Il carosello delle panchine

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Come accade sempre a fine stagione è iniziato il valzer delle panchine; quest’anno sono sette gli head coach ad essere “saltati”, alcuni annunciati ed altri no.

 

NEW YORK GIANTS

Il primo a saltare è stato Ben McAdoo, capo-allenatore dei New York Giants; la squadra newyorchese è passata da un promettente record di 11-5 nel 2016, con qualificazione ai play off ad uno sconcertante 3-13. Nonostante i tanti infortuni che hanno falcidiato la squadra sia in attacco sia in difesa, l’incapacità a gestire lo spogliatoio con l’aperta ribellione di alcuni giocatori (v. Eli Apple), l’approccio sconcertante alle partite come in occasione della sconfitta contro i 49Ers, la mancanza di identità di un attacco che neanche l’anno scorso ha mai convinto e il “bench” nei confronti di Eli Manning, il leader di questa squadra, con i due anelli vinti nel 2007 e nel 2011, sono stati fatali nella decisione del suo licenziamento.
Suo successore designato è Pat Shurmur, OC dei Minnesota Vikings ed ex HC dei Cleveland Browns nel biennio 2011-12. Il gran merito di Shurmur è stato quest’anno, in qualità di offensive coordinator, di aver sopperito alle assenze di Teddy Bridgewater, il QB draftato dai Vikings nel 2014 e di Sam Bradford, lo starter infortunatosi alla seconda di campionato, adattando il proprio gameplan ad un “journeyman” come Case Keenum, un undrafted undersize (184 cm di altezza), reduce da una pessima stagione nel 2016 con i Rams di Fisher; autore, quest’anno, di una delle più sorprendenti metamorfosi della storia NFL.
Come se non bastasse ci sono state anche le consacrazioni del WR “bianco” Adam Thielen, undrafted nel 2013 proveniente da Minnesota State, un college di seconda divisione e di Stefon Diggs, preso al 5°giro nel 2015. Nel mentre Dalvin Cook, il sorprendente RB di inizio stagione preso al 2°giro del draft 2017 si è infortunato, venendo sostituito da Latavius Murray, il RB da 191cm acquisito in FA, ex Oakland Raiders, protagonista con il collega di reparto McKinnon della resurrezione del gioco di corse dopo la partenza di Adrian Peterson.

OAKLAND RAIDERS E CHICAGO BEARS

Gli Oakland Raiders e i Chicago Bears hanno già scelto chi sarà il loro HC nella prossima stagione.
I primi sono passati da uno splendido record di 12-4 ad uno sconcertante 6-10. Cosa non ha funzionato? Praticamente tutto. Dopo aver gioito per la sostituzione del mediocre OC Bill Musgrave con il QB Coach Todd Downing, Derek Carr e il suo attacco hanno fatto dei mostruosi passi indietro e la difesa già non eccezionale è addirittura peggiorata, tant’è che prima del licenziamento dI Jack Del Rio e del suo staff, il primo a essere sollevato dai suoi incarichi è stato il DC Ken Norton, sostituito dal veterano John Pagano, ex DC Chargers.
Il motivo ultimo del cambiamento di rotta è stata la possibilità, vista da Mark Davis, di far tornare ai Raiders Jon Gruden, attualmente ESPN analist, ex allenatore dei Raiders a fine anni ’90 e dei Buccaneers, condotti al SB nel 2002, vinto contro la sua ex squadra. Jon è anche il fratello di Jay Gruden, capo-allenatore dei Washington Redskins.

John Fox lascia i Chicago Bears con un record in tre anni di 14 vittorie e 34 sconfitte, troppo poco per un allenatore due volte finalista al Superbowl con due squadre differenti (entrambe perse). Se un merito va riconosciuto a Fox è di aver ricostruito grazie al lavoro di Vic Fangio (riconfermato), la difesa, purtroppo non tutto è filato liscio in attacco. Il primo anno, le cose non erano, in realtà, andate male grazie al lavoro dell’OC Adam Gase, cui va riconosciuto il merito di aver fatto “quasi” giocare bene un emotivo ed instabile QB come Jay Cutler. Con la partenza di Gase (diventato HC nel 2016 dei Miami Dolphins) e la promozione di Dowell Loggains da QB Coach ad OC, l’attacco è diventato prevedibile, privilegiando in maniera netta il gioco di corse a quello aereo. Alla base di questa scelta anche i troppi infortuni che l’attacco dei Bears ha dovuto subire in questi due anni. Jay Cutler giocò nel 2016 solo 5 partite. Quest’anno si sono infortunati quasi tutti i WR ed in particolare Kevin White scelto al primo giro nel 2015 che in 3 anni di NFL è stato piazzato tutti gli anni in IR e Cameron Meredith, il WR rivelazione del 2016, senza contare il gravissimo infortunio del TE Zach Miller.
Con molto talento a disposizione, avendo draftato nel 2017 il QB Mitch Trubisky con la seconda pick assoluta e il TE Adam Shaheen, i Bears hanno deciso di ringiovanire il proprio coaching staff. A dispetto della poca esperienza come “play caller” a Kansas City, I Bears hanno scelto come loro HC per la stagione 2018, l’OC Matt Nagy, ex QB di Arena Football, responsabile della crescita statistica dell’attacco dei Chiefs come pure dalla debacle dei Chiefs nell’incontro di Wild Card casalingo contro i Tennessee Titans. Ad affiancarlo in quest’avventura, come OC, Nagy ha scelto Mark Helfrich, ex Head Coach di college con gli Oregon Ducks.
Vic Fangio, di cui si era parlato come possibile Head Coach per altre franchigie, è stato confermato come Defensive coordinator.

INDIANAPOLIS COLTS

La panchina di Chuck Pagano era destinata a saltare. Senza la star, il QB Andrew Luck, i difetti dei Colts sono drammaticamente emersi; Luck nel 2015 aveva disputato solo metà stagione, a fine 2016 si è dovuto operare alla spalla a causa di un infortunio patito la stagione precedente e ha finito con il saltare l’intera stagione 2017.
La difesa che doveva essere il “fiore all’occhiello” della sua gestione è stata un totale colabrodo, la 30^della lega, il gioco di corse è stato il 22°della lega e, per chiudere la stagione alla “meno peggio” i Colts hanno dovuto tradare Philip Dorsett, WR, con Jacoby Brissett il terzo QB dei Patriots, draftato al terzo giro l’anno scorso. Chiudendo con un record di 4-12, è arrivato il licenziamento di Pagano. Anche se dovranno aspettare la fine dei PO, per ufficializzarne l’assunzione, il futuro HC designato è Josh McDaniels, OC dei New England Patriots, che ha dovuto “spurgare” 7 anni per riavere un posto da HC dopo la disastrosa prima esperienza conclusasi nel 2011 con i Denver Broncos. Ad accompagnarlo dovrebbe esserci Jack Peetz, QB Coach degli Oakland Raiders in qualità di offensive coordinator e Matt Eberflus, LB Coach dei Dallas Cowboys come difensive coordinator.

DETROIT LIONS

I Lions hanno un elite QB, Matthew Stafford, un buon corpo di ricevitori e, quest’anno, in teoria con i rivali Packers privi di Aaron Rodgers avrebbero dovuto puntare dritti ai PO, peraltro raggiunti in maniera fortunosa l’anno scorso. Come spesso accade a questa franchigia hanno bruciato le ultime speranze di PO perdendo con una squadra già eliminata dalla corsa ai PO come I Cincinnati Bengals. A poco è servito chiudere la stagione con un record di 9-7. Senza pensarci troppo il GM Bob Quinn, assunto nel 2016, non responsabile dell’assunzione di Caldwell nel 2015, ha deciso lo switch alla testa dei Lions. Probabile sostituito l’attuale Defensive Coordinator dei New England Patriots, Matt Patricia, 43 anni che dovrebbe tenere come suo Offensive Coordinator il 33 enne Bob Cooter, voluto a tutti i costi da Matthew Stafford.

ARIZONA CARDINALS E TENNESSEE TITANS

Le ultime due caselle da riempire erano quelle degli Arizona Cardinals e dei Tennessee Titans.
Nel primo caso, il 65 enne Bruce Arians ha deciso per motivi famigliari e di salute di dimettersi. Dopo il ritiro dell’OL Coach Mike Munchak, nella corsa alla successione di Arians, i Cardinals hanno optato per Steve Wilks, defensive coordinator dei Carolina Panthers. Resta da sciogliere il nodo dell’offensive coordinator; i primi nomi papabili per il ruolo sono quelli di Darrell Bevell, ex OC Seattle Seahawks e di Mike McCoy, ex OC dei Denver Broncos ed ex HC dei Chargers.

I Tennessee Titans non raggiungevano i play off dal 2008. Lo hanno fatto penando troppo a fine stagione, con un gioco offensivo che, complice anche alcuni infortuni come quello di Demarco Murray, si è involuto. L’aspetto più deludente del gioco offensivo dei Titans è stato Marcus Mariota; se la scelta “interna”di Mularkey come successore di Whisenhunt era dettata dal desiderio di non stravolgere le abitudini del QB e di continuarne lo sviluppo, tali aspettative sono state disattese. Intrappolato in una “smashmouth”offense, Marcus Mariota non ha migliorato le sue abilità come passer, peggiorando le sue statistiche; la squadra nei PO è stata poi protagonista di un’incredibile rimonta contro i Chiefs ma si è arresa in maniera disarmante contro i Patriots; il mancato raggiungimento di un accordo sull’estensione del contratto di Mularkey ha portato le parti a separarsi, dopo una settimana dalla conferma della società dello stesso Mularkey.
I Titans, costretti a rincorrere un nuovo HC, hanno assunto abbastanza rapidamente Mike Vrabel, DC dei rivali Houston Texans. Come per i Cardinals deve essere ancora fatta la scelta del nuovo offensive coordinator. Tra i papabili John De Filippo, QB Coach dei Philadelphia Eagles e Sean Ryan, QB Coach dei Texans, nonché Brian Callahan, QB Coach dei Detroit Lions.

IMPROBABILI CONFERME

Sono stati clamorosamente confermati Hue Jackson (Cleveland Browns), nonostante un record finale nel 2017 di 0-16 e una vittoria conseguita in due anni da HC e Marvin Lewis che, HC dei Cincinnati Bengals dal 2003, è riuscito a raggiungere i play off solo in 7 occasioni, senza nessuna vittoria in post-season. Una vittoria nei PO manca per i Bengals dal lontano 1990!

 

Massimiliano “Marino” Matarazzo