SUPERBOWL XLVIII : Seattle Rules

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Il Superbowl XLVIII, per i Broncos, è probabilmente finito dopo 12” di gioco. L’MVP della stagione, il QB Peyton Manning si è avvicinato al suo centro (Manny Ramirez), per chiamare un audible, e questi ha snappato cogliendo in contropiede il proprio QB. Come risultato la palla è rotolata in EZ ed è stata ricoperta da Knowshown Moreno dei Broncos per una safety. 2-0 per i Seahawks, uno score ampiamente recuperabile se qualcosa non fosse scattato, in negativo, tra i Broncos. Come un déjà-vu dei SB persi (1987-1988-1990) da John Elway, attuale vice presidente della squadra del Colorado, i Broncos hanno condito l’incontro di errori concedendo ai Seahawks di segnare in un solo incontro, per la prima volta in una finale NFL, con una safety, un intercetto ritornato in EZ e un kick off return.

I Seahawks hanno giocato come sanno, una grande difesa e gli special teams hanno sigillato la vittoria con l’intercetto del LB e MVP Malcolm Smith riportato in EZ e il touchdown sul kick off return del rientrante Percy Harvin a cavallo tra la fine del secondo quarto e l’inizio del terzo. Russell Wilson non ha sbagliato nulla, lanciando due TD pass accumulando 240 yds di lancio e soprattutto senza mai perdere il controllo della situazione.

L’attacco dei Seahawks ha mischiato le carte grazie alla pericolosità di Percy Harvin sul perimetro offensivo e al solito Marshawn Lynch, autore del TD del 15-0. Tornando a Wilson, sono in molti a chiedersi se si tratti di un solido game manager o di un QB elite, ma la verità è che questo ragazzo, al secondo anno di NFL, ha coronato un sogno, quello di vincere al SB, impensabile dopo il draft 2012.

Per chi, non lo ricordasse il giovane QB di Seattle era finito al terzo giro di quel draft a causa delle sue misure (1.80 scarso x 90 chili più o meno), dopo aver condotto la sua Università (Wisconsin) alla vittoria nel Rose bowl. Russell Wilson non era stato reclutato, al college, da Wisconsin ma da North Carolina State, dove aveva giocato fino alla vigilia della stagione da Senior. Il capo allenatore di NC State, Tom O’Brien, non contento della partecipazione di Wilson al training primaverile dei Colorado Rockies di Baseball, aveva chiesto e ottenuto il “release” di Wilson a inizio 2011. Destinato, ai Seahawks, a imparare il “lavoro” dietro Flynn e Tarvaris Jackson, ha bruciato le tappe, diventando rapidamente lo starter Qb, battendo il record di vittorie per un QB nelle prime due stagioni appartenente a Roethlisberger.

Dopo tre anni dall’allontanamento di Wilson da NC State, il “nano” è sul tetto del mondo del football e come lui giocatori come Jermain Kearse e Doug Baldwin, i due WR autori dei TD del 36-0 e del 43-8, “undrafted” 2012 e 2011, provenienti dalle vicine università di Washington e Stanford. Non sono però gli unici “underdog” che hanno potuto festeggiare il primo anello dei Seahawks come un atto di rivincita nei confronti di tutta la NFL. La difesa, la migliore della nazione, ha avuto il suo MVP in Malcolm Smith (l’intercetto con TD e il fumble ricoperto di Thomas), un LB che a inizio stagione era il terzo della depth chart e che era stato draftato al 7°giro da USC, così come erano stati presi dopo il 5°giro, nel 2011,  la Safety Chancellor e il CB Sherman.

Pete Carroll è riuscito, con l’ausilio del GM John Schneider, a fare un lavoro di recruiting incredibile rendendo i Seahawks in un biennio la più forte squadra dell’intera NFL. Questa vittoria è stata una rivincita anche per Carroll ritenuto da mezza NFL inadatto a guidare una franchigia tra i professionisti dopo le controverse prove alla guida dei Jets e dei Patriots, considerato dai più un ottimo allenatore di college dove peraltro ha vinto con USC due titoli nazionali.

Degli sconfitti, si può dire poco o nulla perché le statistiche non rendono onore allo spettacolo indegno visto sul campo.

Peyton Manning è sembrato l’ombra di se stesso e le statistiche sembrano addirittura generose e gonfiate dal “garbage time” concesso dai Seahawks.  La débacle dei Broncos e di Manning in particolare (due intercetti, un fumble e una safety in condivisione con Ramirez) rischia di mettere la parola “fine” alla carriera gloriosa di questo QB, straordinario in regular season, non altrettanto in post-season, cui mancava il sigillo finale, il secondo titolo dopo il successo contro i Bears nel 2006 (votati al suicidio sotto la guida di Grossman) e la sconfitta del 2009 contro i Saints, per essere definito come il più grande QB della storia NFL. Stanotte, PM non è “pervenuto”, è stato ancora una volta protagonista, in negativo, come spesso accadutogli in passato.

I Broncos, in attesa del verdetto dei medici sulle condizioni di Manning e dopo questo choccante finale potrebbero ricominciare da capo, con un nuovo QB sperando di aver pescato nel 2011, l’asso giusto (Brock Osweiler), fatto che di per sé li costringerebbe a pianificare il futuro, in maniera diversa, ma scevri dall’ingombrante figura di questo talentuoso ma discontinuo atleta.

Per quanto concerne il resto della squadra, il “corteggiatissimo” OC Gase non è riuscito, all’atto finale del SB, a liberare l’attacco dai fantasmi della sconfitta che aleggiavano sopra le teste di Manning & c., con un gioco di corse e Moreno impalpabili per tutto l’incontro mentre Del Rio dovrebbe solo vergognarsi per lo spettacolo sconcertante di una difesa che ha concesso di tutto e di più a Wilson & C., in cui va detto un grande “Grazie” a Bailey e Cromartie ma cui bisognerà trovare quanto prima dei validi sostituti.