarato in settimana lo stesso Musgrave. Si è parlato di lavorare sui fondamentali, ma i tempi per lavorare su questi particolari sembrano già passati. A questo punto del progetto “Ponder” a farne le spese potrebbe appunto essere l’ offensive coordinator. Nei corridoi della franchigia sembra si aggiri lo spettro di Norv Turner in rotta con i Chargers ed un piano per portare a Minneapolis anche Phillip Rivers. Forse solo voci, ma la realtà è quella che siamo a tre partite da bilanci deicsivi per i Vikings, ancora in corsa incredibilmente, nonostante tutto, per un posto nei playoff.