NFC Week 3 Review

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E’ sempre difficile commentare le prime giornate del campionato NFL perché le squadre sono ancora in rodaggio e le sorprese sono dietro l’angolo però, viste le premesse della vigilia, un dato emerge. La NFC è oggi più debole rispetto all’AFC con sole cinque squadre con record positivo a fronte delle dieci dell’altra conference. Statisticamente l’importanza è relativa se non fosse per la crisi di alcune franchigie, tra le quali i San Francisco 49ers, i New York Giants, i Washington Redskins e i Minnesota Vikings.

I 49ers sono in piena emergenza “infortuni” con un attacco decimato per le assenze di quasi tutto il “pacchetto” ricevitori. Si annoverano tra gli infortunati i WR Crabtree, Manningham, il TE Vernon Davis e ultima tegola sulla squadra californiana la vicenda extrasportiva che ha privato anche la difesa del pass-rusher Aldon Smith. In queste condizioni, per CK7 & co. superare la squadra guidata dall’ex pupillo di John Harbaugh, il QB Andrew Luck, è parsa fin da subito un’impresa improba da realizzare. I Colts, guidati dall’OC Pep Hamilton, ex WR coach sotto Jim Harbaugh e poi OC dell’Università di Stanford, si sono ritrovati a disputare la partita che avrebbero dovuto fare i 49ers, con un gioco di corse fondamentale per l’economia della gara e l’ottimo esordio con la maglia di Indianapolis di Trent Richardson, fresco arrivo da Cleveland, portando a casa abbastanza agevolmente il risultato.

Per i Giants non ci sono parole per descrivere la situazione. Si fa prima a dire ciò che non funziona. La linea offensiva ha concesso questa domenica sette sacks su Eli Manning, autore di una prestazione incolore e di altri due intercetti nel “carnet” per un totale di 8 in tre gare. Quella di Coughlin sembra la panchina più calda in questo momento con quella di Tomlin a Pittsburgh e si sta parlando di due capi allenatori vincitori di SB.

Per quanto riguarda i Redskins e i Vikings si può parlare sia di sfortuna sia d’involuzione tecnica da parte delle due franchigie. I Redskins pagano innanzitutto la forma fisica di Griffin III, incapace di sorprendere le difese in scramble come nella scorsa stagione, il tutto a causa dei postumi del grave infortunio occorsogli nei P.O. della scorsa stagione, che ne hanno limitata la mobilità. Per i Vikings la sensazione neanche troppo infondata che il QB Christian Ponder non riesca a compiere il salto di qualità necessario per essere un franchise QB, ma continui a commettere errori che incidono profondamente sull’economia degli incontri. Lo stesso Adrian Peterson, lo straordinario RB capace di correre più di 2000 yds nella scorsa stagione, non può da solo compiere ogni domenica il miracolo. Se questa è la situazione, le responsabilità vanno ricercate in un coaching staff troppo conservativo e incapace di gestire il talento che comunque c’è, a disposizione.

Si registrano poi le sconfitte dei Falcons a Miami e dei Packers a Cincinnati, due partite che entrambe le franchigie avrebbero potuto vincere ma che hanno finito per perdere a causa dell’incapacità di chiudere l’incontro da parte dei rispettivi attacchi. Per i Falcons la solita impressione di “bella incompiuta” del campionato NFL, per i Packers invece la sensazione che i problemi, rimasti insoluti da tempo, siano ancora presenti. La linea offensiva è una delle peggiori dell’NFL, e anche una “stella” come Aaron Rodgers, senza protezione per l’intero incontro, finisce con il commettere errori. Poi c’è il capitolo Running Game. Johnathan Franklyn, con 103 yds corse stava disputando un’egregia gara per un RB di Green Bay, sennonché l’unico fumble commesso nell’incontro dava la possibilità alla difesa di Cincinnati di segnare il TD della vittoria.

Chi rimane quindi a difendere il buon nome della NFC? Innanzitutto i New Orleans Saints che sembrano aver imparato a difendere, vincitori sui Cardinals lasciati a solo 7 punti sul tabellino. Poi vi sono i Dallas Cowboys, che quando non commettono errori incredibili sembrano una squadra da Play Offs. Con Romo a lanciare, i WR Austin, Bryant e Harris capaci finalmente di tenere un pallone in mano, De Marco Murray a correre, e una difesa efficace come non mai, nessun obiettivo sembra precluso. I Seattle Seahawks e I Chicago Bears si confermano poi come le squadre da battere dell’NFC, capaci di chiosare i propri avversari da entrambi i lati del gioco. Troppo belli o troppo brutti gli avversari ?