Tennis, Nadal domina e vorrebbe pure il Master

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Più lampante di così è impossibile: Rafa Nadal ha dominato questa stagione tennistica. L’ha dominata e finirà al primo posto del ranking, anche se mancano ancora un paio di Master 1000 (Shanghai e Parigi Bercy) e il Master finale (Londra), tornei dove Rafa, data la superficie molto veloce, non ha mai fatto molto bene. Ma lo spagnolo ha fatto bene su tutte le altre, se si esclude l’uscita al primo turno di Wimbledon. Rafa infatti, che veniva da otto mesi di inattività che si sono prolungati fino al febbraio scorso, ha fugato ogni dubbio sul suo recupero fisico, disputando una delle sue più brillanti stagioni di sempre.

Si è confermato sulla terra, perché anche se ha ceduto lo scettro di Montecarlo, si è rifatto abbodantemente a Madrid, Roma e Parigi, e ha vinto tutto quello che poteva sul cemento, dove quest’anno non ha mai perso, portando a casa i titoli di Miami, Montreal e Cincinnati prima di rivincere gli Us Open. E mentre Rafa domina, facendo ricredere in molti sulla sua possibile longevità agonistica (forse anche lui stesso, che ora ha 27 anni, e che qualche stagione fa disse che non si vedeva in campo fino a 30), gli altri faticano, arrancano, arretrano, sempre più insicuri e vagamente delusi. Come Djokovic, che a gennaio ha vinto in Australia, ma poi ha collezionato, appunto, quasi solo delusioni (esclusi i successi a Dubai e Montecarlo) perdendo a Londra e New York finali che fanno male al morale. Maluccio anche Murray, che è finalmente riuscito a domare l’erba di Wimbledon ed è sicuramente felice, ma per il resto ha fatto pochino.

Quasi scomparso invece Federer, inghiottito dai suoi 32 anni e da paure che non dovrebbe ormai più avere (vedi l’incredibile sconfitta con Robredo a New York). Gli altri, lo sanno tutti, loro compresi, sono comprimari, e quindi se qualcuno dei succitati non si sveglia, o risveglia, o resuscita, non è detto che Nadal non possa portarsi a casa il primo Master di fine anno, e puntare a ripetere ancora questo incredibile 2013.

GLI ITALIANI
Questa poteva essere la stagione della consacrazione per Fabio Fognini, che ha vinto due titoli in fila e giocato una terza finale, issandosi tra i primi 15 del mondo. Ma poi Fabio è nuovamente scomparso, sommerso da isterie, ritiri, sconfitte assurde, litigate, racchette spaccate. In pratica non ne ha azzeccata più una, e quindi il giudizio va sospeso: un salto di qualità l’ha fatto, ma non basta. Pochi progressi da Seppi, che almeno resiste nei primi 25, ma non ha mai picchi di rendimento che possano eccitare particolarmente. Quidi tanto vale, forse, guardare già al futuro, e a quel Gianluigi Quinzi vincitore del Wimbledon Juniores. 17enne, il prossimo anno potrebbe inizare a giocare con continuità sul tour maggiore, dove finora ha fatto sporadiche apparizioni. Le aspettative sono altissime, e il difficile viene adesso. Ma va tenuto d’occhio.