Una stella con gli attributi

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Ricapitolando, subito dopo il GP di Spagna a Barcellona (teatro invernale dei test più inutili dell’anno…), la Mercedes e la Pirelli restano sul circuito per ulteriori 3 giorni, al fine di collaudare nuove carcasse e nuove mescole studiate per l’anno 2014 e per migliorare il prodotto dell’anno corrente. Mercedes schiera entrambi i piloti titolari con la vettura di quest’anno, in (quasi) palese violazione del regolamento sportivo, percorrendo in totale circa 1000 km.

La FIA, pungolata da Ferrari e RedBull, porta in giudizio la casa tedesca e con un accordo tra le parti, le vieta di partecipare ai test dedicati ai “giovani piloti” a Silverstone. Tre giorni contro tre giorni. Pace fatta.

La Mercedes però spera in un ripensamento almeno parziale, considerando i problemi paradossali verificatisi alle gomme durante il GP di Gran Bretagna. Riceverà l’ennesimo diniego dalla FIA su pressione dei team. Le verranno concessi solo i dati generici che la Pirelli può estrapolare dalla telemetria di ogni vettura partecipante. Mercedes prova anche la carta dei km. A Barcellona ne furono inanellati circa 1000 in 3 giorni, quando a Silverstone la Ferrari, forse per alimentare un po’ il fuoco, dichiara di averne fatti oltre 1000 in due soli giorni e con uno ancora da disputare. Altro veto per Mercedes. Si dovrà accontentare.

RedBull, Ferrari e anche Lotus, gongolano. Non solo vedono un vantaggio in tutto questo, ma sanno che, a meno di un miracolo, Mercedes si troverà nel pantano più profondo, in virtù del fatto che loro oltre a provare gomme a oltranza, hanno potuto fare anche test aerodinamici e di sviluppo, e almeno 1000 km in più!

Un passo indietro per apprendere che Alonso e Raikkonen decidono che questi test sono del tutto inutili per la loro preparazione atletica e tecnica. Non andranno a fare quello che possono fare i collaudatori e i “giovani piloti”, per i quali il test è dedicato. Non la pensa così Vettel intuendo che se anche il test potrà rendergli un misero 1%, val comunque la pena sedersi in macchina.

Mercedes nel frattempo acquisisce i dati da Pirelli e comincia a lavorarci sopra, tra simulatore e dita incrociate. Obiettivo, testare il tutto il venerdi di prove libere del GP di Ungheria. Hamilton e Rosberg usano ogni giro possibile, per verificare il comportamento delle nuove gomme nei long run su di un tracciato bollente. Oltre 40 gradi nell’aria per tutto il weekend. Più di 50 l’asfalto. Il rischio per Mercedes è che la loro vettura, già trita-gomme, le sciolga del tutto in pochissimi giri. Nella sola giornata di venerdì metteranno assieme circa 600 km. Altri 200 scarsi il sabato mattina.

I pareri sono unanimi. La Mercedes è in palese difficoltà, i tempi faticano ad arrivare. Poi le qualifiche, dove Hamilton, nell’ultimo tentativo, recupera 8 decimi a Vettel andando in Pole.

Il solito bluff? Vettel era così sicuro della pole da essersi arreso troppo presto? Nessuno dei due. Lewis scende dalla vettura visibilmente arrendevole. Non capisce come sia successo e questa incertezza lo destabilizza in ottica gara. Vettel dal canto suo è sbigottito, segno che sa di averla persa perché di più non ne aveva, e questo destabilizza anche lui. Ma la domanda di tutto il paddock è: come ha fatto Mercedes? Niente paura, la gara è domenica e come al solito si eclisseranno. I miglioramenti non possono essere pari al calore assurdo che emette l’asfalto Magiaro.

Pronti via, e tutte le certezze del paddock vanno a farsi friggere. Non solo le gomme di Hamilton reggono al calore, ma la Mercedes ha anche l’ardire di scegliere per prima le strategie di gara, lasciando tutti a cercare soluzioni che si riveleranno inutili.

Trionfa Hamilton, per la gioia dei vertici di Stoccarda che lo avevano preferito a nonno Schumacher. Trionfa Hamilton per la 4^ volta in 7 partecipazioni in Ungheria (e nel 2011 buttò la vittoria a causa di un testacoda mentre era in testa…). Trionfa Hamilton su se stesso e sulle sue turbe psicologiche. La separazione da Nicole sembra pesare molto, ma una volta abbassata la visiera l’anglocaraibico dimostra una cattiveria fuori dal normale.

Scende dalla vettura Hamilton, e il suo sguardo è ancora cupo. Sul podio la sua festa è velata di tristezza. Ancora Nicole? Forse. Per un attimo Lewis sembra guardare un gruppetto di uomini McLaren che sono li a guardare. Un momento di nostalgia? Forse anche quello. In fondo quella è sempre casa sua…

E gli altri? Vettel si accontenta del podio più basso, ma mastica amaro. Lo spettro di una Mercedes competitiva, malgrado l’handicap dei test, pesa come un macigno. Raikkonen ripensa all’occasione di nuovo sprecata. Se fosse andato ai test, avrebbe forse potuto affrontare la gara con lo stesso piglio di Grosjean e contendere la vittoria a Hamilton.

E chissà a cosa avrà pensato Alonso, quando dopo le qualifiche, si è reso conto che la squadra  non aveva capito un granchè di quelle gomme, e che una gara da affrontare tutta all’attacco si era appena tramutata in un clamoroso autogoal…