Dottor Jekyll e Mister Stoner

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Storia strana quella di Casey Stoner, campione MotoGP in carica e tornato alla ribalta dopo il trionfo di Assen, unica gara del mondiale che da sempre si corre il sabato. Tornato alla ribalta nel senso sportivo del termine, visto che se c’è uno che non smette di far parlare i giornali è proprio lui. Vincere ad Assen poi è una soddisfazione impagabile, perché da sempre la pista olandese è considerata dai piloti stessi il tempio delle 2 ruote.

Storia strana la sua perché è il primo centauro, da tempo immemore, che da campione in carica rassegna le dimissioni! Era però accaduto con Alan Jones in Formula1 nel 1980, dopo aver vinto il mondiale con 5 vittorie. Salutò tutti e se ne andò in preda alla nostalgia di casa. Salvo poi tentare il inutilmente il rientro. Di Stoner e di un suo ritiro prematuro invece, se ne era già parlato in tempi non sospetti. Ma farlo da Re sul trono e per giunta così giovane, in pochi se lo aspettavano. Ma questa è storia già passata, in un mondo che vive sul filo dei 300 all’ora…

Quello che nessuno si aspettava, era vedere il campione in carica con la moto migliore perdere progressivamente strada in questo 2012 che non vede nemmeno, tra i pretendenti al titolo, il suo acerrimo nemico Valentino Rossi. Possibile che Casey subisca la sua stessa decisione di smettere a fine anno, correndo in uno stato di autoconservazione involontaria? Potrebbe essere, soprattutto tenendo conto che l’australiano della Honda ha collezionato una serie di soprannomi inneggianti alle sue leggendarie cadute. Su tutti “Rolling Stoner”. Papà da pochi mesi, Casey sapeva che questo traguardo lo avrebbe forse distratto, e il fatto di aver vissuto così tanti anni lontano da casa, deve averlo persuaso che tornare in patria tutto intero era più importante che mantenere il #1 sul cupolino!

Può sembrare strano che un pilota ragioni in questo modo, ma non bisogna dimenticare che malgrado la sicurezza passiva sia migliorata, la tragedia è sempre dietro l’angolo, e la perdita di Simoncelli potrebbe essere stata un decisivo deterrente.

Tutto questo fino a giovedì scorso, 1^ giornata di prove libere. Stoner cade malamente e si fa male. E’ un volo duro, di quelli che non si dimenticano, visto il continuo zoppicare che lo ha accompagnato fino a domenica sera. Stringe i denti Casey, non vuol saperne di infiltrazioni, e non ha fiducia sull’esito della cura. Decide di soprassedere e infischiarsene, tanto sa che se in pista andrà male, nessuno gli punterà il dito contro. Ma poi, forse complice la notte, qualcosa scatta nella sua testa. Ipotizziamo così lo Stoner-pensiero: “Ma come… decido di non prendere rischi per essere sicuro di tornare a casa tutto d’un pezzo e mi ritrovo mezzo rotto? Allora è tutto inutile… perdere il mondiale così non ha senso…”.

Detto fatto! Pole Position, solito ritornello sul “chattering” che sulla sua Honda è diventato una costante (fenomeno fastidioso che si crea durante la massima inclinazione e che da alle masse sospese una sorta di vibrazione e oscillazione in contemporanea…) e poi a tutta manetta fino alla bandiera a scacchi, con l’unica questione da risolvere nel sorpasso su Daniel Pedrosa, suo compagno di squadra che ancora oggi si domanda come faccia Casey a guidare così, con la stessa sua moto.

E’ tornato quindi lo Stoner che tutti conoscevano? Quello disposto a mettersi la moto per cappello anche per un 4°-5° posto? Lo Stoner che faceva volare la Ducati (in tutti i sensi…) rifilando distacchi da calendario ai compagni di team? Di sicuro sabato tutto è girato per il verso giusto, dalla partenza che ha visto Alvaro Bautista centrare in pieno l’ex capoclassifica Jorge Lorenzo, alla gomma difettosa che ha costretto Rossi ai box per un cambio pneumatico, che già di per se in MotoGP è un evento più unico che raro. Non ha avuto rivali Casey, nemmeno in se stesso. Ha gestito il chattering, ha passato Pedrosa, e ha lasciato il resto agli inseguitori, con un Andrea Dovizioso in grado di prendersi il 3° posto del podio.

Il Mondiale adesso riparte magicamente da zero! Perché con la vittoria di Stoner e la caduta di Lorenzo, il divario di 25 punti che c’era tra i due centauri si è volatilizzato nel nulla. Adesso lo spagnolo dovrà ricominciare da capo quella che fin’ora era stata la sua grande fuga, mentre l’australiano ha avuto il grande regalo di sentire su di se il favore degli Dei delle 2 ruote. Aspettando Rossi e la Ducati, l’unico ma entusiasmante motivo di attenzione verso lo scarno schieramento di MotoGP in pista, è proprio il dualismo tra questi 2 marziani della manetta, anzi 3, se si considera questa doppia personalità di Casey Stoner.