AFC e dintorni

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Il mercato che non c’è

Il passaggio di Trent Richardson ai Colts sembrava poter aprire la strada ad altre importanti operazioni di mercato, ma alla chiusura dei termini utili per effettuare trade, il bilancio è stato decisamente povero. I Browns, nonostante la corte serrata di molte franchigie, hanno trattenuto Josh Gordon, ormai l’unico vero fuoriclasse rimasto nel loro roster, non riuscendo invece a piazzare il deludente Little. Tra i Wr rimasti al palo vanno anche ricordati Kenny Britt e Justin Blackmon. Il primo non ha ricevuto alcuna offerta, per la disperazione dei Titans, che se ne sarebbero liberati volentieri, considerandolo ormai un corpo estraneo al team. Per Blackmon l’ostacolo è stata invece l’eccessiva richiesta dei Jaguars, che non erano disposti a scendere sotto una seconda scelta, per un giocatore rivelatosi in costante crescita dopo il ritorno dalla squalifica di inizio stagione. Jacksonville non è invece riuscita a cedere Marion Jones Drew, statisticamente in caduta libera, come del resto tutta la squadra. Per il Rb si aprono ora le porte della free agency a fine stagione, alla ricerca di una sistemazione più consona alle ambizioni di un veterano, che non accetta di finire la carriera in una franchigia in rottura prolungata. Rimane infine innescata la bomba Byrd in casa Bills, con la safety, che dopo aver accettato di malavoglia il tag, sperava di poter cambiare aria alla ricerca di un contratto sontuoso. Il mercato si è però dimostrato freddino, e ora è facile prevedere che nella prossima offseason si rinnoverà il braccio di ferro tra Buffalo e il giocatore.

Ne resterà soltanto uno

Per molte squadre Afc non siamo nemmeno giunti a metà stagione, eppure a guardare la situazione delle tre divisioni, cinque dei sei posti per i playoffs paiono già assegnati. Complici le annate no dei campioni in carica di Baltimore e degli stanchi Steeleers, la North pare già saldamente in controllo di Cincinnati. Mancano in realtà ancora la maggior parte degli scontri diretti, e i Bengals non hanno mancato di mostrare qualche pericolosa pausa di rendimento, ma il potenziale offensivo e la fame di turnovers della difesa, dovrebbero bastare a mantenere la posizione fino al capolinea. Ancora più netta appare la situazione nella South. I Colts hanno già fatto il vuoto e la parte più dura del calendario è alle spalle, inoltre i Texans della passata stagione sono solo un ricordo, mentre ai Titans la solita buona difesa non può sopperire agli enormi limiti offensivi. Nemmeno la perdita di Wayne sembra poter turbare il dominio di Indianapolis, soprattutto se si osservano le infermerie delle rivali. Nella East il primo posto dei Patriots non è certo una sorpresa. Significativo che nonostante i tanti problemi difensivi e un attacco limitato dagli infortuni, New England abbia vinto tre dei quattro scontri divisionali affrontati. Il problema pare insomma sempre lo stesso, Jets, Dolphins e Bills restano progetti incompiuti, forse più vicini ai Patriots rispetto a un anno fa, ma sempre irrimediabilmente dietro. La West è invece l’unica divisione incerta, ma gli straordinari record di Chiefs e Broncos non lasciano dubbi sulla partecipazione di entrambe ai prossimi playoffs, con gli scontri diretti a fare la differenza per stabilire il primo e il secondo posto. Non devono disperare però nemmeno i Chargers, che con quattro vittorie e tre sconfitte, occupano momentaneamente l’ultimo posto utile per la wild card. La bagarre in questo caso è assicurata, ed è praticamente impossibile capire oggi chi potrebbe prevalere, in un nugolo di contendenti decisamente livellate verso il basso.

San Diego c’è

Se non fosse per due terribili rivali divisionali che volano in cima ai rankings Nfl, sui Chargers ci sarebbero decisamente più attenzioni. Dopo alcune stagioni deludenti, Philip Rivers è tornato ai suoi migliori standard, superando, a nemmeno metà stagione, le duemila yard lanciate, con 15Td e solo 11 sack subiti. E’ proprio il salto di qualità della linea offensiva uno dei motivi principali della rinascita offensiva delle saette. L’innesto di DJ Fluker ha giovato, trasformando una delle linee più permeabili, in una delle più affidabili, consentendo anche al gioco di corse di trovare nuove certezze. Ryan Matthews non sarà probabilmente mai il leader che San Diego sperava, ma ora, col miglioramento dei blocchi, e il positivo impatto di Woodhead, la sua media portate è salita oltre le quattro yard, e con qualche Td in più si potrebbe parlare della stagione del riscatto. Il gioco aereo può contare sul recupero fisico di Antonio Gates, sulla sorpresa Eddie Royal e sull’ottimo Keenan Allen, altro rookie dall’impatto notevole. Non mancano insomma i motivi di soddisfazione per la franchigia californiana, le cui ambizioni restano però al momento frustrate dallo scarso apporto della difesa, agli ultimi posti in quasi tutte le statistiche sul gioco aereo, e solo poco meglio in quelle su corsa.