Il muro del pianto

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Non finisce di stupire la Indycar. Come già successo a Indianapolis negli ultimi 2 anni, con colpi di scena continui negli ultimissimi metri di gara, anche in Texas la gara si decide poco prima dell’ultimo giro. L’inclinazione del banking nelle 2 curve primarie dell’ovale di Fort Worth fa selezione, e il muretto esterno accoglie a braccia aperte i malcapitati.

E’ il caso di Scott Dixon che dopo aver dominato la gara per oltre 130 giri va in crisi di gomme e si appiccica alla curva 2. Eredita la leadership Will Power, che però viene spedito in castigo “dietro la lavagna” con un drive trough per aver ostacolato poco prima Tony Kanaan. Sembra la volta buona per Graham Rahal, che viaggia spedito verso la bandiera a scacchi. Il vantaggio su Wilson non è elevato, ma 1 secondo e mezzo in un ovale valgono quasi quanto 3 su un circuito tradizionale, viste le velocità costanti. Ciò nonostante, il giovane leader riesce a commettere un’ingenuità che lo porta ad assaggiare il muro esterno, sebbene non riporti danni tali da fermarlo.

Wilson passa e se ne va in Victory Lane. Graham arriva secondo, deluso ed amareggiato per l’errore che mai avrebbe voluto commettere, ma che in Indycar è sempre una costante. “Sbaglio imperdonabile” commenterà nel dopo gara lo sconfitto, “non me la dimenticherò mai questa gara”.

Chi invece sembra dimenticare in fretta, pare essere Takuma Sato. Il piccolo nipponico, già protagonista indiscusso nella Indy500, è infatti finito a muro per la 3^ gara consecutiva. Un pilota con un gran cuore, ma che vede vacillare il rispetto che si era conquistato proprio sul catino dell’Indiana. Peggio hanno subito Barrichello e Simona de Silvestro. Entrambi con problemi tecnici non hanno nemmeno preso il via della competizione.

Menzione importante va concessa alla Indycar come organizzatore. Per la prima volta dopo la tragedia di Las Vegas 2011, si tornava su ovali veloci con banking elevati. Il pericolo su questo tipo di tracciato è dato dal viaggiare costantemente affiancati e in gruppo, come in una normale tappa ciclistica. Si è quindi deciso di obbligare i partecipanti ad adottare una diversa configurazione aerodinamica, in grado di garantire un minor downforce  e quindi di fare selezione tra i concorrenti in scia tra loro. Tutti soddisfatti alla fine. Soprattutto Will Power che allunga ancora in classifica malgrado la penalità scontata in gara.

Questo era il 1° di 3 ovali consecutivi in cui la Indycar si troverà a gareggiare nelle prossime settimane. Seguiranno Milwaukee e Iowa per poi tornare su circuiti tradizionali e cittadini. Si correrà di nuovo su un ovale poi alla fine dell’anno, dove la Indy concluderà la sua stagione  sul catino di Fontana.