Maggio maledetto

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Il recente anniversario delle morti di Ayrton Senna e Gilles Villeneuve, accadute entrambe nel mese di Maggio, riapre con cadenza annuale il tema dei decessi nelle corse. Utilizzando Wikipedia come fonte autorevole, si scopre che 137 è il numero dei piloti che ci hanno lasciati dal 1952, anno in cui perse la vita l’inglese Cameron Earl durante un test drive, fino ai giorni nostri con la tragedia di Dan Wheldon a Las Vegas.

Come detto, non tutti sono morti durante il weekend di gara. Solo nella Formula1 si contano ben 8 vittime durante i test, ultimo dei quali il nostro Elio DeAngelis in un maledetto 15 Maggio del 1986, al Paul Ricard.  E a voler essere pignoli, 137 è un numero fasullo, in quanto non si contano i decessi nelle categorie propedeutiche, come ad esempio il Karting. E nemmeno vengono citate le morti stradali accidentali, come quella di Mike Hailwood.

Ecco che il numero potrebbe arrivare ai 200 decessi, arrotondato per difetto.

Ma è entrando nel dettaglio delle statistiche che emergono alcuni particolari inquietanti. Ad esempio che il mese più tragico è proprio il mese di Maggio. Ben 13 i piloti che se ne sono andati. E che la gara più infelice sotto questo aspetto, è la 500 Miglia di Indianapolis, con il triste primato di 8 vittime, tutte americane. Da solo tutto questo spiega il perché sull’ovale dell’Indiana, ancora oggi, vengano svolti dei test per farvi accedere i rookie e le qualifiche nella settimana precedente la gara.

Non compare la 24 ore di LeMans in questa particolare classifica, e non solo perché a Maggio si è corsa solo la 1^ edizione, poi posizionata in pianta “quasi” stabile a Giugno. Benchè infatti a LeMans si consumò la più grande tragedia automobilistica nel 1955, con il pesante bilancio di 83 morti e 120 feriti, il solo pilota deceduto fu Pierre Levegh.

Anche i Rally piangono alcune delle coincidenze più macabre degli avvenimenti corsaioli, e sempre in Maggio. La storia racconta di Attilio Bettega al Tour De Corse. Era il 1985, e l’italiano a bordo della sua Lancia 037 perde il controllo e impatta contro un albero, dividendo in due l’auto per la sua lunghezza. Bettega muore sul colpo, mentre il suo navigatore, Perissinot, ne esce illeso! E’ il 2 Maggio. Un anno dopo, nello stesso giorno, nella stessa gara, muoiono Henri Toivonen e il suo navigatore Sergio Cresto, intrappolati in una palla di fuoco lungo un dirupo, a bordo della loro Lancia Delta S4. Per ironia, Cresto fu navigatore proprio di Attilio Bettega, prima di lasciare il posto al “fortunato” Perissinot.

Nel valzer dei tragici anniversari di Maggio, c’è spazio anche per chi, da pilota, non è morto per un incidente, ma di propria volontà. E’ il 1986 quando Andrea Verna, pilota italiano del vivaio giovanile, viene trovato morto nella sua auto, asfissiato dai gas di scarico. Lascerà un biglietto ai suoi famigliari recante queste parole: “Ho combattuto e vinto la mia battaglia tremenda contro la droga, e adesso posso andare a testa alta. Ma ho perso la sfida con la vita. Non sarò più un corridore.”