Sarà ancora Irlanda?

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Questa negli USA e’ la settimana dello U.S Open di golf, il secondo major della stagione, in programma tra Giovedi’ 14 e Domenica 17, all ‘ Olympic Club di San Francisco in California.

Via con i pronostici, con le speranze e con poche certezze allora.

La prima, che a difendere il titolo sarà ancora una volta un figlio d’ Irlanda, quel Rory McIlroy che un anno fa sbaragliò la concorrenza con un irriverente 16 sotto par al Congressional scrivendo il proprio nome, nell’ albo d’oro che vale una carriera, dopo il connazionale Graeme McDowell (2010).

La seconda, che gli Americani venderanno cara la pelle. Dal ritrovato Tiger Woods, tornato a vincere due settimane fa al Memorial in Ohio, al Master winner Bubba Watson fino al mai sottovalutabile mancino Phil Mickelson.

La terza, che tra tutti gli avversari del field, quello più tosto e difficile da battere sarà il campo, nella tradizione dell’ U.S.Open preparato al limite della difficoltà’.

L’ Olympic Club e’ un campo lunghissimo (7,170 yards) par 71, con le prime 6 buche davvero impossibili ( “the hardest six holes ever starting out at an event” said Tiger Woods), come da copione insomma, perchè quel “16 sotto par” del ragazzino irlandese, in quella parte del Mondo, fa ancora male.