Uno scettro senza re

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La seconda giornata di campionato rispedisce l’AFC in quel caos primordiale che aveva caratterizzato la passata stagione. Un velo di mediocrità pare coinvolgere tutte le squadre favorite, concedendo alle altre, almeno per qualche altra settimana, l’opportunità di agganciarle in classifica e sognare la post season.

Emblema di un impero senza guida è l’imprevedibile sconfitta interna dei Patriots ad opera dei Cardinals. Scivolone sorprendente se si considera che l’attacco ospite non va oltre la normale amministrazione, lasciando alla difesa il compito di soffocare la macchina da punti più devastante della conference. La sconfitta però non è la peggiore notizia della domenica per New England, che deve metabolizzare la grave perdita di Aaron Hernandez.

Il TE dovrà infatti fermarsi per alcune settimane a causa di una caviglia malconcia, costringendo Belichick a dover trovare nuovi delicati equilibri. Brady dimostra ancora una volta di soffrire le difese in grado di mettergli le mani addosso, ritrovando però le mani sicure di Welker, relegato inizialmente in panchina. Non delle più semplici si preannuncia anche la settimana di Stephen Gostkowski, che ha sulla coscienza il field goal sbagliato allo scadere da posizione favorevole.

Giornata a tinte forti per il DE dei Bills Marcel Dareus, in campo nonostante un gravissimo lutto familiare. La morte del fratello in una sparatoria non gli ha impedito di scendere in campo, mettere a segno un sack e vedere tornare la sua franchigia al successo tra la gioia e la commozione di compagni e tifosi. Al suo fianco si staglia la piccola figura di CJ Spiller, che sfrutta al meglio l’assenza di Fred Jackson, per esplodere in una prestazione mostruosa, in grado di trascinare verso la luce anche il tremebondo Fitzpatrick. Per il RB non solo sfondato il muro delle 120yd corse, ma un ruolo determinante anche in ricezione, dove si conferma ormai la seconda opzione dopo Steve Johnson.

Redenzione è la parola giusta per accomunare le prestazioni di Brandon Weeden, Ryan Tannehill e Andrew Luck, QB poco meno che dileggiati dopo il difficile esordio tra i pro in week 1, ma artefici di prove convincenti nella domenica appena trascorsa. Weeden non riesce a regalare ai Browns la prima vittoria stagionale, ma le oltre 300yd lanciate con due TD, e la capacità di coinvolgere quasi l’intero pacchetto ricevitori, consolidano la sua posizione di starter, concedendo a Cleveland di vedere una luce in fondo al tunnel.

Per Tannehill invece è già tempo di festeggiare la prima W in carriera, mostrando tutto il repertorio a sua disposizione. Pur con percentuali modeste, il QB di Miami guida con buona personalità l’attacco, eleggendo Hartline come faro nel reparto ricevitori, e sfoggiando quelle doti atletiche che peraltro nessuno aveva mai messo in dubbio. Per entrambi va sottolineato il fondamentale supporto del gioco di corse, con Richardson e Bush autori di prove sensazionali. Chi ancora non può contare sul supporto di un solido gioco di terra è il “prescelto” Andrew Luck, che deve caricarsi sulle spalle tutto il peso dell’attacco dei Colts. Compagni fidati del primo successo in carriera sono Wayne ed Avery, ricevitori esperti e smaliziati quasi quanto il piede di Adam Vinatieri, che a 39 anni non sente il peso di un calcio decisivo.

Doveroso omaggiare le uniche due squadre a punteggio pieno, Houston e San Diego, sebbene per entrambe il calendario sia stato un prezioso alleato. I Texans dopo il facile debutto interno con Miami, fanno un sol boccone anche dei Jaguars, accontentandosi di mostrare solo una frazione del loro potenziale offensivo. Mentre Arian Foster e Ben Tate mettono a ferro e fuoco la povera difesa di Jacksonville, per Matt Schaub e Andre Johnson è una giornata di tutto riposo. In una divisione dal valore tecnico modesto, il primato di Houston pare già una candidatura seria.

Abituati a partenze lente, se non disastrose, i Chargers di Norv Turner possono finalmente guardare tutti dall’alto in basso. Dopo quello sui Raiders, è arrivato anche il successo sui Titans, avversari evidentemente poco problematici, ma comunque test significativi per mostrare l’enorme potenziale offensivo dei californiani. La buona vena di Philip Rivers sta sopperendo alla pesante assenza di Ryan Mathews, sebbene il vero eroe di giornata sia il TE di scorta Dante Rosario. Delle quattro ricezioni completate, ben tre si tramutano in TD, una prestazione difficile da ripetere, soprattutto con l’imminente ritorno di Antonio Gates.