Tennis, la Coppa Davis e un’impresa a metà

American Sport ma non solo ! Registrazione necessaria prima di poter dire la vostra.

Il successo dell’Italia sulla Gran Bretagna nei quarti di finale della Coppa Davis 2014 sta suscitando un entusiasmo che ancora una volta, al pari delle imprese delle varie Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci (singolarmente o in Fed Cup), dimostra come in Italia il tennis sia sport tutt’altro che dimenticato.

Raggiungere la semifinale dopo 16 anni (e 16 anni spesi male, con retrocessioni fino alla serie C, poi condannati ad anni e anni di anonima cadetteria) è sicuramente un grande risultato, che ridà nuovamente fiato a un movimento che non se la passa poi troppo male (rispetto ai mezzi disastri degli ultimi 30 anni), e concede ulteriore cassa di risonanza ad una Federazione bravissima e scaltra nel vendere i propri successi.

Ma se andiamo a guardare bene, la vittoria sulla Gran Bretagna (alla vigilia tutto sommato eravamo favoriti noi, e non solo perché si giocava sulla terra), è diventata un’impresa solo dopo che gli azzurri Fognini e Bolelli, giocando male, si sono fatti battere in doppio da Murray e Fleming. A quel punto per passare il turno all’Italia sono servite le due scontate vittorie su James Ward (numero 161 del mondo), ma pure una su Andy Murray.

Anche se lo scozzese non è mai stato un fulmine di guerra sulla terra (tra i suoi 28 trofei non c’è un solo titolo sul rosso), è sicuramente un giocatore di altissimo livello tecnico, e Fognini per batterlo ha dovuto estrarre dal cilindro una prestazione che, ancora una volta, dimostra come al momento sia tra i più forti specialisti della superficie più lenta.

Una gran bella vittoria la sua, che piazza il 27enne ligure nuovamente al centro dell’attenzione, proprio ora che parte la stagione sulla terra, dove Fabio dovrà confermare i tanti punti conquistati lo scorso anno, e mettere altro fieno in cascina se, come molti pensano, può e deve puntare ad entrare tra i primi 10 del ranking mondiale, tre soli gradini sopra il suo attuale 13° posto.

Tornando alla Davis, una volta esaurita la fanfara della vittoria sulla Gran Bretagna (squadra tra l’altro appena tornata nel World Group e oggettivamente poco competitiva se non trova un giocatore decente da affiancare a Murray), forse ci tornerà a tutti in mente che in semifinale ci aspetta una mission impossible in Svizzera, dove al coperto e sul veloce a settembre affronteremo Federer e Wawrinka.

Nel caso di un miracolo, tra l’altro, in finale troveremmo o la detentrice del trofeo (la Repubblica Ceca di Berdych e Stepanek) oppure la Francia di Gasquet, Tsonga e Monfils. Insomma, per ora godiamoci questo successo, e aggrappiamoci al fatto che d’ora in avanti l’Italia non avrà davvero nulla da perdere. Non è nemmeno pochissimo.