Bruce Arians: una vita per il football

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A inizio stagione, parecchia curiosità circondava gli Arizona Cardinals e per una volta l’attenzione non era rivolta alla 1^scelta del draft o al colpo effettuato in Free Agency, bensì allo sbarco nel deserto di Bruce Arians, ex OC degli Steelers e dei Colts. A sessantuno anni dopo aver contribuito a far vincere il 2°anello a Ben Roethlisberger, aver rilanciato, l’anno scorso, i Colts portandoli ai P.O., come HC ad interim a causa della malattia di Chuck Pagano, è arrivata la chiamata dei Cardinals per farne il loro capo allenatore.

Per iniziare la sua avventura si è portato con sé uomini esperti come l’ex OC dei Colts, Tom Moore e Harold Goodwin, ex responsabile della linea offensiva ai Colts e ora OC ai Cardinals.

Tre quarti del mondo NFL si sarebbe aspettato anche un “upgrade” nel ruolo più importante della squadra, il QB. Lasciati andare Kolb e Skelton, è stato acquisito prima un QB con discreta esperienza del mondo NFL, ma poche partite come starter come Drew Stanton, e poi uno “journeyman” come Carson Palmer, reduce da due anni non positivissimi a Oakland dopo l’altrettanto brutale fine del rapporto tra l’ex stella di USC e i Cincinnati Bengals nel 2011. A inizio stagione poi, la 1^ scelta del draft 2013, l’OG Jonathan Cooper, si è fratturato il perone sinistro, chiudendo anticipatamente il proprio anno da rookie. Nonostante tutto però con gli arrivi degli OT Sowell, dai Colts, e Winston dai Chiefs e della Guardia Fanaika dai Seahawks, la linea offensiva è stata in qualche modo riassemblata. A beneficiarne è stato soprattutto il passing game diventato il 13°della Nazione mentre la stagione scorsa era appena il 28° del ranking.

Senza un rookie in cabina di regia, con una linea non di primissima scelta, ma con l’ausilio dell’ottava difesa in termini statistici della NFL e di un grandissimo WR Larry Fitzgerald, Arizona è tornata in corsa per un posto nei P.O. ; il tutto non è come spesso accade il frutto di un calendario fortunato o di una serie di circostanze favorevoli come lo erano state le prime quattro vittorie della scorsa stagione. Il merito va a una squadra che è riuscita a battere i Detroit Lions, i Carolina Panthers, gli Indianapolis Colts e se i risultati di queste settimane saranno confermati si giocherà tutto contro i rivali divisionali, Seahawks, 49ers e Rams, contro cui ha perso l’incontro di andata (unica pecca!).

Domenica, tornando alla prestazione più recente, i Cardinals hanno maltrattato i Colts, chiudendo il primo tempo in vantaggio 27-3 e lasciando ad Andrew Luck, il talentuoso QB di Indianapolis, lanciato dallo stesso Arians, la miseria di 163 yds di lancio con un TD pass e un Intercetto.

Dietro a una tale metamorfosi che ha trasformato una franchigia mediocre sotto qualsiasi punto di vista l’anno scorso, non ci può che essere un F.O. solido, esperto e deciso nel raggiungere i suoi obiettivi. Quando Arians è stato nominato HC e in F.A. è stato acquisito Carson Palmer, senza indecisioni Arians l’ha nominato come starter, dando un segnale all’intera organizzazione. Arians voleva ripartire subito, senza tentennamenti, scommettendo su un veterano, discutibile ma necessario per la ricostruzione della franchigia, che passava principalmente tramite la ricomposizione di una linea offensiva, l’anno scorso, indecente.

Con etica Arians è entrato già nella storia, essendo tra i quattordici HC capaci di vincere almeno sette partite nel primo anno da capo allenatore, portando la propria franchigia a segnare 254 punti, che sono già quattro in più di quelli segnati nella scorsa stagione.  E’presto per dire se la missione di riportare ai P.O. i Cardinals possa avere successo o meno ma è indiscutibile come sia già un successo, in questo momento della stagione, avere lo stesso record dei blasonati 49ers, finalisti dell’ultimo SB.

Domenica i Cardinals affrontano gli Eagles, altra “conteder” per i P.O. , guidata dall’altro Rookie HC Chip Kelly. In ballo, non ci sono solo la vittoria e la corsa ai P.O. ma anche la possibilità che uno dei due con il terzo incomodo, Mike Rivera dei Panthers, vinca il titolo di capo allenatore dell’anno, premio che sarebbe più che meritato considerato pure l’anno da Interim HC dell’anno scorso ai Colts.