AFC Week 5 Review

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La quinta settimana di campionato in AFC vede emergere per la prima volta in stagione quattro leader solitarie in vetta alle rispettive division. Ai Texans, che proseguono il loro percorso netto con la vittoria nel monday night sui Jets, e ai Chargers, ancora al comando della WEST nonostante la sconfitta sul campo dei Saints, si uniscono Patriots e Ravens. New England da una buona prova di forza contro i Broncos e trova il primo successo casalingo della stagione, mentre Baltimore, pur realizzando la miseria di 9 punti contro i Chiefs, può sfruttare lo scivolone interno dei Bengals e guardare dall’alto in basso le avversarie della NORTH.

Non c’è rosa senza spine dice il detto, così per Houston la quinta vittoria in altrettante partite porta con se anche la grande paura per l’infortunio di Brian Cushing. Il forte LB dei texani, rookie of the year nel 2009 e leader del team per sack messi a segno, è dovuto uscire dal campo durante il secondo quarto a causa di un problema al ginocchio sinistro. Gary Kubiak, head coach di Houston, non ha nascosto i timori nel dopo partita, auspicando che gli accertamenti dei prossimi giorni possano escludere il rischio di un lungo stop. Contro i Jets basta e avanza il solito Foster, che orfano per l’occasione del compagno di reparto Ben Tate, sfonda le 150yd corse e contribuisce con un TD ad un’affermazione più sofferta del previsto.

Chi fallisce la prova di maturità è Cincinnati, sconfitta tra le mura amiche dai promettenti Dolphins. La difesa ospite riesce ad oscurare la stella, fino ad ora splendente, di Andy Dalton, costringendolo ad una partita costellata da troppi errori. Nemmeno la riconferma dell’intesa con AJ Green può nulla contro la costante pressione esercitata sulla linea offensiva tigrata, causa principale della pessima giornata del reparto corse. La difesa concede troppo al gioco di terra di Miami, soprattutto nei momenti decisivi del match, potendo però trovare parziale giustificazione nel dover troppo spesso difendere in posizioni di campo scomode.

L’angolo della vergogna è decisamente affollato questa settimana. In prima fila vanno d’ufficio posizionati i Bills, non tanto per la prevedibile sconfitta a San Francisco, quanto per la resa incondizionata e ingiustificabile della difesa e in generale di tutto il team. Dopo il tracollo nel secondo tempo con i Patriots di sette giorni prima, Buffalo incassa altri 48punti, stabilendo il record NFL di yard concesse in due partite e aggiornando la quasi totalità dei record difensivi negativi della franchigia. Sul banco degli imputati tutto lo staff tecnico, da Chan Gailey all’allenatore della difesa Dave Wanstedt, che al momento restano al loro posto, ma che potrebbero essere defenestrati in caso di nuovo rovescio settimana prossima in Arizona.

Imbarazzo hanno espresso i vertici societari dei Chiefs dopo la nuova sconfitta di Kansas City. Stavolta però a scatenare la reazione indignata dei dirigenti bianco-rossi non è stata la modesta prestazione dei giocatori, ma il comportamento del pubblico. Esasperati infatti dalla pochezza offensiva dei propri beniamini, i tifosi di casa hanno reagito con cori e urla di giubilo all’infortunio di Matt Cassel, divenuto già dalla scorsa stagione il bersaglio di ogni tipo di critica e insulto. A questo punto sarà difficile, al di là dell’infortunio, riproporre Cassel ancora in maglia Chiefs, optando fin da subito per l’opzione Brady Quinn, eterna promessa mai mantenuta.

Altra brutta situazione è quella dei Jaguars. Disastrosamente sconfitta a domicilio dai Bears, smarrendo anche la certezza di una difesa che lo scorso anno aveva limitato i danni, Jacksonville deve ora fare i conti con la scommessa perdente di Blaine Gabbert. Mularkey non ha voluto nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di sostituire il giovane QB con Chad Henne, ma le cifre rischiano di trasformarsi in un suicidio tecnico senza precedenti. Gabbert crolla sotto i 40 punti di rating, mettendo in forte discussione anche la prima scelta del Draft 2012 Blackmon, fattore fino ad ora ininfluente nell’attacco dei giaguari. I timidi segnali di ripresa mostrati a inizio stagione sono ora messi fortemente in discussione, lasciando il posto ad uno scetticismo diffuso che rischia di prendere il sopravvento se il campo non dirà qualcosa di nuovo nelle prossime settimane.