NFC Week 11 Review

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Gli Atlanta Falcons sono tornati alla vittoria battendo gli Arizona Cardinals nonostante i 5 intercetti di Matt Ryan. Era dal 1967 che un QB non conduceva alla vittoria la propria squadra dopo aver “sparato” un numero così alto d’intercetti. Allora fu Bart Starr, QB dei Packers. I Falcons hanno sfruttato, per imporsi, la situazione disastrosa dei Cardinals in cabina di regia.

Con Kolb ancora infortunato, Skelton si è dimostrato impreciso e improduttivo tanto da costringere Whisenhunt a buttare nella mischia il 3°QB, il rookie Ryan Lindley, che al primo drive offensivo è stato colpito provocando il fumble riportato in EZ dal DE Babineaux. In quest’azione l’emblema di una partita in cui a fronte di 5 intercetti e 6 turnovers provocati da Ryan & co. l’attacco di Arizona ha raccolto la miseria di 19 punti.

Nella NFC South i Saints hanno ricominciato a marciare dopo lo 0-4 iniziale e dopo la vittoria contro Oakland si sono portati in linea di galleggiamento (5-5) con Brees, autore di 3 TD, lucido ed efficiente come sempre, supportato finalmente da un minimo gioco di corsa in cui Mark Ingram, pur lontano dalle prestazioni universitarie con Alabama, chiudeva l’incontro con 67 yds e 1 TD segnato.

La vera nota positiva nelle ultime domeniche è la difesa, che pur concedendo il solito discreto numero di yds agli attacchi avversari, stringe i denti, e trova anche il tempo di riportare un intercetto di Jenkins ai danni di Carson Palmer nell’EZ avversaria.

Nello scontro divisionale tra Bucs e Panthers, la squadra della Florida puntava a una vittoria per confermare le proprie aspirazioni in chiave P.O., i Panthers di Newton ce la mettevano tutta per evitare di fungere da “vittima sacrificale”. Con poco più di 6 minuti da giocare Newton & co. conducevano 21-10. Dopo aver accorciato le distanze con un FG di Barth, a 50” dalla fine Freeman conduceva il drive che portava con la conversione da due punti in OT. La precisione ricercata per tutto l’incontro da Freeman, soprattutto nel profondo era ritrovata nel finale e in OT con 4 passaggi superiori alle 10 yds completati per 74 yds guadagnate negli ultimi due drive, di cui l’ultimo per il decisivo TD del 27-21 con ricezione di Clark.

Con la ricezione di Cobb a 1.55” i Packers agguantavano la vittoria sfruttando al meglio la profondità nel roster tra i WR e le incertezze delle secondarie dei Lions. Preziose le prestazioni di Starks, 74 yds per lui e dello stesso Cobb (19 yds) nel reparto corse. Nonostante il maggior equilibrio nell’attacco di Detroit generato dalla presenza in campo del RB Mike Leshoure, l’attacco dei Lions si dimostrava ancora Stafford-Johnson-dipendente e quindi nonostante tutto prevedibile.

Nel MN si affrontavano S.Francisco e Chicago prive entrambe dei QB titolari, reduci da “concussion”. La battaglia dei backups era vinta da Colin Kaepernick, che con una prova maiuscola 243 yds lanciate 16 su 23 passaggi completati e 2 TD portava i 49ers alla vittoria per 32-7. Inguardabile prova della linea offensiva dei Bears che concedeva ben 6 sacks alla difesa californiana. Campbell, che non giocava come starter QB dal 2011 metteva a referto un TD pass e 2 intercetti. L’ottima prestazione di Kaepernick apre forse una “QB controversy” a S.Francisco tra lui e Alex Smith mentre a Chicago si piange l’ennesima pessima prova della linea offensiva senza la quale sarà difficile arrivare al SB e salvaguardare la salute del “si spera” rientrante Jay Cutler.

La miglior prestazione della settimana tra i QB della NFC la registrava Robert Griffin III, autore di 4 TD, 14 su 15 completi per 200 yds. Non poco ha contribuito la disastrosa prova dei Philadelphia Eagles. Con Vick fuori dopo la commozione cerebrale della settimana scorsa, Foles all’esordio come starter nella NFL nulla ha potuto difronte alla pressione portata dalla difesa di Washington. Due intercetti, un fumble, due sacks. Emblematiche erano le parole del TE Celek a fine partite: “Non so come le cose possano ancora peggiorare”. Il tutto condito da una difesa, soprattutto a livello di secondarie, a dir poco imbarazzante.

Con i Giants a riposo nella NFC East, i Dallas Cowboys hanno penato nel battere i Cleveland Browns (2-8). C’è voluta l’esperienza di Tony Romo e un Dez Bryant finalmente all’altezza(145 Yds e un TD) per avere la meglio sulla franchigia dell’Ohio. I problemi per la squadra texana sembrano tutt’altro che risolti, con una linea che ancora concede troppo ai blitz delle difese avversarie e spesso risulta totalmente incapace di aprire varchi per le corse dei RB.