Addio allo ‘Stick

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Avete mai traslocato? Se lo avete fatto, sarà capitato anche a voi di fermarvi anche solo per un attimo a guardare quello spazio ormai vuoto che è stata la vostra casa a pensare che, una volta, un’ultima volta, chiusa la porta, la vostra vita sarebbe stata da quel momento un qualcosa di diverso.
C’è nebbia stasera a Roma una nebbia inusuale ed insolita che mi hanno riportato alla mente altre serate ugualmente ovattate in una San Francisco di tanti (troppi) anni fa.
E ‘ lunedì notte, di una notte romana e nebbiosa è fra un po’ i Niners disputeranno la quindicesima gara nella stagione 2013, si gioca in casa un Monday Night Football, contro i Falcons ma niente di ciò è una novità, quello che rende questa serata una serata speciale è che si tratta di un atto unico, non ci saranno repliche (a meno di sconvolgimenti imprevedibili) questa, signori, è l’ultima al Candlestick Park.
Il Candlestick, per quant’’anni più o meno la casa dei Niners, cinque Superbowl, una collezione di Championship, una miriade di partite di playoffs, di esaltanti vittorie e sanguinose sconfitte, ma Candlestick non è solo questo.
Candlestick sono i Beatles, Candlestick è il Golden Gate, è i Grateful Dead è Fisherman’s Warf,  Candlestick è Dwight Clark che prende l’ascensore per agganciare quell’imprendibile pallone che proietta i Niners nella storia, è Steve Young che arriva stremato in end zone dopo essersi preso gioco dell’intera difesa dei Vikings, è Alex Smith che prima manda in fibrillazione 60.000 cuori assiepati sulle tribune e poi li fa esplodere di gioia pizzicando il Duca in end zone per una vittoria insperata quanto esaltante. Candlestick è sono le 181 yards di corsa con cui Kaepernick demolisce i Packers nel Divisional dell’anno scorso.
Continuo a braccio e a memoria, così come mi viene.
Candlestick è il Windstick che manda al manicomio gli outfielder ed i kickers avversari è il Dump e il Cat Litter per via del fondo non proprio a norma e che quando piove fa sembrare S.Siro un biliardo ( ma poi chissenefrega?).
Candlestick è Joe Montana che trascina i Niners ad una rimonta impossibile contro i Saints vent’anni prima che Jeff Garcia riservi lo stesso trattamento ai Giants, Candlestick è Ronnie Lott e Merton Hanks, John Brodie e Tim Rattay, The Genius e Samurai Mike, è il fumble di Roger Craig che ci nega la possibilità del trepeat, Candlestick è un kicker austriaco cicciottello che inchioda i Cowboys ad una improbabile debacle ma anche un kicker salvadoregno risposabile di molti dei miei capelli bianchi. Candlestick è anche un oro olimpico nel lancio del disco ed un ostacolista tanto veloce quanto timoroso, è Deion Sanders, Rick Watters e Terrell Owens che, se tendete l’orecchio, potete sentire ancora l’eco dei loro interminabili sproloqui.
Candlestick è Montana to Rice. Candlestick è Frank Gore. Candlestick è Kaep che flette e si bacia il bicipite.
Per chi come me è cresciuto con il Candlestick e che c’è pure riuscito a passeggiare sul prato per una quindicina di emozionanti minuti era impossibile non dedicare due righe a quella che è stata per così tanto tempo la nostra unica e gloriosa casa.
Ma stasera finisce qui, addio vecchi ‘Stick, signori si chiude, si va Santa Clara il nuovo stadio, bello ma ancora senza un anima. Non so se sarà meglio o peggio so solo che sarà diverso.
Molto diverso.