Nole e Flavia, le sorprese (relative) di Indian Wells

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Novak Djokovic interrompe un digiuno che in realtà non è mai stato tale (aveva vinto il Master a Londra nel novembre scorso) e porta a casa il primo Master 1000 della stagione, quello di Indian Wells, in California. Al termine di una finale bella ma non bellissima, e al termine di una partita equilibrata ma non equilibratissima (nonostante il 3-6 6-3 7-6 finale, il serbo dal secondo set in avanti ha sempre dato l’impressione di avere qualcosa in più) Djokovic ha sconfitto Federer portando a casa il 42° titolo della sua carriera.

Lo svizzero ha invece sprecato la possibilità di vincere il suo 79° trofeo, forse a causa di una condotta di partita troppo prudente, ma anche per merito di un avversario che per tutto il torneo aveva zoppicato ma che invece in finale ha mostrato il suo miglior tennis.

In un torneo dove molti big hanno faticato (Nadal è uscito subito, Berdych è apparso al solito incostante, Murray lontano dalla migliore condizione, Wawrinka deludente), le cose migliori le hanno fatte vedere giocatori di seconda fascia come Anderson e Dolgopolov (ma anche Isner, Gulbis e tutto sommato Dimitrov), oltre naturalmente ai due finalisti, che in tempi e modi diversi hanno dimostrato di nuovo di essere tornati ad altissimi livelli.

Se per tutto il 2013 avevamo registrato un dominio pressoché totale di Nadal, interrotto nel finale da Djokovic e sporadicamente da Murray, questa fin qua sembra una stagione più interessante ed equilibrata, in cui in ogni torneo è possibile registrare qualche sorpresa. Siamo però solo a marzo, e questa idea di equilibrio più diffuso può rapidamente essere smentita.

Tra l’altro in settimana si riparte per un altro Master 1000, quello di Miami, nell’ultimo vero appuntamento prima della stagione della terra battuta, e lì vedremo se i giovani rampanti sapranno mettere in discussione nuovamente le gerarchie consolidate del tennis.

Lo stesso potremmo dire del circuito femminile, che a Indian Wells ha visto l’incredibile trionfo di Flavia Pennetta. La 32enne ex top ten italiana, che la scorsa estate era precipitata fuori dalle prime 150 e meditava il ritiro, ha infilato una serie di successi impressionanti (Camila Giorgi, che aveva fatto fuori la Sharapova, Stosur, Na Li e in finale Radwanska) per vincere il decimo torneo della sua carriera, il primo Tier One di una vita tennistica che sembrava aver già visto il meglio.

Invece Flavia dalla scorsa estate ha ripreso a giocare benissimo, ha piazzato un paio di quarti di finale Slam, e ha coronato questo periodo bellissimo con un successo francamente insperato ma meritatissimo.

La Pennetta (chiamata Pasta da Serena Williams in una serie lunghissima di Tweet durante la finale), di cui si vocifera un flirt con Fabio Fognini (nè smentito nè confermato dai due), è tornata al numero 12 del ranking, e se saprà mantenere questo standard di rendimento potrebbe aspirare ad un rientro nelle prime 10, visto che per il resto al momento non si vedono molte giocatrici in gran forma.

Non lo sono le italiane Vinci ed Errani, in sconfitte seriali ormai da troppo tempo e chiamate al riscatto in tempi brevi ora che arriva la terra.

Prima però c’è il passaggio a Miami anche per le ragazze: lì però ci saranno anche le sorelle Williams (che a Indian Wells non giocano per una vecchia storia di supposto razzismo) e si sa che quando c’è Serena in tabellone la vera favorita è sempre lei…