New York Giants grade: B+

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Il draft del 2014 doveva essere per I New York Giants il draft in cui la mentalità e la strategia degli anni passati (cioè quella di buttarsi sempre e comunque sul Best Payer Avalaible) sarebbe dovuta passare in secondo piano: e così è andata fortunatamente perché tutte, se non tutte, le scelte fatte dal nostro GM un senso alla fine c’è l’ hanno.

Si sceglieva alla numero 12 il che ovviamente era molto positivo vista la profondità di questo draft in tutti i ruoli per cui di talento disponibile ce n’è sarebbe ancora stato in abbondanza. L’ obbiettivo non dichiarato era Taylor Lewan da Michigan, un OT che avrebbe fatto molto al caso nostro; invece i Tennessee Titans se lo sono scelti alla 11 per cui la nostra strategia ha dovuto subire delle modifiche. Tutti i tifosi Giants, compreso il sottoscritto, hanno subito pensato che la nostra scelta sarebbe andata su Zack Martin, OG da Notre Dame e invece ecco che accade qualcosa di inaspettato :” With the 12th pick in the 2014 NFL Draft the New York Giants select..Odell Beckham Jr, WR da LSU”.

Ora la scelta di Beckham può lasciar credere che si sia andati di BPA (Best Player Available) e in parte può essere vero, ma se andiamo a parlare in termini di fit questo giocatore rappresenta il fit ideale per il nuovo sistema offensivo di McAdoo: veloce, rapido, gran controllo del corpo e una capacità invidiabile di separarsi dal proprio avversario: senza contare che è stato giudicato il miglior route runner del draft. Il secondo giorno io lo reputo forse quello più difficile in cui le scelte devono essere molto oculate perché se sbagli la strategia rischi di farti scappare degli ottimi talenti.

Al secondo giro arriva Weston Richburg, C da Colorado State: qui c’è da discutere non sul giocatore né tantomeno sul fit (è il centro che desideravo vedere ai Giants), ma sulla strategia infatti Richburg poteva ancora essere disponibile al terzo giro per cui si poteva fare trade down in modo da recuperare qualche scelta e avere più opportunità al terzo giro e Richburg sarebbe arrivato comunque, ma oramai è andata. L’ errore forse più grande arriva al terzo giro: viene chiamato Jay Bromley DT da Syracuse.

Anche qua mi sembra una scelta abbastanza frettolosa e, come si dice in gergo, qui abbiamo “reachato” in maniera clamorosa, dato che Bromley era dato al quarto giro se non al quinto: se si fosse fatta una trade down al secondo giro avremmo avuto sicuramente più scelte e il terzo giro poteva essere l’ ideale per arrivare ad un TE in modo da sistemare quel reparto.

Beninteso che io non sto criticando i giocatori ma solamente la strategia usata nel secondo giorno, perché ritengo Bromley, ma soprattutto Richburg giocatori molto validi. Arriviamo al terzo giorno di draft: con la quarta chiamata arriva un giocatore molto interessante che dà profondità e spessore ad un reparto un po’ scarno di queste caratteristiche, e cioè i RB; da Boston College arriva Andre Williams.

Reese qui si riscatta totalmente dopo la scelta avventata al terzo giro e sceglie uno dei prospetti più interessanti di quelli ancora in circolazione: si tratta di un RB alla Brandon Jacobs, impossibile da fermare quando prende velocità e abilissimo sui down corti, e dotato inoltre di una grande work ethic. Al quinto giro arriva una S da San Diego State, tale Nat Berhe.

Scelta condivisibile dato che Will Hill si è “bruciato” per non dire altro, un’altra opportunità e forse non si ha troppa fiducia in Cooper Taylor, draftato lo scorso anno. Berhe è una Safety dotata di grande reattività e forza fisica: legge bene il gioco e può anche essere schierato come coverage-LB, ruolo da non sottovalutare perché secondo la mia opinione e avendo visto molti highlights, questo giocatore è in grado di ricoprire. Con la compensatory pick del quinto giro arriva Devon Kennard, LB da USC.

Anche questa pick condivisibile dato che il suddetto giocatore è un SAM linebacker da 4 a 3 perfettamente compatibile con il nostro sistema difensivo: il talento c’è e anche le doti tecniche; chiaramente è da disciplinare tatticamente ma quello verrà con il tempo. Con questa scelta molti pensavano che arrivasse Skov da Stanford, ma ricordiamoci che Skov è più un ILB da 3 4 per cui io condivido totalmente la scelta di Reese. Ultima chiamata quella del sesto giro, dato che a noi il settimo giro non tocca a causa dell’ acquisto di Jon Beason (meglio Beason che una settima scelta).

Arriva con la sesta scelta Bennet Jackson, CB da Notre Dame. Giocatore molto veloce e dotato di grande aggressività che andrà a gonfiare un reparto in cui siamo in controllo, ma nel quale manca forse un po’ di “frizzantezza”, che Jackson forse può apportare.

Chiudo questo mio pezzo sui Giants facendo notare a chi magari se l’ è fatto sfuggire, che cinque dei giocatori draftati erano capitani nelle rispettive squadre ai College. Questo è un altro punto a favore di Reese che porta nello spogliatoio gente che sa cosa significa la work ethic e la disciplina, ma soprattutto gente che di carattere e di attributi ne ha da vendere.